lunedì 31 ottobre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 9 - L'Esercito degli Stati Uniti

«Signore, una chiamata dall’ufficio dell’FBI di Little Rock. Dicono che è importante» lo avvisò tramite interfono uno dei suoi sottoposti.
«D’accordo, passamela» approvò l’uomo seduto dietro la scrivania senza tanti giri di parole.
«Signor Kozinski?» domandò una voce dall’altro capo della linea.
«Sì, sono io» confermò tranquil-lamente.
«Ci troviamo su una linea sicura?»
«Io sono sempre su una linea sicura. Che cosa c’è?»
«Ci occorre un’informazione, signor Kozinski» avanzò senza indugio il suo interlocutore.
«Un’informazione, eh? Di che genere?»
«Si tratta di Eglon, signor Kozinski…» spiegò con calma la voce dell’agente dell’FBI.
«Eglon… Che altro vi interessa sapere di Eglon?»
«Tutto quello che non ci ha detto, signor Kozinski. Lei forse ancora non lo sa, ma laggiù è cominciata. Un reparto dell’esercito è in movimento per raggiungere la città, ma stiamo seguendo i loro movimenti attraverso il satellite e hanno costruito sotto il nostro naso una barricata completa nel giro di poche ore…» principiò la voce dall’altra parte, ma Kozinski la fermò.
«Io so tutto. Sapere è il mio lavoro. So che cosa è successo e so che cosa sta per succedere. Ad ogni modo, vi ho già detto tutto.»
«Se ci avesse detto tutto, allora avremmo saputo in tempo dei carri armati!» ribatté freddamente la voce risuonando minacciosa all’interno della cornetta. «Oppure questa è una novità anche per lei, signor Kozinski?» soggiunse in tono beffardo.
«Come vi ho già detto, sapere è il mio lavoro» ribadì molto pazientemente Victor Kozinski. «E adesso non ho altro da dirvi.»
Riattaccò, lasciando l’agente dell’FBI di Little Rock che l’aveva chiamato con il silenzio della comunicazione interrotta.
«Non desidero ricevere altre telefonate dall’FBI, per oggi» comunicò all’interfono, e una voce femminile rispose affermativamente.
Eglon… E così, alla fine l’avevano fatto. Avevano tirato fuori i carri armati, avevano occupato la città e l’avevano barricata. Quegli scaltri figli di puttana si erano organizzati bene, dopotutto. Con un supporto come quello di cui disponevano, chi non avrebbe saputo mettere in piedi un’operazione simile?
Bisognava dire, però, che avevano fegato. I reparti speciali sarebbero stati schierati attorno alla città entro quella sera, e l’ONU non avrebbe rilasciato dichiarazioni importanti più tardi di ventiquattro ore. Il governo americano avrebbe richiesto l’autorizzazione per un intervento parzialmente violento, e tale richiesta sarebbe stata respinta senza mezzi termini. Allora sarebbe scoppiato il pandemonio.
Victor Kozinski sorrise. Sapere di aver dato una mano a mettere in piedi una cosa simile era davvero gratificante. Gestire un traffico di informazioni come quello che possedeva lui era un privilegio davvero niente male, ma alle volte poteva ritorcersi contro chi se ne serviva in maniera implacabile. Così l’FBI, che si era rivolta alla sua agenzia il mese scorso per ottenere informazioni e si era dimostrata una cliente disposta a sborsare somme decisamente considerevoli, aveva appena imparato a proprie spese questa piccola lezione di realtà.

domenica 30 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte VIII

Come aveva previsto l’ufficio 074, le barriere mentali che Matthew Sunstrike si era costruito con tanta cura e difficoltà cedettero, così come le gambe dell’uomo, che si inginocchiò sull’asfalto e si lasciò pervadere da quella sensazione di smarrimento, rimpianto, dolore e terribile tormento che gli maturava nel cuore e si stava allargando fino ad incenerirgli l’anima. Aveva superato il limite di sopportazione umana. Joseph Cunnighel, che aveva cercato di avvertirlo, si dissolse nel buio, diventando parte della notte stessa che lo avvolgeva, e Matthew si ritrovò solo davanti alla casa in fiamme, a scorgere l’ultimo pietoso sguardo di accettazione della sua amata prima che il fuoco la lambisse, e gli occhi seri e impassibili del suo stesso volto pochi metri più in là, gli occhi che avevano provocato la morte di Cristal e che ora rifulgevano dei bagliori dell’immenso rogo.
La stanza ritornò ad essere improvvisamente normale. Dominata dalla polvere, come lo era stata in partenza. Un monotono ufficio qualsiasi, niente di straordinario. La pioggia bussava alle finestre con tenacia e ostinazione, ossessivamente, e fuori un cielo bigio e languido veniva percorso dai rapidi e furiosi latrati del vento.

sabato 29 ottobre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo II

  Billy spalancò gli occhi, svegliato di soprassalto da un rumore secco e crepitante che lo strappò dal mondo dei sogni con incredibile rapidità. Si guardò attorno ansimante e riconobbe abbastanza facilmente i contorni sfumati della sua camera da letto, solidi e sicuri malgrado apparissero ancora leggermente sbiaditi.
Tirò un sospiro di sollievo e si rigirò tra le coperte, raggomitolandosi su se stesso per scaldarsi.
Chiuse gli occhi e tentò di lasciarsi scivolare ancora una volta nel sonno interrotto, ma un altro rumore lo colse alla sprovvista, facendogli accelerare il battito cardiaco.
Aprì nuovamente gli occhi e tese le orecchie, sistemandosi sulla schiena e tirando su lievemente la testa per sogguardare la porta chiusa della camera. Dal corridoio trapelava una luce attraverso la serratura. Si sollevò sui gomiti e strinse le palpebre per mettere bene a fuoco, cercando di capire se si trattasse della sua immaginazione.
Il rumore di poco prima si ripeté, così limpido e naturale da risultare inconfondibile. Gli fece accapponare la pelle, ma Billy non si scompose. Restò fermo e zitto ad ascoltare quel verso gutturale che sapeva di masticazione, e si domandò nel frattempo se stesse ancora sognando. C’era qualche possibilità che non si fosse ancora svegliato del tutto?
Temo di no. Ho paura che adesso… che stavolta siano arrivati.

Regalo di Halloween

Mio Fedelissimo Lettore, ho giusto qui il mio speciale "Regalo di Halloween" per te, con un paio di giorni di anticipo per non sconvolgere la regolare pubblicazione del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon". Un secondo presente sarà disponibile nel blog "Scrivere Sotto la Luna" a partire da domani: si tratta naturalmente della conclusione del racconto horror inedito "La Stanza in cui Piovono Lacrime", scritto da me e ispirato ad una storia dell'indiscusso Re del Brivido Stephen King.
Sei curioso di sapere qual è il misterioso Regalo di Halloween di oggi, Lettore?
Bene, è giunto il momento di svelarlo: "The Walking Dead: Amore e Morte - Capitolo II". Finalmente l'episodio ispirato alla serie televisiva "The Walking Dead" che sto scrivendo incomincia ad entrare nel vivo dell'azione. In questo Capitolo II, di più ampio respiro rispetto a Prologo e Capitolo I, i morti incominciano a fare la loro comparsa in maniera più massiccia e raccapricciante, aprendo la strada a quella che sarà un'avventura a dir poco emozionante.
Ti auguro di fare un buon viaggio tra queste nuove righe, Lettore, in un mondo post apocalittico sconvolto da un'epidemia che rende l'uomo il peggior nemico dell'uomo in una prospettiva completamente diversa: perché qui è la morte a rincorrere senza sosta la vita per cancellarla.

