mercoledì 30 novembre 2011

Pausa di Metà Stagione

Come preannunciato ieri, ecco qui la notizia "ufficiale".
Il Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon" avrà una brevissima Pausa di Metà Stagione dopo la pubblicazione dell'Episodio 16, prevista per il 19 dicembre 2011. Di conseguenza, lunedì 26 dicembre il consueto episodio della settimana sarà sostituito dall'uscita in esclusiva di un "Trailer di Metà Stagione" della durata di un minuto che preparerà alla ripresa regolare delle pubblicazioni con l'Episodio 17 lunedì 2 gennaio 2012.
Ci tengo a precisare, Lettore, che questa Pausa di Metà Stagione non influirà sulla regolarità successiva delle pubblicazioni: l'unica eccezione sarà quella del 26 dicembre, dopodiché gli episodi ricominceranno ad uscire ogni lunedì, come sempre, fino alla conclusione della Prima Stagione che avverrà intorno ai trenta episodi circa.
Nel frattempo preparati a gustarti il "Trailer di Metà Stagione", Lettore, e tieniti pronto per l'Episodio 16, che chiuderà questa prima metà di stagione in grande stile.

martedì 29 novembre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 14

Piccola notizia in esclusiva riguardante la pubblicazione del Romanzo a Puntate, che sarà confermata con un apposito post ufficiale il prima possibile: la Prima Stagione subirà una brevissima "interruzione di metà stagione" dopo l'Episodio 16. Di conseguenza, lunedì 26 dicembre non ci sarà alcun episodio de "Le Anime di Eglon", ma uscirà al suo posto un "Trailer di Metà Stagione" che sarà il mio piccolo regalo di Natale per te, Carissimo Lettore. Dal lunedì successivo, quindi, 2 gennaio 2012, la Prima Stagione riprenderà regolarmente con la pubblicazione dell'Episodio 17.
Detto questo, ecco le Anticipazioni sull'Episodio 14:

lunedì 28 novembre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 13 - Pena di Morte


Emily Cooper non si sarebbe mai immaginata che per raggiungere Pine Bluff in treno, partendo da Little Rock con una coincidenza spaventosamente precisa, occorressero così tante ore. Eppure era ferma alla stazione di Eglon da tutto un giorno, aveva fame e sete e anche un po’ di freddo, si sentiva stanca e assonnata e soprattutto terribilmente in ansia perché da circa quattro ore aveva finito le sigarette.
Eh già, perché proprio qui stava il punto: non poteva trattenere il suo nervosismo quando era in astinenza da tabacco. E che accidenti di stazione dei treni era quella lì, che non aveva neppure uno stramaledetto distributore di sigarette? Roba da matti, rifletté Emily squadrando il tipo che piantonava l’uscita con una mitraglietta Uzi a tracolla e una maschera di plastica rossa e gialla sul viso. In che razza di covo di mentecatti era finita?
Stavano lì da quella mattina, da quando il loro treno era stato bloccato poco dopo l’alba da quei tizi armati con il volto coperto che davano a Emily l’impressione di essere un po’ tocchi. I vagoni erano stati smontati e spostati dai binari, e tutti loro erano stati radunati nella sala d’aspetto della stazione assieme ai passeggeri di almeno un altro treno. Dovevano essere esausti anche gli altri, considerò Emily guardandosi rapidamente intorno. Stavano in piedi da ore, eccetto ovviamente quelli che per primi si erano presi le poche seggiole sparpagliate per la sala e quelli che avevano avuto il coraggio di sedersi per terra nonostante tutto lo sporco che si scorgeva sul pavimento. A pranzo erano stati distribuiti pasti preconfezionati di assortimento piuttosto vario, e poi più niente. Qualche bottiglietta d’acqua girava di quando in quando, ma i tipi che piantonavano gli ingressi e li tenevano costantemente sotto controllo non avevano ancora dato segno di volerli lasciare andare.
Certo che Emily, quella mattina quando era partita, sicuramente non si aspettava di rimanere invischiata suo malgrado in una situazione simile. Pareva tutto eccessivamente assurdo, a suo avviso. Troppo inverosimile perché ci potesse credere del tutto. Eppure non le pareva di intravedere alcuna telecamera, nei paraggi, il che significava che molto probabilmente non erano vittime di un qualche scherzo assurdo macchinato dall’ultimo scrittore freelance di copioni per reality show.
Le esplosioni e gli spari che si erano susseguiti fuori dalla stazione per la maggior parte della giornata erano riusciti a mettere in agitazione il più dei presenti, in particolar modo una famigliola che stava presumibilmente andando in vacanza da qualche parte
(in vacanza a Pine Bluff?? Bah, cavoli loro…)
con i tre figli piccoli che dalle sette di quella sera reclamavano a gran voce il proprio pasto abituale strillando e scalciando come dei forsennati.
Adesso fuori sembrava tutto tranquillo. Nessuno lì dentro aveva ancora avuto modo di uscire a vedere che cosa stesse succedendo, ma c’erano molte ipotesi che dopo aver girato di bocca in bocca avevano finito per coincidere…
«Signore e signori!» scandì una voce senza accento prorompendo all’interno del salone della stazione dei treni di Eglon attraverso gli altoparlanti disposti sul soffitto. «Benvenuti ad Eglon! Ci scusiamo per la difficile giornata d’attesa che vi abbiamo fatto trascorrere chiusi qui dentro. Non ci aspettavamo così tanti passeggeri tutti in una sola volta, ma adesso il problema è stato risolto. A ciascuno dei nuclei famigliari qui presenti sarà assegnata una stanza nei principali alberghi cittadini, il tutto naturalmente gratis. Ad una condizione, però…»
La gente, già radunata attorno agli ingressi per sciamare fuori da quell’ambiente che cominciava ad essere sempre più stretto, si scambiò un mormorio confuso.
«Ognuno di voi dovrà lasciare i propri documenti in ingresso. D’ora in avanti siete cittadini di Eglon a tutti gli effetti, signore e signori. E non ve ne andrete da questa città mai più

