sabato 24 novembre 2012

Solo andata, no ritorno - 4

Quando il treno cominciò a rallentare dopo una breve galleria Roberto quasi non ci fece caso.
I residui dell’incubo che aveva avuto un paio di stazioni prima erano stati lavati via con cura dai suoi pensieri, come pezzettini di sapone sul bordo del lavandino con una passata di spugna. Adesso si sentiva meglio, più sereno, ed era riuscito a rimettersi a leggere in compagnia del silenzio di Francesca.
Il tipico odore di bruciato dei freni firmati Trenitalia invase lo scompartimento e le loro narici quasi con gentilezza, insinuandosi leggero. Roberto ascoltò il fischio delle ruote che slittavano sui binari cercando di accumulare più attrito possibile. Tenne il segno con un dito e abbassò il libro, spostando lo sguardo all’esterno.
Si era perso il nome della stazione. Ma era un posticino piccolo, con due coppie di binari che transitavano accanto alla piattaforma di discesa in cemento armato. Niente copertura per i passeggeri che fossero scesi, ma perlomeno aveva smesso di piovere. Fuori pareva non ci fosse nessuno ad aspettare il treno. Meglio così, rifletté. Almeno fino alla prossima fermata non dovremo condividere lo scompartimento con nessun altro. La stazione vera e propria, un modesto edificio squadrato con un grosso orologio analogico sulla facciata, sembrava deserta. La porta era aperta, ma all’interno non si riusciva a cogliere alcun movimento.
Lanciò un’occhiata veloce a Francesca e vide che era ancora immersa nella lettura. E beata lei che riusciva davvero a concentrarsi sulle pagine, pensò. Lui non riusciva a finire un capitolo senza pensare ai tre giorni che sarebbero venuti. Alle cose di cui avrebbero dovuto parlare. Alle discussioni che sarebbero sorte, e alle lacrime che avrebbero versato in silenzio, nascondendosi per non farsi scoprire intenti ad asciugarle.

sabato 17 novembre 2012

Solo andata, no ritorno - 3

La luce spettrale emessa dalla lampada al neon nello scompartimento faceva venire freddo. Si diffondeva come una cascata di corpuscoli biancastri, quasi che riversasse su di loro una specie di pulviscolo brillante che svolazzava sopra i sedili e vi si depositava in una pellicola oleosa.
Roberto guardò fuori dal vetro e incontrò l’oscurità densa e impenetrabile che stava dall’altra parte. Era come viaggiare in un piccolo sottomarino all’interno di un pozzo di petrolio e avere a disposizione un oblò per guardare fuori. Si vedeva riflesso nel vetro, circondato da quel lugubre alone di luce cerulea. E vedeva anche Francesca, che osservava l’esterno proprio come lui e si specchiava nel buio.
La porta dello scomparto si spalancò di colpo e il volto di un uomo sulla settantina fece capolino all’interno, sbirciando.
«Oh, scusate» bofonchiò il nuovo arrivato, salutando con un ampio sorriso a cui mancava una buona metà dei denti e richiudendo la porta. Scomparve, divorato dal corridoio del vagone, e Roberto e Francesca poterono tornare a concentrarsi sulle proprie immagini che comparivano nel vetro come spettri lattiginosi.
«Quanto dura questa galleria?» domandò lei finalmente, sbuffando e allungando le braccia per stiracchiarsi.
«Troppo» borbottò lui, sbadigliando e scuotendo la testa come per tenersi sveglio.
Fuori c’erano solo le tenebre, tenebre che correvano e scivolavano addosso al vetro, lungo le pareti esterne del treno, aderendovi come una melma appiccicosa e slittando via. Roberto immaginò l’oscurità come uno strato di gelatina nera e la vide ricadere sui binari dopo il passaggio del treno, afflosciarsi sul pavimento roccioso della galleria e colare dalle pareti, gocciolando dal soffitto. Quell’immagine sì che era in grado di dare l’idea di un buio denso, accidenti!
«L’hai visto?» bisbigliò tutt’a un tratto Francesca, e la sua voce si fece talmente flebile che a Roberto si accapponò la pelle.

mercoledì 14 novembre 2012

Terzo Estratto dalla Seconda Stagione

Il tempo scorre, Caro Lettore, e l'uscita della Seconda Stagione de "Le Anime di Eglon" si avvicina in fretta.
Oggi ti voglio regalare un altro breve estratto di anticipazione, sempre dall'Episodio 1: "Degna Sepoltura".
Goditelo, e inizia a pensare a cosa succederà. Perché sta per arrivare una Stagione piena di sorprese...