venerdì 28 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte VII

«Mi ha mandato qui il signor Duhlander, Matthew» rispose Joseph con indifferenza, come se il particolare fosse del tutto trascurabile. Matthew sorrise dentro di sé. Duhlander…questo nome gli faceva ritornare in mente un sacco di cose, a partire dal suo colloquio di diversi anni prima con il ragazzo. Aveva scoperto che Duhlander, attivo durante la Seconda Guerra Mondiale, era stato preposto tra il 1942 e il 1945 ad un laboratorio che faceva esperimenti sull’uomo utilizzando ebrei come fossero carne da macello, testando su di loro ogni genere di sevizie e torture per valutare quali fossero i limiti di sopportazione del corpo umano. Rabbrividì. Il pensiero di quanto dovessero essere stati terribili questi indelebili fatti della storia lo faceva sempre rabbrividire. Respinse con disgusto l’idea di ritornare con la mente alle riflessioni cui era arrivato durante i suoi colloqui di molti anni fa con Joseph Cunnighel. Sottolineò invece il fatto che il ragazzo lo avesse chiamato Matthew, invece che signor Sunstrike come aveva sempre fatto; questo non era proprio un buon segno.
«Il signor Duhlander?» domandò, non sapendo in che altro modo muoversi. Dietro di lui l’allegro crepitio delle fiamme che avevano incenerito la sua casa stava continuando, così come le urla tutt’attorno sembravano non avere la minima intenzione di voler cessare.
«Sì. Mi ha detto che dovevo avvisarti, Matthew. Che dovevo aiutarti, perché avevi estremamente bisogno d’aiuto» sussurrò, quasi sibilando come un serpente. I suoi occhi vitrei sembravano quelli di un cadavere, eppure era forse l’entità più concreta che ci fosse in quella stanza tramutata in notte illuminata dal fuoco. Si chiese perché l’ufficio 074 avesse deciso di mettere in campo Joseph, quale fosse il filo del progetto che stava attuando per riuscire a indurre anche lui a suicidarsi.

Il Weekend si Avvicina

Il weekend di Halloween si avvicina, Lettore, e questo significa che nuove sorprese stanno in agguato nell'ombra, pronte a balzare fuori Sotto la Luna quando meno te lo aspetti...
Quali sorprese? Be', innanzitutto la conclusione del racconto inedito "La Stanza in cui Piovono Lacrime", che uscirà in via del tutto eccezionale questa domenica. E l'Episodio 9 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", che vedrà alcuni entusiasmanti colpi di scena: "L'Esercito degli Stati Uniti", programmato per lunedì. Ma anche per domani, sabato 29 ottobre 2011, è prevista una piccola sorpresina che ti lascerà un sorriso sulle labbra e ti preparerà ad un Halloween all'insegna dell'orrore...
Per adesso non voglio anticiparti altro, Lettore. Ti lascio al penultimo capitolo del racconto inedito "La Stanza in cui Piovono Lacrime", ossia la Parte VII. E domani...
Domani.

giovedì 27 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte VI

Pian piano, così com’erano iniziati, gli strazianti urli di agonia di Bob cessarono, e il corpo del ragazzo si sciolse lentamente in polvere, mescolandosi allo strato di cenere che rivestiva il pavimento quasi sostituendosi ad esso. Matthew non si mosse. Non era stato particolarmente colpito da quelle visioni. Ne aveva avute di peggiori, in passato. Possibile che quell’ufficio sperasse davvero di poter far leva sul vecchio Bob Cleck per indurlo a suicidarsi?
Ma, chiaramente, quello era stato soltanto un assaggio. La cenere si librò densa nell’aria, in un cielo fattosi improvvisamente bigio e uniforme, e andò a raggrupparsi in fretta disegnando, come con un carboncino mosso da mano esperta, la facciata frontale della casa che un tempo, prima del grande incendio, era stata sua e di Cristal. Rimase senza fiato, ma non si scompose. Aveva ancora la forza per continuare ad andare avanti. Quello non era niente, i ricordi non gli facevano più male. Aveva perduto anni della sua vita per riuscire a convincersi di questo. Non avrebbe mai e poi mai permesso a quella stanza polverosa di mettere a soqquadro la sua esistenza in poche ore. Ma le urla di agonia di Bob, immancabilmente, ripresero a risuonargli nelle orecchie…

mercoledì 26 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte V

«Bob!» esclamò, con una punta di sorpresa nella voce. Possibile che quell’ufficio fosse già giunto a questo punto? Era già riuscito ad esplorare la sua mente con tanta facilità e velocità, senza nemmeno lasciargli il tempo di rendersene conto? Poteva anche darsi, si convinse, ma le sue barriere di resistenza erano molto forti. Sarebbe riuscito a mantenere il controllo e a reggersi in piedi, qualunque cosa potesse comparire all’improvviso entro quelle quattro mura intonacate di sangue denso e vermiglio che colava e gocciolava ininterrottamente sul pavimento non più ricoperto da uno strato di polvere, bensì da diversi centimetri di cenere.
E il suo sguardo, per un momento, fu attirato proprio dalla cenere. Lì a terra, tra i rimasugli di carbone, c’era una cornice dorata, con piacevoli motivi floreali incisi nel metallo e fili d’argento che disegnavano farfalle e piccoli cuoricini. Tutta la cornice era resa opaca dal fuoco, e in alcuni punti sembrava fosse parzialmente bruciata. Il vetro c’era ancora, e la fotografia dietro appariva integra, non divorata dalle fiamme, bella e terribilmente dolorosa come lo era sempre stata in ogni istante in cui l’aveva riguardata mentalmente dopo il tragico incidente. Due volti gli sorridevano, da quella fotografia: uno era quello di un Matthew Sunstrike decisamente più giovane, vestito in smoking, tirato a lucido, i capelli ben pettinati all’indietro e il volto così felice e…spensierato. Già, questo era ciò che l’espressione gli comunicava. Ma accanto al proprio volto ce n’era anche un altro, uno che gli faceva molto più male, un sorriso che lo penetrava, rendendolo indifeso, incorniciato tra una lucente cascata di capelli corvini e un velo bianco che gli conferiva un aspetto quasi etereo, divino, per certi versi. L’abito da sposa era davvero magnifico. Ricordava ancora il giorno in cui l’aveva vista avvicinarsi all’altare…sua moglie…la sua dolce Cristal…

Prosegue il Racconto Inedito

Prosegue il racconto inedito "La Stanza in cui Piovono Lacrime" con l'attesa Parte V! Sei pronto a rimettere piede nell'Ufficio 074, Lettore? Spero di sì, perché stai per scoprire nuove sconcertanti cose sul conto di quella stanza e dell'uomo che vi è entrato, l'enigmatico Matthew Sunstrike...
Ci siamo? Okay allora, vieni con me. Qui, in fondo al corridoio. D'accordo, la porta è questa. Te la senti? Su, coraggio. Ci sono qui io con te. Appoggia la mano sul pomello, gira e... Varca la soglia.

martedì 25 ottobre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 9

Mio Assiduo Lettore, anche l'Episodio 8 del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon" è andato, il che significa che è tempo di parlare del prossimo capitolo, in uscita questa volta per il giorno di Halloween! E visto che l'Episodio 9 sarà pubblicato nel giorno della cosiddetta "Festa dei Morti", ho voluto renderlo speciale con l'inserimento di una scena nella parte conclusiva che ti lascerà col fiato sospeso fino all'ultima riga.
Domani pubblicherò la Parte V del racconto inedito "La Stanza in cui Piovono Lacrime"; oggi, invece, ecco qui in esclusiva per te le Anticipazioni sull'Episodio 9:

lunedì 24 ottobre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 8 - La Città Barricata