sabato 26 novembre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo IV


Faceva veramente freddo, non c’era altro da dire. Billy si stringeva quanto più possibile nel suo pesante cappotto imbottito, eppure tremava e batteva i denti. Ogni suo respiro si condensava in nuvolette bianche di vapore, che a tratti gli annebbiavano la vista e subito dopo la lasciavano nuovamente nitida, scomparendo.
Stava immobile come un cacciatore a pochi passi dalla propria preda dopo un inseguimento denso di impensabili retroscena, con la schiena appoggiata al tronco rugoso di un grosso albero e il fiato corto. Doveva riprendere aria prima di agire, ed essere assolutamente lucido.
Il ticchettio dei suoi denti si spense mentre il fruscio alle sue spalle si intensificava, e il ragazzo non poté evitarsi di pensare a sua madre, a suo padre e al suo fratellino, molto probabilmente ridotti in quello stesso stato, o peggio.
Chiuse gli occhi un istante. Li riaprì bruscamente, assorbendo la compassione e rigurgitandola nei muscoli delle braccia sottoforma di odio. Staccò la schiena dalla corteccia porosa dell’albero, si spostò di lato con un passo, volgendo il viso nella direzione opposta a quella verso cui guardava un attimo prima, e con tutta la sua forza fece roteare il badile che reggeva in mano e l’estremità di metallo cozzò in pieno contro la faccia del morto.
Lo zombie gorgogliò sangue dalla bocca e crollò a terra, gemendo.
Billy gli fu sopra in un attimo: impugnò meglio il manico della pala e la scagliò di taglio verso il basso, conficcandola nella testa sanguinolenta della creatura agonizzante ai suoi piedi.
Anche quell’essere orrendo era stato un ragazzo, tanto tempo fa. Proprio come lui. Ma adesso non era più niente, nemmeno un animale. Era una cosa che camminava e rischiava di far inciampare decine e decine di esistenze, sospingendole nell’abisso del nulla infinito. Era giusto che quell’ostacolo fosse tolto di mezzo.

venerdì 25 novembre 2011

Evoluzione della comunicazione

Comunicare le proprie emozioni, i propri pensieri e i propri stati d’animo non è mai stato semplice e immediato come lo è oggi. Un tempo era necessario ricorrere alle poesie, a prose elaborate e ridondanti, alla musica o alle opere d’arte; persino le lettere apparivano quali complessi testi ragionati e ben strutturati. Ai giorni nostri, invece, tutto è più facile e veloce: gli sms, le e-mail e le chat, corroborati dalle infinite possibilità offerte dai social network, hanno rapidamente soppiantato ogni altra tipologia di comunicazione, partendo dalle missive fino ad arrivare al contatto diretto stesso, sempre più disdegnato a favore di quello virtuale. Ma quali sono i reali vantaggi che questa trasformazione ha portato con sé nella società?
C’è da dire, questo è certo, che i nuovi mezzi hanno permesso di creare una fitta e istantanea rete di comunicazione che copre a livello globale la quasi totalità del mondo, tuttavia le relazioni umane sembrano risentirne sempre di più: una frase ambigua o mal formulata, scritta in un breve messaggio sul cellulare e perciò rimossa dal suo originale contesto fatto di espressioni, toni di voce e sensazioni, può essere non compresa o addirittura male interpretata, con conseguenze disastrose. Inoltre, le persone tendono a poco a poco ad isolarsi, vivendo più un’esistenza digitale che una reale.

giovedì 24 novembre 2011

Progresso in corso

Il progresso nelle scienze e nelle tecniche di questi ultimi anni, dopo essere stato a lungo nutrito dalle fertili menti occidentali, si sta via via spostando sempre di più verso l’Oriente, dove sembra che nei Paesi definiti “in via di sviluppo” l’unico modo per togliersi dalla strada sia studiare e sperare, in qualche maniera, che il proprio talento venga notato. È così che stiamo assistendo ad un radicale mutamento di orizzonte nel campo delle ricerche e delle scoperte, poiché nell’ingegneria, nella meccanica e nell’elettronica pare che le menti più brillanti del nostro pianeta non si trovino più in Europa o negli Stati Uniti, bensì in Cina, India, Giappone e tutti quegli Stati dell’est del mondo che stanno compiendo una prodigiosa avanzata lungo la tortuosa scala dell’industrializzazione.

mercoledì 23 novembre 2011

Note di Stesura

Approfitto del post di oggi per alcune brevi note di stesura riguardanti il progetto del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon".
Come ben sai, Lettore, la pubblicazione procede regolarmente dal 10 settembre di quest'anno, dunque sono già più di due mesi che va avanti senza rilevanti intoppi.
Sto riflettendo attentamente sullo spazio richiesto dalla trama completa della Prima Stagione, e ho concluso che i ventidue episodi ipotizzati inizialmente sono troppo pochi per coprire l'intero arco della storia. Forse allungherò addirittura a trenta, ma non ho ancora deciso definitivamente la durata della stagione. Stai pur certo, ad ogni modo, che entro metà aprile la Prima Stagione del Romanzo a Puntate sarà conclusa, e che ci sarà senza ombra di dubbio almeno una Seconda Stagione che verrà avviata dopo una pausa di qualche mese.
Per il momento gli episodi già scritti della Prima Stagione arrivano a quindici, e la pubblicazione è giunta al dodicesimo, per cui mi dovrò dare da fare nelle prossime settimane per prendermi un po' avanti (spero di guadagnare qualche altro numero di vantaggio nel corso delle vacanze natalizie, ma manca ancora un mese intero purtroppo). Ci tengo ad aggiungere, comunque, che l'Episodio 16 è da ieri in fase di stesura, perciò conto di riuscire a mantenere la regolarità nelle pubblicazioni delle puntate fino alla fine della stagione.