La cosa che più lo infastidiva era l’impossibilità di controllare ciò che stava succedendo. Erano passati già due mesi dal giorno dell’assalto al ponte, e ormai era inverno. I soldati soffrivano il freddo, e anche la mancanza di un progetto a lungo termine che chiarisse la loro presenza in quell’accampamento poco distante da casa, troppo vicino alle famiglie.
Ricordava la notte dell’esplosione. Quella in cui avevano fatto saltare in aria la Eglon Tower, spaventando a morte tutti i reparti dell’esercito che osservavano le fiamme da lontano, intenti a leccarsi le ferite. Non aveva ancora capito con esattezza cosa fosse capitato. Sapeva soltanto che Eglon era rimasta senz’acqua, senza elettricità, senza carburanti e senza cibo da un bel pezzo, e sebbene fosse dicembre inoltrato ancora non mostrava segni di cedimento.
Quell’assedio sarebbe potuto durare all’infinito. Lo sapeva il comandante Smith, lo sapevano i suoi soldati e lo sapevano gli alti vertici che prendevano le decisioni. Tagliare i rifornimenti non era servito a niente. In quale altro modo si sarebbe potuto colpire? Sganciando un tappeto di bombe e rinunciando a salvare migliaia e migliaia di innocenti?

sabato 10 novembre 2012

Solo andata, no ritorno - 2

Il viaggio proseguì poco turbolento per un bel pezzo, finché fuori non cominciò a piovigginare.
Le raffiche di vento che sferzavano i vagoni erano violente, tanto che le si poteva quasi percepire dall’interno. Gocce di pioggia si stampavano come monetine d’argento sui vetri dei finestrini, per poi scivolare via a causa della velocità. Nonostante tutto, si stava bene là dentro. Se non altro, era abbastanza caldo e asciutto da non destare alcuna invidia nei riguardi dei passanti che lottavano per non farsi strappare via l’ombrello dalle mani.
Era bello osservare la pianura che si srotolava pigramente appena al di là del vetro, come all’interno dello schermo di un computer, in un video fin troppo realistico. Il cielo era plumbeo, con qualche ematoma violaceo qua e là. Sembrava che un gigante avesse deciso di prenderlo a pugni.
E poi c’erano i paesi in lontananza. I tetti delle abitazioni, i profili dei caseggiati, le ombre dei campanili che troneggiavano su tutto il resto. Ogni cosa compariva e se ne andava con la stessa fretta, mentre il treno passava oltre. Mentre loro passavano oltre, lasciando dietro di sé un mondo pullulante di vite e di problemi che continuavano a intrecciarsi nonostante tutto.
Erano pensieri tristi. Troppo profondi per quel misero vagone di Trenitalia. E non gli permettevano di concentrarsi sul libro che stava leggendo, così lo richiuse, tenendo il segno con un dito tra le pagine, e tornò a guardare fuori.
Francesca gli lanciò un’occhiata fugace. Lui la registrò con la coda dell’occhio e finse di non accorgersene. La ragazza riabbassò lo sguardo sul proprio tascabile e non parlò.

venerdì 9 novembre 2012

Domani il Secondo Capitolo

Bentornato, mio Carissimo Lettore!
Allora, che cosa mi dici: piaciuto il Capitolo 1 del nuovo Romanzo a Puntate "Solo andata, no ritorno"?
Domani riprenderemo in mano la storia con il secondo capitolo, ancora più coinvolgente e intrigante. Il treno scivola verso una realtà che non puoi nemmeno immaginare, un mondo inedito dal quale sarà difficile anche per te riemergere...
Sta' pronto, Lettore, perché siamo soltanto all'inizio. Se credi di aver già capito di che cosa si tratta, devo avvisarti che ti stai sbagliando di grosso. Tutto deve ancora accadere...

sabato 3 novembre 2012

Solo andata, no ritorno - 1

I vagoni di Trenitalia erano tutti uguali. Dal primo all’ultimo. Questa valutazione, però, non era tanto confortante quanto sarebbe potuta sembrare. Anzi, al contrario: era quasi demoralizzante, e guardare quelle specie di toppe di lamiera saldate all’esterno del convoglio faceva venire la pelle d’oca.
Nessuno sano di mente sarebbe salito tranquillo su quel treno vedendo com’era ridotto. Sfortunatamente, non avevano molte alternative, e di questo Roberto era fin troppo consapevole.
I freni fischiavano così forte da far passare la voglia di sentirli persino a un sordo appena miracolato. E c’era odore di bruciato, quando venivano azionati. Come se il metallo dei binari fosse sul punto di fondere. A dire il vero, in quel momento Roberto non si sarebbe stupito più di tanto se avesse visto le ruote sciogliersi e i vagoni sprofondare di qualche centimetro.
«Amore, tutto a posto?» gli domandò Francesca, in piedi dietro di lui con lo zaino in spalla e la borsetta sottobraccio. Si girò a guardarla e le sorrise. Il suo sguardo si rasserenò subito, come un cielo da cui il vento avesse spazzato via ogni rimasuglio di nuvole.
«Sì, è tutto okay» rispose, sfiorandole una guancia con le dita. Afferrò il proprio zaino e se lo caricò sulle spalle, sorridendole ancora. «Saliamo.»

Esordio

Buongiorno, mio Carissimo Lettore!
Finalmente siamo arrivati al mattino d'esordio del nuovo Romanzo a Puntate di "Scrivere Sotto la Luna", del quale ho fin'ora lasciato trapelare poco o niente.
Ecco, adesso è arrivato il momento di scoprire di che cosa si tratta.
Cominciamo, quindi, senza indugiare oltre.
E come sempre, Lettore: buon viaggio!

venerdì 2 novembre 2012

Un Solo Giorno

Ci siamo quasi, Fedele Lettore: domani uscirà in esclusiva il Capitolo 1 del nuovo Romanzo a Puntate di "Scrivere Sotto la Luna": "Solo andata, no ritorno"!
Preparati ad avventurarti per la prima volta in una storia che sarà difficile abbandonare, mio Carissimo Lettore. Ogni sabato, qui...
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