Venerdì 9 settembre 2011

Qualcuno bussò alla porta.
Era tardo pomeriggio, e il lavoro da fare era sempre troppo. Amministrare una città non era semplice, ma amministrare una città in Arkansas con almeno venti fattorie attorno che rientravano nella giurisdizione territoriale era ancora più difficile.
Eglon contava per l’esattezza ventiquattro fattorie, nei dintorni, che dal punto di vista burocratico facevano capo al Comune della città. E non c’è bisogno di dire che spesso davano parecchi grattacapi al sindaco John Donaldston, perché i contadini venivano da lui per ogni nonnulla, quando c’erano da richiedere permessi, quando erano in corso diatribe sulla proprietà di una pianta, quando un animale si infilava per l’ennesima volta nei campi del vicino e quest’ultimo non voleva più restituirlo. La gente non si sapeva arrangiare da sola. Specialmente quella di campagna, a detta del sindaco Donaldston. E per lui si trattava soltanto di un altro carico di problemi extra da risolvere.
«Avanti» accolse John Donaldston da dietro la scrivania del suo ufficio, e la porta si aprì per permettere alla snella e graziosa figura di Nancy Vaugher di entrare.
«Sindaco Donaldston, mi spiace disturbarla quando so che ha molto lavoro da fare, ma ho bisogno che dia un’occhiata ad alcuni documenti…» esordì l’addetta all’anagrafe con fare titubante. Sembrava un po’ scossa, giudicò John. Probabilmente era solo stanca.
«Di che si tratta?»
«Alcune persone arrivate in città la settimana scorsa. Ho qui le loro carte d’identità e mi sono fatta lasciare anche i passaporti, per precauzione. Mi ha detto lei di controllare accuratamente la gente che si trasferisce nella nostra città, e di accertarmi che sia innocua» spiegò la donna, e John Donaldston annuì. Sì, ricordava quel discorsetto che le aveva fatto un paio di mesi prima. Ultimamente le cose non andavano troppo bene. C’erano stati dei tizi che lo scorso inverno avevano ottenuto la residenza ad Eglon e si erano messi a spacciare cocaina nel bel mezzo del parco pubblico. Prenderli non era stato facile, e cacciarli dalla città si era rivelato un compito fin troppo dispendioso per i suoi gusti. Meglio prevenire che curare, diceva sempre suo nonno. L’aveva trasformato da banale motto in serio stile di vita.
«D’accordo. Qual è il problema?» s’informò il sindaco sbuffando lievemente.
«Ci sono dei dati che non corrispondono» sussurrò Nancy posandogli sulla scrivania un pacchetto di fogli stampati tenuti insieme con due graffette di plastica gialla. «Niente di cui preoccuparsi, molto probabilmente,» si affrettò a soggiungere, «ma la prudenza non è mai troppa.»
«Grazie, Nancy. Darò un’occhiata a queste carte domattina come prima cosa quando rientrerò in ufficio» promise il sindaco Donaldston, e l’addetta all’anagrafe oltrepassò la porta e sparì.
Nancy Vaugher era tutta un fremito. Si guardò attorno con circospezione ed entrò nel proprio angusto ufficio, chiudendosi la porta alle spalle con mano tremante e lasciandosi sfuggire un singhiozzo e l’accenno di una lacrima oltre le lenti degli occhiali.
«Brava, Nancy, ben fatto» approvò l’uomo che se ne stava tranquillamente seduto dietro la scrivania del suo piccolo ufficio, con lo schienale inclinato, le gambe accavallate sul ripiano del tavolo e una pistola provvista di silenziatore puntata in direzione dell’addetta all’anagrafe.

Ritorniamo ad Eglon

Una nuova settimana è iniziata, Lettore. Un nuovo centinaio di post è in attesa di esplodere su "Scrivere Sotto la Luna", ma adesso è il momento di riprendere la narrazione da dove ci eravamo interrotti l'ultima volta.
"L'Alba del Nuovo 11 Settembre" lascia spazio alle prossime vicende e ad inediti colpi di scena. Ora è tempo di rimettersi in carreggiata e scoprire come andrà avanti.
Ritorniamo ad Eglon.

sabato 22 ottobre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo I

 «Billy, vieni a darmi una mano?» chiamò Stephanie dalla cucina.
Il ragazzo la raggiunse e si fermò a guardarla dalla soglia. Gli dava la schiena ed era affaccendata attorno ai fornelli.
«Stai usando ancora il gas, Steff?» domandò Billy in tono arrendevole.
«Solo per qualche secondo, tranquillo. Dovevo scaldare l’olio» spiegò Stephanie sulla difensiva, voltandosi e rivolgendogli un sorriso nervoso e fugace.
Billy sospirò. Ne avevano soltanto due bombole, in garage, e quella collegata al fornello era ormai pressoché esaurita. Ma se Steff ne aveva bisogno andava bene. Dopotutto, c’era sempre la stufa per quando il gas fosse finito. E di legna non ne mancava, lì attorno.
«Hai finito con quella pianta?» s’informò Stephanie quasi con noncuranza. La tensione, però, trapelava dall’espressione del suo viso, e questo era sufficiente a farla apparire preoccupata. In fin dei conti, avevano due casette e un intero garage da riempire di legna prima che le temperature diventassero troppo rigide e la neve avvolgesse nel suo fatale abbraccio la montagna.
«Tagliata, spostata e accatastata. Domattina tirerò giù un altro paio di alberi dal bosco qui sopra» confermò Billy.
Avevano deciso di non toccare le piante ai lati dell’abitazione, perché fungevano sia da protezione che da eventuale scorta nell’eventualità in cui il deposito fosse stato completamente svuotato nel corso dell’inverno. Di solito lì, quando nevicava, le strade rimanevano impraticabili anche per dei mesi interi. E non doveva essere granché simpatico rimanere chiusi in casa con una decina di gradi sotto lo zero e non potersi accendere un fuoco.

Grazie, Lettore

Mio Affezionatissimo Lettore, sono immensamente lieto di annunciarti che questo è il novantanovesimo post del blog "Scrivere Sotto la Luna" e che il prossimo, di conseguenza, sarà il post numero 100! Dopo poco più di due mesi di attività siamo arrivati alla bellezza di cento post e oltre duemila visite, e desidero cogliere l'occasione per ringraziarti dal più profondo del mio cuore: se non fosse per te, Lettore, per la tua presenza e per il tuo interesse, questo blog non esisterebbe e tutti gli scritti che ho pubblicato qui fino ad ora sarebbero ancora nel buio interno del mio cassetto e nella fredda memoria del mio computer. Perciò grazie, Lettore, grazie e ancora grazie!
Sta per uscire il Capitolo I dell'episodio ispirato a "The Walking Dead" da me scritto, "Amore e Morte"; lunedì, invece, uscirà l'Episodio 8 del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon", intitolato "La Città Barricata". Adesso, però, voglio parlarti un po' di "Scrivere Sotto la Luna".
Dalla nascita di questo blog ci sono stati visitatori provenienti da ogni dove, e desidero ringraziare ciascuno di loro per il supporto e per l'indispensabile presenza (soprattutto, per quanto riguarda l'estero, Stati Uniti e Germania, Paesi dai quali entrano quotidianamente diversi fedeli visitatori per leggere i post di volta in volta pubblicati). Mi è venuta dunque l'idea di stilare una sorta di "classifica" dei Paesi dai quali entrano più lettori, e di posizionarla qui di seguito per chiunque sia interessato a vedere da dove arrivano le persone che leggono "Scrivere Sotto la Luna":

venerdì 21 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte IV

Alla fine Matthew rinunciò. Non importava quanti sforzi potesse fare. La porta non avrebbe ceduto. Si rassegnò e tornò davanti alle finestre, per fermarsi lì impalato a fissare i vetri sporchi e incrostati di polvere. Il cielo e il verde all’esterno erano scomparsi nel nulla portando con sé le nubi ed il sentore di temporale e pioggia. Al loro posto era comparsa un’oscurità insondabile, profonda e nera come l’anima di un condannato a morte, un infinito spazio aperto dominato dalle tenebre. E l’ufficio volteggiava sospeso nell’aria in quel luogo assurdo precipitato al di là del mondo e della realtà. Matthew non riuscì a nascondere un sorriso di trionfo. Finalmente ciò per cui aveva atteso. Ed era valsa la pena di aspettare. Era addirittura meglio di quanto se lo fosse immaginato. Un potenziale unico e inespresso, e non era ancora tutto. La parte più interessante sarebbe presto cominciata.
Dalle pareti, lentamente quanto improvvisamente, cominciò a scrostarsi l’intonaco. Veniva via proprio a brandelli, separandosi dal muro come stesse tentando di sfuggirgli disperatamente. Cadeva in minuscoli frammenti sul pavimento polveroso, lasciando le proprie tracce e poi svanendo come dissolto in polvere. Una nevicata che non tralasciava alcuna impronta al suolo del proprio passaggio.