martedì 22 novembre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 13

I Sorveglianti hanno stretto Eglon in una morsa, mentre i Soldati della Rivoluzione si preparano a difendere la città dall'Esercito degli Stati Uniti ormai in attesa di ricevere il permesso di attaccare. Penso sia tempo di muovere ulteriormente le pedine disposte sulla scacchiera. Che cosa ne dici, Lettore? Sei d'accordo con me?
Anticipazioni sull'Episodio 13:

lunedì 21 novembre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 12 - I Sorveglianti

«Dottor Mason!» lo chiamò una voce femminile dal fondo del corridoio. Larry Mason si voltò e attese che l’infermiera lo raggiungesse di corsa, trafelata, con il respiro talmente concitato da impedirle di parlare.
«Mi dica» mormorò massaggiandosi cautamente le tempie, cercando di assumere un tono di voce affabile. Aveva un’emicrania pazzesca, e forse era perché non dormiva da due giorni e aveva passato le ultime quattordici ore in sala operatoria. Aveva dovuto gettare via il camice che aveva usato per operare quella notte, perché si era riempito completamente di sangue e nella fretta dell’ultima operazione si era strappato una manica impigliandosi in Dio solo sapeva che cosa. Il caffè lo aveva aiutato a stare sveglio per le prime dieci o undici ore, ma adesso gli serviva un goccio. Cristo, quanto aveva bisogno di un goccio! Stava prendendo in esame la possibilità di ricorrere alla sua riserva segreta nascosta in uno degli armadietti del suo piano, però…
«Abbiamo un problema…» tartagliò agitata l’infermiera, con un tono esageratamente squillante che non mostrò alcuna misericordia nei riguardi del suo mal di testa.
«Che genere di problema?» s’informò il dottor Mason. Sì, adesso aveva deciso: un goccetto se lo sarebbe concesso. In fin dei conti, era un suo diritto. E un altro problema, in questo momento, significava un’altra stilettata nel cervello da parte dell’emicrania.
«Sono qui. I ribelli» mormorò sottovoce l’infermiera, e ognuna delle sue parole fu una rasoiata in testa per Larry Mason.
«Vuol dire che sono in ospedale?» farfugliò, scosso.
«Sì, e chiedono di parlare con lei, dottore» confermò l’infermiera in un unico sospiro.
Larry inghiottì a vuoto, ascoltandosi rabbrividire. Il solo fatto che i rivoluzionari fossero lì di nuovo, ancora una volta nello stesso edificio in cui si trovava lui, gli metteva addosso un’ansia inimmaginabile. Ma pensare che volevano parlare con lui personalmente
«Dove sono?»
«Nell’atrio.»
«Mi preceda e dica loro che sto arrivando» ordinò il dottor Mason riacquistando il proprio autocontrollo. Vide l’infermiera sbiancare all’idea di dover tornare di là con quei tipi mascherati, e dentro di sé la capì ma non le evitò comunque tale onere. Aveva bisogno di un goccio, maledizione, anche di due, visto che adesso c’era un nuovo problema parecchio consistente del quale occuparsi. E qualcuno doveva pure tenere a bada quei tizi finché lui non arrivava.
L’infermiera si allontanò compunta e il dottor Larry Mason aspettò che avesse voltato l’angolo e si catapultò letteralmente contro le porte dell’ascensore, salendo e pigiando ripetutamente il pulsante del suo piano.
Un goccio, dannazione, soltanto un goccio…

sabato 19 novembre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo III

La zona da osservare era ampia, ma sotto i suoi occhi si apriva uno spettacolo mozzafiato.
Billy scrutò a lungo con i suoi cannocchiali la valle, le colline circostanti e la strada che scendeva in pianura. Non poteva controllare i boschi, purtroppo, perché la vegetazione era fitta e intricata. C’era soltanto da sperare che gli eventuali zombie in marcia lungo le vie di montagna non incappassero nella casa che ormai era diventata sua e di Stephanie.
L’incubo dal quale si era risvegliato poche ore prima, vivido come il ricordo di quella notte in cui la sua famiglia era stata sterminata dai morti che avevano preso la città, gli aveva lasciato nella mente un sapore amaro di indefinita nostalgia. Era stato terribile e allo stesso tempo galvanizzante.
L’umanità era stata cancellata in un pugno di giorni nella sua quasi completa totalità. Questo faceva paura, certo, soprattutto alla luce di ciò che era rimasto – i morti, naturalmente, i morti che camminavano e che andavano a caccia di vita per nutrirsi. Ma nel contempo era come se il mondo, adesso, fosse tutto solamente per lui e Stephanie. E quest’ultima considerazione appariva quasi come una consolazione, alle volte. Una consolazione magra, sì, ma che lo aiutava ad andare avanti.
Sorvolò con un’occhiata attenta l’intera vallata per un’ultima volta prima di abbassare i cannocchiali, e proprio mentre li stava per riporre lo sguardo gli cadde su una delle stradicciole sterrate che risalivano la collina disotto.