giovedì 20 ottobre 2011

Gestire Una Trama

Gestire una trama, per uno scrittore, è un'operazione generalmente complessa. La difficoltà, tuttavia, dipende la maggior parte delle volte dalla storia con la quale si ha a che fare. Spesso certe idee sono di per sé talmente impegnative e articolate che metterle nero su bianco risulta essere più arduo di quanto si immagini. Diviene perciò necessario tenere sotto controllo ogni singolo personaggio dall'inizio alla fine, crearsi delle schede di coerenza con indicati i dati fondamentali che bisognerà costantemente verificare nel corso della stesura, assicurarsi che nessun intreccio si trasformi in una trappola o in un vicolo cieco da un momento all'altro.
Gestire una trama, insomma, risulta essere il più delle volte un'impresa. Specialmente quando si ha a che fare con trame lunghe e laboriose come quelle che costituiscono serie di romanzi o romanzi a puntate perché, una volta pubblicate, le prime parti della storia non possono più essere modificate e quelle successive devono perciò obbligatoriamente adeguarsi e costruirsi su quelle precedenti per non rischiare di spezzare il filo della coerenza narrativa.
Detta in parole povere, se non si sta attenti a quello che si è scritto prima si rischia di combinare un gran casino poi. Per quanto riguarda i racconti, invece, solitamente le trame sono più facilmente gestibili perché si tratta perlopiù di storie corte che prendono forma in un arco di tempo relativamente breve.
La trama più difficoltosa da gestire, dunque, è senza ombra di dubbio quella di una storia che preveda una massiccia e continua pubblicazione, come ad esempio quella di un romanzo a puntate: si corre sempre il rischio di scrivere qualche contraddizione tra un capitolo e l'altro, e spesso per poter proseguire si rende indispensabile rileggere i vecchi capitoli già pubblicati perché a mano a mano che passa il tempo la memoria per i dettagli finisce sempre per affievolirsi.
Gestire una trama non è semplice come può sembrare. Ma quando si impara ad addomesticarla, a padroneggiarla, a viverla, nel vero senso del termine, entrare nel suo mondo risulta essere quanto mai meraviglioso.

Il Programma dei Prossimi Giorni

Mio carissimo Lettore, oggi ti devo parlare un po' dei progetti per i prossimi giorni, visti gli impegni che mi aspettano. Assieme a questa rapida programmazione pubblico un altro breve testo sulla scrittura che finirà nella sezione "Esperienza di uno Scrittore".
Dunque, da dove iniziare? Innanzitutto da domani: non te l'ho ancora detto, ma per domani è prevista la pubblicazione della Parte IV del racconto inedito "La Stanza in cui Piovono Lacrime", perciò non dimenticare di passare a leggerla in giornata!
Per sabato, invece, è prevista la pubblicazione del tanto atteso Capitolo I dell'episodio "Amore e Morte" ispirato a "The Walking Dead". Si tratta di un brano piuttosto breve, simile a quello postato con il nome di "Anteprima dell'Episodio", che a sua volta costituisce le premesse per la vicenda che si svolgerà nel corso della puntata. Spero ti piacerà, Lettore. Non sarà troppo movimentato, ma se non altro aiuterà ad inserirsi nella vicenda vera e propria. Il titolo del primo brano pubblicato, di conseguenza, quello cioè che si chiamava "Anteprima dell'Episodio", da ieri è cambiato in "The Walking Dead - Amore e Morte - Prologo".
Questo significa che l'episodio ispirato a "The Walking Dead" che sto scrivendo uscirà a capitoli, di modo da renderne più interessante la lettura e incrementare la suspance.
Per oggi è tutto, mio Fedele Lettore. Ti lascio con il nuovo brano sulla scrittura, augurandomi di trovarti qui anche nei prossimi giorni!

mercoledì 19 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte III

La stanza si presentava come un ufficio qualunque, soltanto con più polvere. Il pavimento era in parquet scuro, le pareti e il soffitto di una tinta candida, tre piccole finestrelle imbrattate di polvere che permettevano di scorgere, dietro lo sporco strato di pulviscolo, il verde dell’esterno e il cielo in cui si erano rapidamente ammassati tutti quei neri nuvoloni di pioggia. Più o meno al centro della stanza, leggermente spostata in direzione della parete opposta a quella in cui era posizionata la porta d’ingresso, prendeva posto in tutto quel vuoto una semplice scrivania di metallo con un una sedia pieghevole in plastica all’apparenza poco comoda. In definitiva, quell’ufficio così spaventoso e terrificante era un angusto ambiente spoglio ed essenziale, dallo stile spartano.
Matthew si avvicinò alla scrivania. Era completamente sgombra e piena di polvere da far paura. Attaccati sotto il ripiano c’erano tre cassetti di metallo sigillati, ma la chiave che poteva aprirli si trovava infilata nella serratura del primo. Dopo un istante di riflessione ed esitazione, Matthew afferrò la chiavetta e fece scattare la serratura del primo cassetto: era vuoto, completamente vuoto. Provò allora con il secondo: vuoto un’altra volta. Tentò quindi il terzo, già sicuro di trovarlo privo di contenuto; e così fu, infatti. Li richiuse per bene e si infilò la chiave nella tasca destra dei pantaloni. Probabilmente l’aveva tenuta in mano anche Jessica Rowlands, magari le carte che stava cercando erano in uno di quei cassetti, così come la graffetta con la quale si era aperta la gola. Evidentemente dopo la sua morte era stato sgomberato tutto.

Nell'Ufficio 074...

Siamo entrati nell'ufficio 074 assieme a Matthew Sunstrike, Lettore, e non mi pare proprio il caso di lasciare il nostro amico tutto solo lì dentro.
Lo so, è un posto inquietante. Ma con un po' di coraggio riusciremo insieme a rimetterci piede. Non ti preoccupare: ti accompagnerò io. Più che volentieri.
Ormai ne siamo consapevoli entrambi, non è vero Lettore? Già, proprio così: è tempo di varcare la soglia dell'ufficio e di addentrarci ne "La Stanza in cui Piovono Lacrime" per la prima volta. Un'altra volta...

martedì 18 ottobre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 8

Un nuovo episodio inedito è stato pubblicato in esclusiva assoluta su "Scrivere Sotto la Luna", e un altro si prepara ad uscire la settimana prossima. Ci troviamo alle solite "anticipazioni" del martedì, consapevoli del fatto che presto potremo ritornare ad Eglon per vedere che cosa sta succedendo...
Sarai felice di sapere, Lettore, che la stesura del romanzo a puntate è ripresa, finalmente. L'Episodio 11 è in elaborazione, e già ho idee per i quattro episodi successivi. L'unico ingrediente che manca, come sempre, è il tempo per scrivere. Ma ho fiducia sul fatto che riuscirò a procurarmelo in qualche modo. Procurarmelo... Che bel verbo... Sembra quasi che io stia parlando di una droga, non è vero? Una droga alla quale mi sono assuefatto, della quale non posso fare a meno... In un certo senso, il tempo mi fa davvero quest'effetto. Ma le storie costituiscono la mia vera dipendenza. Storie come quelle che scrivo, ad esempio...
E adesso, Lettore, ti racconterò che cosa ti aspetterà oltre la soglia la prossima volta che aprirai le porte della città di Eglon... Anticipazioni sull'Episodio 8:

lunedì 17 ottobre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 7 - L'Alba del Nuovo 11 Settembre

Estratto di un articolo mai pubblicato indirizzato al New York Times, datato 12 settembre 2001:

«[…] Sconvolta dal terrore, l’America è rimasta senza parole. Perché questo orrore? Perché questa follia? Che cosa significa tutto questo sangue che sporca le strade di New York, quest’unico grido che si è levato all’unisono da una città martoriata?
«Gli aerei dirottati trasportavano passeggeri innocenti. Le Torri erano piene di persone innocenti. Il Pentagono, altro bersaglio dell’attacco terroristico, ha perso uomini innocenti.
«Era tutta gente libera! Tutta gente libera che non aveva colpa, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E ha dovuto pagare, per questo, pagare a caro prezzo, versando una moneta di scambio dal valore inestimabile che nessuno potrà mai restituire: il proprio sangue, le proprie vite di cittadini liberi!
«Il conto che ieri, 11 settembre 2001, è stato presentato agli Stati Uniti riporta una cifra troppo salata perché possa essere saldata. Il mondo ha un debito con queste persone e con le loro famiglie. Tutte vittime di un gioco di potere immenso, al quale si erano rifiutate di prendere parte.
«E adesso, che cosa rimane di tutti loro? Nient’altro che cenere…
«Cenere che fiocca sulle strade di New York come in una macabra nevicata fuori stagione.
«Che cosa possiamo chiedere noi, a questo punto? Possiamo rendere grazie a qualcuno? Dobbiamo puntare il dito e imbronciarci, pretendendo che venga fatta giustizia? Giustizia… Che cosa significa giustizia, quando quasi tremila cittadini liberi e innocenti perdono la loro vita inutilmente? Quale valore assume quest’unica parola, dinnanzi agli eventi che ieri hanno violato brutalmente i nostri occhi e gettato un’ombra incancellabile sopra i nostri pensieri?
«Non esiste giustizia. Non c’è niente di giusto in ciò a cui le strade di New York sono state obbligate ad assistere. Non rimangono parole in grado di descrivere lo stato di panico raccapricciante in cui la città è precipitata immediatamente dopo l’attacco.
«Che cosa possiamo augurarci, allora, se non resta orizzonte di giustizia in grado di consolarci? Possiamo forse pregare che quelle anime libere e innocenti finiscano in un posto migliore? Possiamo sperare che le loro famiglie siano ancora capaci di dormire sonni tranquilli, e di svegliarsi la mattina senza versare una sola lacrima e di tirarsi in piedi senza maledire se stessi, senza ricadere nei rimorsi e nelle recriminazioni? No. Tutto questo non è più auspicabile. E chi ha partorito questa strage, questo attentato alla libertà umana, diretto al cuore pulsante della vita, lo sa meglio di tutti quanti noi.
«Che cosa ci resta da fare a questo punto, dunque? Permettetemi di concludere dicendo che io, in fondo, un’idea ce l’avrei.
«Possiamo desiderare, in cuor nostro, che chi ha rubato paghi. Possiamo anelare alla cancellazione dei nostri terribili ricordi. Possiamo mirare ad una giustizia terrena che, per quanto inconsistente, ci faccia sentire appagati. Oppure, e questa a mio avviso è la strada migliore, possiamo prometterci di fare tutto ciò che in nostro potere per difendere la libertà e l’innocenza del popolo umano, e per far sì che questo 11 settembre, orrendo e devastante oltre ogni naturale concezione, non si ripeta.»

La Rivoluzione Continua

La Rivoluzione di Eglon continua, mio Caro Lettore, ed è arrivato il momento di pubblicare il nuovo episodio della saga. "L'Alba del Nuovo 11 Settembre", una puntata che darà risposta a qualche domanda e porrà inediti, sconcertanti interrogativi di fronte ai quali ogni certezza vacillerà.
La storia è appena iniziata. Presto ci saranno nuovissimi, inattesi stravolgimenti che porteranno le convinzioni di ciascuno degli abitanti di Eglon a crollare miseramente come un impotente castello di carte di fronte all'impeto di un uragano.
È tempo di ritornare ad Eglon, Lettore, e di scoprire che cos'altro sta succedendo. Perché quello che hai visto finora non è che un assaggio: il vero e proprio attacco deve ancora incominciare...

sabato 15 ottobre 2011

Buttarsi a Scrivere

Forse una delle parti più difficili della scrittura è cominciare. Non sempre è così, perché alle volte l'inizio di una storia viene talmente naturale che quasi non ci si fa caso. In altre occasioni, però, trovare un buon esordio per un romanzo o un racconto che svolazza nella testa da qualche tempo risulta essere impresa assai ardua.
Qual è il segreto? Be', se devo essere del tutto sincero credo che un segreto non esista.
La sensazione è un po' quella che si potrebbe provare stando in piedi sul bordo di una rupe prima di lanciarsi con il deltaplano o il paracadute, o aspettando sulla sommità di una scogliera che il coraggio di tuffarsi nell'acqua sottostante venga da sé. Il bello arriva sempre, però: perché quando si trova la maniera giusta in cui partire tutto il resto è come una piacevole caduta libera, nell'aria svincolata da ogni legame con la realtà, nel vento che accompagna e accarezza, nel senso di potenza che scorre nelle vene mescolato al sangue.
Iniziare una buona storia non è mai eccessivamente facile. Magari lo fosse. Bisogna innanzitutto scendere a patti con se stessi e convincersi che le grandi idee non usciranno finché non si avrà finito di dipingere lo sfondo del quadro nel quale si intende versare la propria opera d'arte. Solo una volta capito questo si potrà realmente cominciare. E da lì in poi si può scrivere di getto, ci si può buttare a scrivere, perché la storia si delinea senza difficoltà.
Ogni ostacolo può essere superato, ogni vuoto può essere colmato. E le pagine bianche si riempiono lentamente di parole d'inchiostro, una dopo l'altra, fino a dare vita a qualcosa di meraviglioso: un nuovo mondo in caduta libera.

Brano sulla Scrittura

Oggi pubblico un nuovo brano che andrà a piazzarsi nella sezione dedicata a "L'esperienza di uno Scrittore". Conto di ampliarla a poco a poco, senza troppa fretta, a mano a mano che le idee assumono le sembianze di parole dietro le mie palpebre. Non temere, Lettore: questa sezione si limiterà ad essere una sorta di "diario di bordo", per così dire, e non ruberà spazio ai racconti, alle pause di riflessione o al romanzo a puntate. Anzi, servirà forse a capire di più quali siano le emozioni che uno scrittore prova quando si mette a buttare giù sulla carta le sue ispirazioni. Ma ora basta girare attorno a tutti questi pensieri: ritorniamo a noi.
Oggi è sabato, e questo significa che domani ci sarà la solita pausa domenicale (un amico l'ha commentata dicendomi: anche Dio si riposò il settimo giorno; non aggiungo altro). Ma significa anche che lunedì è vicino, e che quindi l'Episodio 7 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon" sta per arrivare! "L'Alba del Nuovo 11 Settembre": non è elettrizzante? Non vedo l'ora di fartelo leggere, e mi piacerebbe molto vedere la tua espressione mentre sarai concentrato sulle ultime righe!
Ti auguro un buon fine settimana, Lettore!

venerdì 14 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte II

L’affermazione ebbe l’effetto che aveva desiderato, e la ragazza rimase colpita, lì ferma a fissarlo con sguardo interrogativo. Stava per aprire bocca un’altra volta, quando dall’ascensore scese un ometto basso e di corporatura robusta, abbastanza tarchiato, che si avvicinò indispettito scorgendo la segretaria confabulare con Matthew e si piazzò di fronte a loro con sguardo severo.
«Buongiorno, signor Dember» salutò immediatamente Cindy rimettendosi dritta in piedi.
Matthew lo squadrò. Louis Dember, il direttore di quell’agglomerato di uffici, era un omino dall’altezza quasi insignificante e dall’aria d’importanza, la fronte ampia e stempiata, i radi capelli ancora neri ma tendenti al grigio, gli occhi marroni e un lieve accenno di barba mal rasata, un paio di occhiali dalla montatura grossa e nera con due lenti spesse quanto fondi di bicchieri, addosso una giacca firmata color beige che pareva appena uscita da un centro commerciale, scarpe nere lucidate da poco, un orologio d’oro al polso e la fede matrimoniale sull’anulare sinistro.
«Cindy, buongiorno. Chi è il signore?» chiese con la sua voce stridente il signor Dember, guardando Matthew quasi con distacco.
«Piacere, Matthew Sunstrike dell’ASSFP, l’Agenzia Speciale di Stato sui Fenomeni Paranormali» si presentò il trentaseienne porgendo la mano. Louis Dember si affrettò a stringerla e a tramutare quella smorfia che era la sua faccia in un sorriso stentato.
«Oh, il piacere è tutto mio signor Sunstrike. Avevano detto che l’avrebbero mandata oggi. È qui per quell’ufficio, non è vero?»