In Viaggio tra i Morti

In viaggio tra i morti, Lettore. È lì che stiamo andando. Per osservare un mondo devastato dall'uomo, in cui l'uomo deve combattere contro l'uomo per potersi salvare. Un mondo in cui la salvezza stessa, oramai, appare lontana e irraggiungibile. Il mondo in mano ai morti, quello poetico e terribile di "The Walking Dead".
Rientriamo in quell'universo incredibile e romantico che è il pianeta post apocalittico degli zombie, e mettiamo piede in "Amore e Morte - Capitolo III".

venerdì 18 novembre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime

L'Altro Racconto

Bene Lettore, dopo la riorganizzazione del racconto "Sull'Orlo dell'Ignoto" operata ieri, oggi tocca a "La Stanza in cui Piovono Lacrime". Come avrai senz'altro potuto notare, adesso "Sull'Orlo dell'Ignoto" è finalmente archiviato all'interno di un unico link nel pannello "Racconti" presente sulla destra, il che ne rende più comoda la ricerca.
D'accordo, facciamo la stessa cosa con "La Stanza in cui Piovono Lacrime".Chissà, magari hai voglia di rileggere anche quello... Perciò te lo ripropongo nella sua integrità.
Non ti preoccupare, Lettore, questa riorganizzazione non è un modo per evitare di pubblicare nuovo materiale "riciclando" quello "vecchio": si tratta soltanto di una soluzione organizzativa da me adottata per rendere più semplice e pratica la tua navigazione nel fiume di storie presente in questo blog!
Per dimostrare la veridicità delle mie parole, ti anticipo quale sarà la pubblicazione di domani: finalmente, dopo una lunga pausa durata oltre due settimane, sta per arrivare il seguito dell'episodio ispirato a "The Walking Dead": "Amore e Morte - Capitolo III"!

giovedì 17 novembre 2011

Sull'Orlo dell'Ignoto

Sull'Orlo dell'Ignoto - Parte I
Sull'Orlo dell'Ignoto - Parte II
Sull'Orlo dell'Ignoto - Parte III
Sull'Orlo dell'Ignoto - Parte IV
Sull'Orlo dell'Ignoto - Parte V

Riorganizzazione

Buongiorno Lettore, bentornato! Oggi è tempo di riorganizzazione su "Scrivere Sotto la Luna": ho intenzione di sistemare un paio di cose per rendere più comoda la consultazione dei testi, e il primo passo sarà compiuto con il post che pubblicherò subito di seguito a questo.
Mi spiego meglio: nella sezione "Racconti", presente nel relativo pannello di link a destra, sono raccolti in totale quattro racconti, due dei quali suddivisi in più parti. Per rendere più comoda la loro ricerca e lettura, ho deciso di riunire in un unico post i collegamenti alle varie parti del racconto "Sull'Orlo dell'Ignoto", di modo da mantenere un unico, pratico link all'interno dell'apposito pannello. Lo stesso farò domani con "La Stanza in cui Piovono Lacrime". Questo mi permetterà non soltanto di mettere un po' d'ordine in tutto questo caotico mare di testi, ma anche e soprattutto di riproporti alcuni miei racconti che, per un motivo o per un altro, potresti esserti perso o potresti voler rileggere.
Perciò ecco qui il collegamento diretto all'intero racconto "Sull'Orlo dell'Ignoto"!

mercoledì 16 novembre 2011

Magia

Non sempre scrivere è facile come può sembrare. Forse non lo sai, Lettore, ma scrivere una storia porta via un sacco di tempo. L'unica consolazione che viene restituita in cambio è che non si tratta di tempo perso o sprecato: è tempo utilizzato al meglio, sfruttato per dare vita a qualcosa, adoperato per creare. Il prodotto finito che rimane al termine del lavoro è assolutamente inesprimibile: si tratta di una cosa unica e meravigliosa, completamente appagante e indiscutibilmente fondamentale per chi la costruisce.
Scrivere è un bisogno, una necessità. Ma questa può apparire come una banalissima frase preconfezionata, dall'aspetto gradevole e tuttavia priva di contenuto. Cercherò di formularla un po' meglio... Ecco, ci sono: scrivere è dare un senso al proprio io e alla propria anima. Dare un senso al mondo, all'esistenza, al tempo e allo spazio. Scrivere è non lasciare con indifferenza che tutto scivoli via, è afferrare la vita prima che sfugga e sfumi oltre l'orizzonte della morte. Scrivere è rischiarare la notte e ombreggiare il giorno, è soddisfare i propri desideri inconfessati e inconfessabili e chiacchierare con il proprio spirito, è spegnere il sole la mattina e rendere più luminosa ogni singola stella di sera.
Scrivere è magia. Forse l'ultimo rimasuglio di magia sopravvissuto in questo mondo pragmatico e razionale. E che cosa sarebbe in fondo l'universo, dico io, senza quel pizzico di magia che lo rende ignoto e affascinante?

martedì 15 novembre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 12

Dispersi lungo le strade insanguinate di Eglon, vaghiamo senza sosta e senza meta sotto un cielo grigio e silenzioso che fa riecheggiare ancora e ancora gli spari e gli scoppi degli scontri in città.
Sembra quasi che il mondo sia precipitato in un abisso di pazzia senza fondo e senza bordi. Una voragine invisibile che inghiotte anime e corpi, masticando gli abitanti di Eglon e invadendone gli incubi.