Arriva il Seguito del Racconto

Fedele Lettore, sono felice di incontrarti qui anche oggi! Sta arrivando il seguito del racconto avviato ieri, "La Stanza in cui Piovono Lacrime", un horror ispirato ad una storia di Stephen King, che tuttavia se ne discosta per certi versi. Lascerò a te i giudizi, nel frattempo ti presento la Parte II. Non ho ancora deciso in quante parti suddividerò il racconto. Sono oltre tredicimila parole, ottantatremila caratteri e spiccioli. Pensavo di pubblicare la Parte III il prossimo mercoledì, 19 ottobre, e da lì proseguire più o meno a giorni alternati, ma è possibile che faccia anche diversamente, perciò non mancare di passare a controllare Lettore, perché ogni giorno può esserci una nuova sorpresa qui ad attenderti!
Per adesso, comunque, ecco la Parte II. Come sempre, buona lettura!

giovedì 13 ottobre 2011

La Stanza in cui Piovono Lacrime - Parte I

Matthew Sunstrike annusò l’aria e sorrise. Sapeva da pioggia. L’avevano detto quella mattina alle previsioni del tempo, tuttavia lui aveva sogghignato in faccia alla conduttrice del notiziario e aveva deciso di non portarsi l’ombrello. Di lì a poco avrebbe iniziato a scrosciare un terribile acquazzone, allora la donna del meteo avrebbe potuto avere, sebbene inconsapevolmente, la sua patetica vendetta. E lui si sarebbe ovviamente preso una bella lavata nel vero senso della parola.
Chiuse lo sportello della sua automobile e si incamminò lungo il cortile di ghiaia, godendosi e cercando di interpretare il mormorio che le suole delle sue scarpe producevano al contatto col pietrisco. Raggiunse l’ingresso del grande grattacielo che somigliava quasi ad un rigoglioso giardino in cui ogni filo d’erba ammassato contro gli altri era un angusto ufficio dalla pianta quadrata e dall’onnipresente e indelebile odore di sigaretta, squadrò il cielo e ammiccò con sguardo d’intesa nel notare le dense e plumbee nuvole che si stavano raccogliendo sopra la campagna circostante per scaricarvi il proprio contenuto così prezioso per i campi e per le bestie.
L’alto e imponente edificio in cemento armato, che si ergeva su di lui quasi fosse un’oscura e antica costruzione dedicata ad un dio pagano, era un semplice palazzo degli affari, un grattacielo fuori dalla zona industriale della città di Brokesville in cui erano compressi ben ottantotto piccoli uffici, ognuno dei quali aveva il proprio affarista all’opera otto ore al giorno seduto dietro una comoda scrivania con una bella tazza di caffè, un computer e un telefono. Si trattava perlopiù di un centro di smistamento per le attività commerciali, una sorta di tramite tra i produttori, i rivenditori e i compratori di una serie ciclopica di merci varie.

Un Nuovo Racconto Inedito

Eccomi qui Lettore, un po' in ritardo rispetto al solito per cause che si potrebbero definire "più grandi di me", ma sempre pronto a dare spazio all'immaginazione e alle emozioni nel blog "Scrivere Sotto la Luna"!
Oggi mi sento in vena di pubblicare un nuovo racconto inedito tirato fuori dal mio cassetto, perciò preparati: la Parte I di una nuova storia assolutamente coinvolgente sta per lambirti con la sua lingua di carta macchiata di inchiostro, mossa dall'intenzione di trascinarti nel baratro con sé...
Il racconto che stai per iniziare a leggere è stato scritto nel 2009 e revisionato nel 2010, ed è ispirato ad una storia del Re dell'Horror Stephen King.
Si intitola "La Stanza in cui Piovono Lacrime", e oggi esce in esclusiva assoluta su "Scrivere Sotto la Luna" la Parte I.
Buon viaggio, mio carissimo Lettore!

mercoledì 12 ottobre 2011

Interpelliamo il Re del Brivido

Dodici e tredici giugno 2011, giornate destinate al voto per il referendum riguardante l’energia nucleare in Italia. La Penisola, ancora una volta, si è spaccata in due – due voci ben distinte che hanno giocato alla gara del “chi urla più forte”, una parte decisa a confermare il proprio al nucleare, l’altra a ribadire il proprio No.
Si è lungamente parlato della possibilità di aprire delle centrali nucleari in Italia, questione rimasta all’ordine del giorno per parecchio tempo. Abbiamo ascoltato i pareri di esperti e di politici, di scienziati e di moralisti, ognuno con la propria esperienza al riguardo e la propria posizione irremovibile.
Un personaggio che finora non è stato interpellato, tuttavia, ha espresso il proprio parere relativamente all’energia nucleare già nel 1987 e, sebbene le sue idee fossero – e siano tuttora – manifestate intorno all’esistenza delle centrali negli Stati Uniti, il discorso può essere facilmente ampliato anche verso la nostra condizione, visto e considerato soprattutto che il motivo principale per il quale le opinioni degli italiani si sono maggiormente orientate verso il No è l’incidente avvenuto a Fukushima, in Giappone, nel marzo di questo stesso anno, avvenimento del quale il brano che verrà qui di seguito riportato sembra quasi essere una sorta di autentica, raccapricciante profezia.
Si tratta di un passo tratto dal romanzo “Le creature del buio”. L’autore è Stephen King e l’argomento, in questo capitolo, è rappresentato per l’appunto dalle centrali nucleari. Un breve retroscena dai risvolti agghiaccianti, ma lasciamo la parola al Re del Brivido, o, meglio, alla sua penna.

martedì 11 ottobre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 7

Un altro episodio del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon" è andato, e così ci si prepara al prossimo capitolo della serie con le consuete anticipazioni!
Come avrai notato, Lettore, la storia si sta facendo a poco a poco sempre più "aperta", nel senso che ad Eglon si stanno intrecciando molte vicende in questo momento e francamente non so che cosa ne potrà uscire: temo che per qualcuno dei personaggi possa mettersi male davvero molto presto... E in fondo per qualcuno è già finita: ben trenta poliziotti sono morti e hanno versato il proprio sangue sull'asfalto di Main Street, combattendo valorosamente ma inutilmente per la propria città.
E adesso? Adesso l'alba è arrivata, e incomincia un nuovo giorno. Un giorno macchiato di sangue e di dolore, che è soltanto la prefazione ad un lungo, lunghissimo periodo di disordini che porterà inevitabilmente la Rivoluzione di Eglon ad espandersi in tutto il mondo...
Anticipazioni sull'Episodio 7:

lunedì 10 ottobre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 6 - La Battaglia

Melanie Winget si allacciò le cinture, come era stato appena annunciato di fare, e si lasciò uscire dalle labbra un sospiro nervoso nel vano tentativo di far sbollire l’agitazione. Volare la rendeva sempre molto tesa, per questo cercava di evitarlo il più possibile. Ma alle volte non c’era scelta: quando bisognava percorrere centinaia di chilometri per raggiungere un’altra città, l’aereo era il mezzo più comodo e rapido con il quale spostarsi. Avere i genitori nell’Oregon, poi, e abitare in Arkansas era decisamente scomodo. Si poteva adoperare anche il treno, certo, ma a prendere tutte le coincidenze e a sopportare interminabili ore di viaggio seduti in cabine strette e affollate faceva andare fuori di testa. E a Melanie, per essere del tutto onesta, dava più fastidio dover condividere un compartimento del treno con altre cinque persone che l’interno di un intero aeroplano con circa duecento passeggeri. Era strano, d’accordo, ma tra le due opzioni prediligeva la seconda.
Si accese la spia che ordinava di allacciarsi le cinture, spegnere tutti gli apparecchi elettronici e, di conseguenza, prepararsi all’atterraggio. Melanie gettò un’occhiata al proprio cellulare e lo trovò diligentemente spento. Bene, pensò. Abbassare gli occhi a questo punto del viaggio mi fa venire la nausea, e almeno non devo stare a smanettare con il telefonino durante tutto l’atterraggio.
Appoggiò gli avambracci agli appositi braccioli posti a lato del suo sedile e chiuse gli occhi, inspirando ed espirando profondamente. Accanto a lei stava seduto un tipo dall’aria annoiata, lineamenti asiatici e abiti costosi. Reggeva in mano un palmare e quando Melanie riaprì gli occhi per sogguardare i sedili adiacenti mentre iniziava la manovra di atterraggio lo stava ancora utilizzando. Melanie strabuzzò gli occhi, atterrita. Se l’aereo precipita per colpa tua, Jackie Chan, e per colpa di quel tuo stupido palmare, giuro che ti vengo a cercare all’inferno e ti faccio desiderare di non essere mai morto!
«Il pilota del volo 185 della US Airways vi invita a rimanere seduti con le cinture allacciate fino alla fine della manovra di atterraggio. È prevista una certa turbolenza a causa del banco di nuvole che sovrasta la città, e abbiamo qualche problema a contattare la torre di controllo. Ci saranno un po’ di scossoni, ma l’atterraggio avverrà comunque in tutta sicurezza» comunicò una voce che Melanie valutò essere troppo calma alla luce delle considerazioni che aveva appena espresso. Ci mancava solo questa, pensò la ragazza, e scrutando torvamente il palmare di Jackie Chan si domandò se fosse a causa di quello che il pilota faticava a mettersi in contatto con la torre di controllo.
L’aereo scendeva piuttosto rapidamente, e Melanie sentiva la forza di gravità attrarla prepotentemente in direzione del suolo. Ci schianteremo, rifletté in un attimo di disagio avvertendo un violento scossone e intravedendo le fitte nubi che circondavano il finestrino oltre il profilo scuro e concentrato di Jackie Chan.
Un altro tremito spaventoso, come se l’aereo tentasse di scrollarsi di dosso tutta l’umidità che la nebbia gli stava depositando sopra. Melanie trattenne un gridolino, sussurrando tra sé e sé che andava tutto bene e che la prossima volta, accidenti, si sarebbe sorbita le infinite ore di treno che separavano Eglon da Portland piuttosto che salire di nuovo su uno di quei…
L’ala sinistra del volo 185 della US Airways, quella che si poteva scorgere attraverso il vetro del finestrino della fila nella quale si trovavano Melanie e Jackie Chan, fu colpita all’improvviso da qualcosa ed esplose fragorosamente, facendo assumere all’aereo un assetto di caduta più o meno verticale che lo rese identico ad una fenice in fiamme in procinto di precipitare in un pozzo nero di follia.

Iniziano gli Scontri

Benvenuto, Lettore, in questa nuova settimana su "Scrivere Sotto la Luna"!
Cerchiamo di iniziare bene fin dal lunedì, che ne dici? Proprio per questo motivo sono lieto di presentarti in esclusiva assoluta l'inedito Episodio 6 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon": "La Battaglia".
Iniziano gli scontri tra i rivoluzionari mascherati e la polizia della città di Eglon. L'attacco terroristico è cominciato da poche ore, ma già le armi hanno fatto echeggiare fuoco e spari nella notte.
Che cosa vogliono questi uomini misteriosi? In quanti sono, e da dove hanno preso quei carri armati con i quali si sono rapidamente impossessati delle strade della città? Ma soprattutto: la polizia riuscirà a fare qualcosa per fermarli prima che compiano una strage senza eguali nella storia?
Incomincia "La Battaglia".

sabato 8 ottobre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Prologo

Una bella giornata di sole. Uccelli che fischiettavano tranquillamente dai rami più alti degli alberi. Uno stormo si levò in volo da una macchia di pini poco distante dalla casa di montagna, sorvolando il cortile dell’abitazione e percorrendolo con le proprie ombre leggere come una flotta di velieri fantasma. Sparì in fretta, in uno sfrigolante svolazzare d’ali.
Tirava un lieve venticello fresco, quella mattina. Era piacevole. Sembrava accarezzare la pelle, quasi che volesse coccolarti con il suo abbraccio frusciante. Profumava di pulito. Era un aroma che non si sarebbe potuto descrivere meglio di così. Sapeva di natura, e di verde. Era come sciacquarsi il viso con le mani immerse nell’acqua limpida di una sorgente.
Il ragazzo se ne stava comodamente spaparanzato sulla sdraio con un grosso libro in mano, immerso in una profonda lettura. Tirò su gli occhi per un istante a osservare lo stormo di uccelli sollevatosi dal bosco, e seguì con lo sguardo la loro partenza rapida e ordinata. Il vento gli infilò le dita invisibili tra i capelli ricci, scuotendoli appena.

Revisione Ultimata

Finalmente, Lettore, la revisione del romanzo che ho scritto quest'estate è ufficialmente conclusa! Posso tirare un sospiro di sollievo adesso, e dedicarmi totalmente a "Le Anime di Eglon" e all'episodio ispirato a "The Walking Dead" che sta tuttora prendendo forma nella mia mente.
Sai, Lettore, sapere di aver compiuto l'ultimo passo in un percorso lungo e impegnativo come quello che rappresenta la stesura di un romanzo è davvero gratificante. La soddisfazione che si prova è indescrivibile, perché la fine di una storia rappresenta al contempo l'inizio di una nuova narrazione. Non vedo l'ora di mettermi a lavorare su qualcosa di nuovo, e forse prima o poi troverò anche il tempo di raccontarti qualcosa su questo romanzo che ho finito di revisionare oggi.
Lunedì uscirà l'atteso Episodio 6 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", e mi sento in dovere di avvertirti che sarà molto più sanguinoso dei precedenti. Ma non temere: ti accompagnerò volentieri lungo le righe, e non proverai alcuna paura.
Per adesso, ad ogni modo, ho pronta una sorpresa per te: un'anticipazione in esclusiva sull'episodio ispirato a "The Walking Dead" che sto scrivendo. Si tratta del primo brano, quello che fa da prologo alla vicenda narrata all'interno della puntata. Il titolo dell'episodio sarà "Amore e Morte".
Ti auguro di fare buon viaggio in queste nuove terre inesplorate!

venerdì 7 ottobre 2011

Presi nella Rete

La parola “rete”, un vocabolo piuttosto comune e all’apparenza insignificante, cela dietro il proprio univoco aspetto due volti ben distinti, talmente diversi da risultare persino contrapposti: una rete può essere vista come un intrico di nodi che creano illimitati collegamenti tra tutte le sue parti, anche tra le più distanti, ma può altresì richiamare alla mente una trappola letale alla quale è quasi impossibile, se non si è attrezzati a dovere, sottrarsi.
Questa duplice interpretazione si riflette in maniera identica nella “Rete”, quella con la “R” maiuscola, trovandovi riscontro immediato. Viviamo nell’“Era della Rete”, questo è ormai innegabile; ciascuno di noi è un piccolo puntino luminoso su di uno schermo che raffigura il planisfero, e ogni singolo puntino è collegato direttamente o indirettamente a tutti gli altri, da una faccia del globo terrestre fino a quella totalmente opposta.
Sembra una favola, ad un primo sguardo. Il mondo intero collegato attraverso una serie interminabile di contatti che genera la possibilità di instaurare una comunicazione universale. Informazioni che viaggiano su cavi o su onde ad alta velocità, giungendo a destinazione in un batter d’occhio e consentendo in questo modo di trasmettere qualunque tipo di dato in tempo reale. Un’innovazione senza precedenti nella storia, che può essere definita una vera e propria “rivoluzione”.