Molto è successo, e molto deve ancora accadere.
L'unica via che conduce alla salvezza è proprio quella che transita al centro di Main Street, dunque stringiamo i denti e andiamo avanti: prima o poi dovremo pure arrivare da qualche parte, no?
Anticipazioni sull'Episodio 12:

lunedì 14 novembre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 11 - Errore Fatale

Tom Davis faceva parte del glorioso corpo dei Marine da soli due anni, eppure ormai apparteneva a pieno diritto a quella categoria di combattenti che sapeva decisamente come cavarsela con un fucile in mano. Suo padre era stato un Marine, e anche suo nonno, prima di lui. Potrebbe apparire come la solita storiella strappalacrime da soldato americano, ma davvero la famiglia Davis aveva militato per generazioni tra le file dei Marines statunitensi. Ora per Tom trovarsi a pochi passi da casa propria, alle porte della città di Eglon dalla quale si innalzava il fumo di numerose esplosioni, era a dir poco scioccante.
Un reparto dell’Esercito degli Stati Uniti si era avvicinato ad Eglon da nord, scendendo rapidamente dalle zone di Little Rock. C’era parecchio caos nel subbuglio generale delle manifestazioni in memoria dell’undici settembre, e questo fatto di Eglon aveva lasciato tutti quanti a bocca aperta. Com’era potuto accadere? Anzi, meglio ancora: cosa stava accadendo, di preciso, dietro quella barricata di legno e facciate di edifici che era stata eretta per separare la campagna dal centro urbano?
I soldati erano stati richiamati quella mattina, e in poche ore avevano raggiunto il punto di incontro. L’azione era stata rapida e pronta, ma non c’era modo di entrare in città: quelle barriere impedivano a chiunque di passare, e abbatterle era fuori discussione. Troppi edifici civili nei dintorni, si rischiava di ammazzare qualcuno se non si prestava la massima attenzione.
Oltretutto, i tre Black Hawk mandati in ricognizione con l’incarico di lanciare alcuni uomini sulla cima della Eglon Tower per iniziare a ripulire la zona erano stati abbattuti, e i piloti e i soldati che si trovavano all’interno dovevano essere ormai andati all’altro mondo.
No, stava succedendo qualcosa di impensabile in quella comune città dell’Arkansas. E Tom Davis, nonostante reggesse con mano ferma il suo fucile d’assalto puntato in direzione della barricata di legno in lontananza, dentro di sé tremava. Perché in quel momento avrebbe dovuto assistere alla cerimonia organizzata a Little Rock in memoria delle vittime degli attacchi dell’undici settembre 2001, e invece adesso si trovava lì, a pochi passi dal luogo in cui stavano venendo presumibilmente mietute le vittime dell’undici settembre 2011, altro giorno che sarebbe inevitabilmente passato alla storia, alla stregua del suo predecessore. E la parte peggiore, in tutto questo, era che lui si sentiva assolutamente impotente di fronte a quella tremenda visione che gli agitava l’animo.
Era quasi il tramonto, e sulla destra Tom vedeva il sole calare sempre più simile ad un globo incandescente di ghiaccio infuocato. Le nuvole, ad ovest, si erano aperte per qualche minuto, ma Tom sapeva che ben presto sarebbero ritornate a coprire il cielo e l’orizzonte con il loro grigio e freddo abbraccio inestricabile.
Quella che si preparava a venire sarebbe stata una notte senza stelle. Per tutti quanti loro, e anche per i disgraziati cittadini di Eglon. Altre luci avrebbero rischiarato le strade della città durante le ore di buio, e sarebbero state quelle sprigionate dalle fiamme.
Tom Davis intravide improvvisamente qualcosa saettare sull’orizzonte. Qualcosa di nero, di indefinito, qualcosa che non avrebbe saputo descrivere neppure sotto tortura. Ma non gli ci volle molto a capire che si trattava di un colpo di mortaio, perché quando ci fu l’esplosione presso la prima linea dei soldati dell’esercito statunitense si rese conto che iniziavano a piovere razzi su di loro.

Alle Soglie di Eglon

Eccoci di nuovo qui, Lettore, alle soglie di Eglon, pronti a varcare queste porte spalancate prima che si richiudano e ci inghiottano.
La città e le sue anime ci stanno aspettando. Vogliono raccontarci che cosa sta succedendo e intendono renderci partecipi degli eventi che le stanno sconvolgendo in questi giorni di follia.
Vieni, Lettore. La strada da fare è ancora lunga, e non so quando potremo vedere ancora la luce del sole così come ce la ricordiamo...

sabato 12 novembre 2011

Caccia alla Felicità

La nostra odierna società, nonostante negli ultimi tempi si sia potuto assistere ad una notevole e progressiva evoluzione del benessere, almeno per quanto concerne lo sviluppo sociale ed economico, appare sempre carat-terizzata da una perenne insod-disfazione che la percorre in lungo e in largo alla stregua di un tormentoso sospiro, un sospiro che esprime fin troppo evidentemente la sua mancanza di felicità e la sua ineffabile incapacità di sentirsi piena e bastante. Si tratta di un acuto senso di inadeguatezza che inspiegabilmente, dietro una serie di falsi sorrisi, sembra appestare i volti dell’umanità intera, l’icona di un’espressione triste e malinconica ormai indissociabile dall’immagine di quel continuo progresso che ai suoi albori si presentava quale l’unico mezzo in grado di indirizzarci sulla via della felicità.
Ne consegue che l’uomo, malgrado le sue innumerevoli ma inefficaci ostentazioni di contentezza, non è ancora riuscito ad afferrare quella felicità che cerca affannosamente di raggiungere da quando è venuto al mondo, e che prima di oggi era convinto di poter conseguire migliorando il proprio stile di vita attraverso un drastico e repentino aumento delle utilità.

Di Nuovo Qui

Eccomi di nuovo qui, Lettore, dopo una breve assenza! Mi scuso per il silenzio di ieri: purtroppo non sono riuscito a pubblicare alcun post, ma oggi sono qui per rimediare!
Nelle prossime ore ci sarà qualche testo inedito ad attenderti, Lettore. Sto preparando il tutto in velocità, perciò ti chiedo di portare pazienza ancora per un po'. La settimana è stata piena, e il lavoro di stesura è stato forzatamente interrotto a causa di altri progetti in corso. Ma adesso si riprende!
Naturalmente, lunedì uscirà il nuovissimo Episodio 11 del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon"! Non so come riuscirò a gestirmi la prossima settimana, ma conto comunque di farcela a postare regolarmente nel blog. Nel caso in cui ci fossero altri silenzi, Lettore, sappi soltanto che non dipendono dalla mia volontà, bensì da una prepotente assenza di tempo.
Ci sentiamo fra poco con qualche nuova pubblicazione!

giovedì 10 novembre 2011

Realtà Appassita

Viviamo in un mondo che appassisce ogni giorno. Sempre di più, ogni minuto di più, il nostro mondo appassisce e noi quasi non ce ne rendiamo conto. Per quanto durerà ancora tutto questo, nessuno sa dirlo. Per decenni, forse. Persino per secoli. O magari per anni. O mesi. O settimane. Rimangono poche gocce prima che tutto quanto vada in malora, e spetta a noi dosarle. Se non ci mettiamo un freno, però, probabilmente tra qualche tempo non ci sarà proprio più niente di cui discutere. Le nostre possibilità sono davvero poche, e le ore a disposizione scarseggiano, si raggomitolano su se stesse, implodono.
Proprio così. Il mondo appassisce a vista d'occhio, solo che la maggior parte di noi finge che nulla stia accadendo. Forse il problema è che siamo in troppi, mi viene da pensare qualche volta. Troppe persone in questo mondo, che lo guardano appassire e se ne stanno a braccia conserte con una sigaretta in bocca, aspettando che tutto finisca in fretta. Troppa gente indifferente. E quando si è in troppi risulta oltremodo difficile gestire la volontà e l'atteggiamento di tutti. Più gente c'è, più aumentano ingiustizie, morti insensate, immoralità... Così va la vita, in questo mondo sfinito che appassisce alla velocità di un uragano.

mercoledì 9 novembre 2011

Sempre Meno Tempo

C'è sempre meno tempo per scrivere, Lettore. I giorni sono inappellabili tiranni, le ore esperte traditrici, i minuti abili ingannatori. Che cosa posso farci io, se il tempo l'ha sempre vinta in partenza? Ma non mi arrendo. Nossignore, non ho la minima intenzione di gettare la spugna. Lotterò contro il tempo, costi quel che costi, e, chissà, magari prima o poi avrò la meglio...
Ho una lista di libri da leggere che sembra infinita. E il bello è che si espande sempre di più, mentre le settimane passano come se niente fosse. Devo anche studiare. Il quinto anno di liceo non è una passeggiata. Troppa ansia, troppa pressione addosso... Non fa bene ad uno scrittore. Ne sono convinto.
E poi... Be', poi ci sono le idee. Troppe, troppe idee. Romanzi e racconti che prendono forma nella mia mente e sono costretti a rimanere lì, relegati come se fossero stati messi in castigo dal tempo. Non posso prendermi le giornate che occorrono per metterli sulla carta. Proprio non posso, né fisicamente né psicologicamente! Ma allo stesso tempo faccio fatica a concentrarmi sullo studio, perché ho queste idee che continuano a vorticarmi nella mente e non mi danno un attimo di tregua! Capisci, Lettore? Anche se non potrai mai arrivare a comprendere pienamente quello che sento, capisci come sono combattuto?
E ogni giorno è sempre peggio. Nuovi racconti. Ne avrò almeno una ventina in testa, se tutto va bene. Nuovi romanzi. Più di dieci, con trame e personaggi abbastanza definiti, alcuni elaborati persino nei minimi dettagli. Che cosa manca, allora? Sempre il solito, insostituibile, vecchio tempo. Un farabutto della peggior specie. Ma d'altro canto, come posso sperare di liberarmi dei limiti che mi impone?
Ho sempre meno tempo. Questa è la triste e dura verità di adesso, mio Fedele Lettore. E cos'altro posso dire, a questo proposito? Assolutamente niente. Posso soltanto sperare che il tempo non porti via con sé tutte quelle idee che germogliano nella mia testa quasi che si trovassero nel campo più fertile del mondo. E sperare che prima o poi si fermi e mi lasci recuperare, così da darmi modo di creare quelle decine di universi incredibili che vivono e respirano e crescono nella mia immaginazione.
Chissà. Magari, presto o tardi, tutti questi romanzi e racconti vedranno la luce...

martedì 8 novembre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 11

Mio Carissimo Lettore, vedo con piacere che anche questa settimana sei qui a trovarmi. Ne sono davvero felice, sai? Perché, dopotutto, le parole sono un rifugio ma anche una gabbia, alle volte, e un po' di contatto umano aiuta sempre a non lasciarsi scivolare perennemente nella fantasia. Ne so fin troppe, di storie che parlano di scrittori talmente isolati nel proprio mondo da finire per impazzire... Anche se vivere ad Eglon, ultimamente, non mi dispiacerebbe poi troppo. In fondo, lì sta succedendo davvero qualcosa... Qualcosa di misterioso e di incredibilmente affascinante a cui mi piacerebbe prendere parte. Ma, in un certo senso, io sono lì. Sono in città, e osservo gli abitanti e li seguo uno alla volta senza farmi scoprire. Sai, ho saputo nuove cose sul conto di alcuni di loro. Presto te ne parlerò. Penso che queste notizie possano interessare anche te. Soprattutto visto e considerato che anche tu, adesso, ti trovi ad Eglon assieme a me. Sono felice di sapere che mi farai compagnia. Ma stai attento, Lettore: qui le strade sono insidiose, e i ribelli si stanno preparando a compiere qualcosa di molto più terribile rispetto a ciò che hanno fatto finora...
Meglio se ti lascio un piccolo assaggio con le Anticipazioni sull'Episodio 11:

lunedì 7 novembre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 10 - La Festa

«Sei uno stronzo, lo sai?» mormorò Katie imbronciata.
«Lo so, grazie» farfugliò Chris altrettanto accigliato.
«La tua ragazza ha l’influenza e tu vai alla festa di quella sgualdrina di Tila senza di lei. Bravo. Proprio bravo» commentò la giovane in tono sarcastico, parlando al suo cellulare mentre se ne stava sdraiata nella penombra della camera da letto in un qualunque sabato pomeriggio che avrebbe preferito trascorrere fuori in compagnia del fidanzato.
«Tesoro, lo sai che ci vado solo perché ci vanno i ragazzi. Se non me l’avessero chiesto, starei a casa. Ma è sabato sera, cucciola, e ho voglia di uscire un po’» si difese Chris, abbastanza malamente.
«Be’, vieni qui da me allora!» ribatté piagnucolante Katie, scossa da un inaspettato brivido di freddo.
«Mia madre non vuole, lo sai. Dice che non mi devo ammalare. Ho già perso fin troppi giorni di scuola, l’anno scorso…»
«Non mi importa. Sempre meglio che andare a farti corteggiare da quella… là…» concluse Katie, evitando minuziosamente di chiamarla con un termine assai più diretto e volgare di sgualdrina perché sapeva che a Chris non andava di sentirle dire certe parole.
«Amore, sarà solo una festa come un’altra. Tila nemmeno verrà a salutarmi, impegnata come sarà con tutta la gente che ha invitato. Probabilmente penserà che ci sia anche tu, da qualche parte, a spiarmi.»
«Fidati, non è così. Non perderà l’occasione…» replicò Katie giocherellando con una ciocca di capelli. Accidenti se faceva freddo. Anche sotto le coperte continuava a tremare. Eppure era sudata. Colpa della febbre, se aveva i brividi. Quando aveva preso l’ultima tachipirina? Le conveniva farsi portare un termometro e, se la temperatura era salita, prendere qualcos’altro per tenerla a bada.
«E con questo?» ribatté Chris indifferente. «Il fatto che possa o meno venire a corteggiarmi non cambia nulla: lei non mi interessa! Lo sai che amo te…»
«…lo so…» cedette Katie. Quella conversazione stava andando troppo per le lunghe. Si sentiva stanca, e aveva voglia di misurarsi la febbre, prendere una tachipirina e abbandonarsi tra le coperte in un bel sonno profondo.
«E allora qual è il problema, se ci vado?» riprese Chris.
Katie sospirò. «Fai quello che vuoi. Tanto lo faresti comunque. Va’ pure, se ci tieni tanto. Non mi importa. Ora, se permetti, ho bisogno di dormire.»
«Okay piccola. Riposati. Se domani stai meglio ti vengo a trovare, va bene?»
«Hmhm» annuì Katie svogliatamente. Non ne poteva più. Voleva solo chiudere gli occhi e lasciare che la sua mente naufragasse in mezzo ad un arcipelago di sogni. Tutto il resto perdeva di valore, scoloriva, addirittura, messo a confronto con questo desiderio.
«D’accordo. A presto tesoro. Ti amo» la salutò Chris amorevolmente.
«Lo so. Ciao» finì Katie, e spense il cellulare, allontanandolo da sé.
Fu l’ultima volta in cui Katie e Chris si parlarono. Esclusi i pochi sms che si mandarono quella sera, fu anche l’ultima volta che si sentirono.

sabato 5 novembre 2011

Prima che Tutto Svanisca

Devo scrivere, prima che tutto svanisca.
L'ispirazione è bollente, arde nella mia testa come un tizzone incandesente. Devo battere sul ferro prima che si raffreddi. Devo lavorare su quest'idea, prima che tutto svanisca.
Scrivere diventa una corsa contro il tempo. Una gara a chi finisce per primo: se io a scrivere o l'idea a consumarsi nella mia mente. L'immaginazione non basta: bisogna saperla imbrigliare e controllare. Se la si lascia vagare liberamente, si rischia di ritrovarsi con in mano nient'altro che un'idea frammentaria e inutilizzabile. No, bisogna conservare l'ispirazione e darsi da fare prima che si sciupi, e l'immaginazione deve fare soltanto da veicolo per riuscire ad esprimerla. Ci vuole poi la lima del pensiero, ma l'idea in sé è di solito già ben costruita e progettata. Un'idea, quando viene, è pelopiù completa. E quando non è completa si riempie da sola.
Il problema principale, però, giunti a questo punto, è che il tempo se ne va in fretta, e ogni giorno che si esaurisce porta via con sé un pezzetto di quell'idea che diverrà irrimediabilmente irrecuperabile.
Tremenda disdetta per uno scrittore, la folle fuga del tempo. Il tempo è forse l'unica variabile che non si può padroneggiare. Si tratta di un problema non indifferente, ma lo scrittore non può farci nulla. Può solamente gestire bene il proprio tempo, e sperare che esso sia sufficiente ad espandere l'idea come si deve.
Quando si costruisce un'idea è come mettere insieme gli ingranaggi di un orologio: si deve far combaciare ogni pezzo alla perfezione, incastrando i componenti ed evitando che si ostacolino l'un l'altro. Quando si finisce, l'orologio funziona alla perfezione, basta solo regolarlo con il tempo. Allo stesso modo, un'idea formata è perfettamente funzionante. Non resta altro da fare che adeguarla al tempo. Scriverla, insomma. Scriverla giorno e notte, prima che se ne vada. Scriverla prima che tutto svanisca.

Fine Settimana

Ormai è arrivato il fine settimana, Lettore. Negli ultimi giorni ti ho scritto poco, limitandomi a pubblicare i testi che ti volevo far leggere. Oggi ritorno a parlare un po' con te, per raccontarti qualche cosa.
Giornata parecchio strana, quella di oggi. Sai, ieri sera sono stato alla presentazione di un libro, un'antologia di un concorso letterario chiamato "Emozioni fra le righe" che contiene anche un mio racconto con il quale ho partecipato all'inizio di quest'anno e, dopo essere stato segnalato, mi sono classificato terzo. Esperienza molto carina, quella di ieri sera. Devo aggiungere che lo è stata anche e soprattutto perché finalmente ho passato una bella serata fuori con la mia ragazza e ci siamo potuti rilassare un pochino senza l'ombra minacciosa e incombente dello studio su di noi. Sono tornato tardi perché l'evento si svolgeva dall'altra parte della città, perciò stamattina ho dormito fino alle dieci. E così adesso sono un po' scombussolato... Ma niente paura: sono qui, e questo è l'importante. Giusto?
Allora, vediamo un po'... Lunedì uscirà il nuovo Episodio 10 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", intitolato "La Festa". Sarà un po' diverso dai precedenti, perché invece di subire un continuo cambiamento di prospettiva tra più protagonisti l'intreccio si limiterà a svolgersi attorno ad un avvenimento e ai personaggi di Katie e Chris. Penso possa essere una cosa interessante, ma lascerò a te le valutazioni, Lettore - dopotutto, io sono un pochino di parte!
Detto questo, concludo la settimana con il prossimo post, che ora mi accingo a scrivere e pubblicare.

venerdì 4 novembre 2011

La Lunga Strada

Quanta amarezza c'è in questo mondo. Quanta oscurità, quanta solitudine. Eppure siamo in tanti. Sette miliardi e spiccioli, e continuiamo a crescere ad un ritmo spaventoso. Ma siamo circondati dal vuoto, e non sappiamo perché. Un vuoto che ci assedia senza sosta, e un vuoto che preme dentro di noi per esplodere e uscire dalle nostre anime annerite.
Seguiamo la strada, ma non sappiamo dove ci porterà. Una strada senza inizio e senza meta, che si srotola nel deserto come la lingua arida di un cadavere disidratato. La percorriamo giorno dopo giorno con la sola compagnia di noi stessi, ascoltando i nostri passi che echeggiano sull'asfalto arso dal sole. E non capiamo che potremmo fermarci in qualunque momento. Proseguiamo, non smettiamo un attimo di camminare, perché chi si ferma è perduto.

giovedì 3 novembre 2011

Eglon: Origine del Nome

Bentornato, mio Fedele Lettore!
Sono felice che tu mi sia venuto a trovare anche oggi! Avevo proprio voglia di scambiare quattro chiacchiere con te...
Oggi parliamo un po' del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon", Lettore.
Come ben saprai, è previsto per lunedì prossimo l'Episodio 10 della Prima Stagione, così ho deciso di cogliere l'occasione per raccontarti qual è l'origine del nome "Eglon".
Ne approfitto intanto per informarti di una piccola novità all'interno del blog: un pannello laterale che conterrà tutte le informazioni principali riguardanti il Romanzo a Puntate, completo di link ai vari post. I collegamenti agli episodi, invece, rimarranno disponibili nel pannello a sé stante "Le Anime di Eglon - Prima Stagione".
Fatte queste precisazioni, è tempo di parlare di "Eglon".

mercoledì 2 novembre 2011

Che Cosa Resta

Navighiamo in questo mondo su di una nave dalle vele sbrindellate, un'imbarcazione lenta e pesante che fa fatica a sfruttare tutto il vento che le viene messo a disposizione. Non riusciamo a capire perché siamo qui. Che cosa ci facciamo in questo buco dell'universo, in questo puntino per nulla luminoso che ambiguamente amiamo e sfruttiamo, schiavizzando la natura e sottoponendola al nostro volere - e potere?
Partiamo da qui a riflettere, visto che non sappiamo con esattezza da dove siamo partiti a vivere, da quale punto preciso del cosmo abbiamo incominciato a navigare, da quale sorgente di luce siamo scaturiti come zampilli di un chiarore sempre più smorzato e sempre più tenue.
Per quale motivo ci troviamo qui? Una risposta a tale interrogativo è alquanto difficile da dare. Forse è addirittura impossibile formulare una risposta definitiva di fronte a questa domanda. In fin dei conti, per quanti millenni l'uomo ha provato a farlo invano? Di certo, però, possiamo dire con una certa dose di sicurezza che siamo qui per qualcosa. Lo diciamo, anzi. Abbastanza alla leggera, vorrei soggiungere. Lo sosteniamo con tanta convinzione da apparire noi stessi insicuri, lo urliamo così forte da sovrastare persino le nostre stesse voci.

martedì 1 novembre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 10

L'Episodio 9 del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon" è online da ieri, Lettore, e oggi è di conseguenza tempo di condividere le anticipazioni riguardanti il prossimo capitolo della serie.
Durante questo breve periodo di vacanza (2 giorni non sono molti, purtroppo; la domenica non la conteggiamo, perché sarebbe stata comunque giornata di riposo!) ho avuto modo di lavorare alla stesura degli Episodi 13 e 14, completando il primo e avviando il secondo. Devo dire che la trama si sta facendo più fitta che mai, e fra un po' sarà necessario incominciare a sciogliere qualche enigma per aprire la strada al finale della Prima Stagione che non so ancora di preciso quando verrà. Per adesso, in ogni caso, io continuo a scrivere, e vedremo che cosa ne uscirà...
Ti aspetto nei prossimi giorni per ulteriori aggiornamenti e pubblicazioni sempre nuove!
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