Qualche Novità

Mio Fedele Lettore, mi accingo a pubblicare una nuova "pausa di riflessione" che si intitola "Presi nella Rete" e tratta, sostanzialmente, del ruolo di rigido e gelido controllo che la tecnologia ha iniziato ad esercitare nei nostri confronti nell'arco degli ultimi decenni. Ho scritto questo breve testo all'inizio di quest'anno, e spero sia in grado di comunicare efficacemente il messaggio che attraverso di esso desidero mandare.
Ho qualche novità riguardante il progetto ispirato a "The Walking Dead": la prima parte dell'episodio che sto scrivendo, infatti, uscirà presumibilmente fra due settimane in anteprima esclusiva. Conto di riuscire a buttare giù qualche altra pagina il più presto possibile, ma il tempo è come sempre fermamente schierato contro di me.
Da lunedì mattina sarà invece disponibile l'Episodio 6 del mio romanzo a puntate "Le Anime di Eglon": "La Battaglia". Per adesso chiudo con gli aggiornamenti, ma ho in programma qualcos'altro anche per domani, quindi non mancare di passare a salutarmi, Lettore!

giovedì 6 ottobre 2011

Al via le danze

Sei del mattino.
La sveglia suona.
Al via le danze.
I primi svogliati raggi di sole penetrano le tende e bagnano il parquet. È ora di alzarsi, ma il tepore delle coperte è piacevole. Ancora qualche minuto, non di più. Scivolare in questo dolce torpore è smisuratamente piacevole. Apro gli occhi e lentamente metto a fuoco. I contorni della stanza cominciano ad assumere consistenza. Mi accorgo che non sono i raggi del sole quelli che vedo allargarsi sul pavimento: fuori è ancora buio pesto, come se fosse piena notte. La luce che riesce ad invadere una minuscola porzione della mia camera, invece, viene da sotto la porta, piovendo dalla lampada accesa in corridoio.
Bisogna alzarsi. Le sei del mattino ci mettono un attimo a scorrere via, ma l’autobus non aspetta i ritardatari. Passa quando è l’ora, e chi c’è sale, chi non c’è si arrangia. A ben pensarci, sembra quasi di sentir parlare il vecchio Charles. Sopravvive il più forte…

mercoledì 5 ottobre 2011

I Personaggi

Ogni buon scrittore dovrebbe sapere che per rendere veramente reali i propri personaggi bisogna innanzitutto conoscerli. E ritengo personalmente che questo dovrebbe capirlo anche ogni buon lettore, perché solo arrivando a comprendere tale processo egli può immedesimarsi appieno nel punto di vista dell'autore e, allo stesso tempo, anche del personaggio che domina una specifica scena.
Proprio così: per rendere vero un personaggio bisogna prima di tutto conoscerlo, farci amicizia e imparare a capire quali sentimenti si provano nei suoi confronti. Diventa perciò necessario chiedergli di raccontare senza veli i propri sogni, le proprie insoddisfazioni, la storia della propria vita e, se possibile, anche quella della propria famiglia. Indurlo a parlare non è mai una cosa semplice. E ascoltare, naturalmente, è ancora più difficile. Ma quando si impara a farlo davvero, è allora che un personaggio-ombra assume finalmente le sembianze di un uomo - o di una donna - in carne ed ossa.
Quando si comincia a muovere i personaggi tra le pagine, il gioco si fa più complesso. Bisogna ricordare quello che si è imparato sul conto di ogni singolo personaggio, ed entrare nella sua mente ogni qualvolta si renda necessario fargli operare una scelta.
I personaggi hanno un'ottima influenza su di un buon romanzo o racconto: sono loro a padroneggiare la trama, è la loro volontà che decide le sorti della vicenda. Farsi amici i personaggi è il primo passo per rendere una storia reale. Una volta appreso come gestire un personaggio, il lavoro di scrittura diviene quasi un sollievo.

Revisione in Corso

Come ti ho già fatto presente martedì, Lettore, mi trovo in un momento particolarmente difficile per via della revisione approfondita che sto attuando ad un romanzo scritto durante la scorsa estate. Ma allo stesso tempo ho una miriade di idee che mi svolazzano per la testa, e non riesco a sopportare il pensiero di doverle tralasciare e ammonticchiare in un angolino buio e polveroso della mia mente per via della mancanza di tempo che mi impedisce tragicamente di far loro prendere vita sulla carta. Ritengo sia un vero peccato, Lettore. Ma, se non altro, in questo modo tali idee possono consolidarsi con calma e magari, chissà, trovare nuovi sbocchi attraverso i quali migliorarsi a poco a poco in vista di quando potranno uscire dal caos della mia testa...
Oggi ti lascio un'altra breve riflessione inerente a quel nuovo progetto che ho avviato e che si intitola "L'Esperienza di uno Scrittore". Spero possa stimolarti, anche se non si tratta esattamente di una storia. Vedi questo piccolo progetto come una sorta di diario nel quale intendo trasmettere a chi leggerà tutte le esperienze riguardanti la scrittura che sto vivendo nel corso di questi periodi di intensa attività.
Buona lettura!

martedì 4 ottobre 2011

Anticipazioni sull'Episodio 6

Eccoci qui come al solito, Lettore, all'indomani della pubblicazione di un nuovo episodio del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon". E, come di consueto, è giunto il momento delle anticipazioni sul prossimo episodio, che assumerà un tono leggermente più cupo rispetto al precedente.
La settimana sarà parecchio impegnativa, ma le pubblicazioni proseguiranno regolarmente. Forse entro sabato riuscirò anche a postare qualcosa di nuovo relativamente al progetto ispirato a "The Walking Dead", ma dipende sempre dalla quantità di tempo che avrò a disposizione nei prossimi giorni.
La stesura del romanzo a puntate è un po' ferma, perché ultimamente sto lavorando ad una revisione completa e massiccia di un altro romanzo scritto quest'estate (del quale potrei anche dare un'anteprima prossimamente, chissà...), ma ad ogni modo ti assicuro che non c'è nulla da temere: le idee sono ancora fresche, e altre stanno a poco a poco maturando. Sono certo che quando riprenderò in mano "Le Anime di Eglon" butterò giù tutto quanto di getto, e in ogni caso ti garantisco che la pubblicazione non subirà né tagli né ritardi: gli Episodi da 6 a 10 sono già nel mio cassetto e necessitano solamente di una rapida risistemata in tempo per i prossimi lunedì.
Bene, ci siamo. Inizia una nuova settimana di attesa, Lettore, ma non ti preoccupare: ci sono qui apposta per te le Anticipazioni sull'Episodio 6:

lunedì 3 ottobre 2011

Le Anime di Eglon - Episodio 5 - Arrivano i Poliziotti

Gerald McGale si trovava in ufficio, la mattina del cinque settembre 2011, a compilare una pila di polizze assicurative per conto di alcuni clienti che sarebbero passati in giornata a stipulare i contratti. Dovevano ancora accordarsi sugli ultimi dettagli, ma quella catasta di documenti stampati che stava prendendo in esame apparteneva a quella categoria di clienti che gli avevano dato carta bianca, concedendogli ogni libertà di manovra, fiduciosi che li avrebbe consigliati oculatamente. Il mucchio più in là, invece, all’altro angolo della scrivania, era riservato ai contratti dei clienti più sospettosi, quelli che gli avevano mormorato, mentre gli stringevano la mano, che avrebbero controllato con accuratezza ogni singola clausola prima di apporre la propria firma. Non c’era bisogno di aggiungere che quest’ultimo cumulo di fotocopie era decisamente più voluminoso.
Gerald indossava il tipico completo dell’assicuratore, grigio, con scarpe nere. Aveva optato per una cravatta blu scuro, quella mattina, perché non gli andava di vestirsi colorato. Non era giornata. Si sentiva grigio, proprio come il completo che si era messo addosso, e non sentiva assolutamente la necessità di associare a se stesso alcuna tonalità allegra. Non era allegro. Non era felice. E, in un certo senso, se si vestiva in questo modo la gente poteva capirlo e, magari, stare alla larga.
Non che Gerald fosse un uomo poco socievole. Solo che negli ultimi tempi si era un po’ lasciato andare, ecco. Colpa della solitudine che aleggiava nel suo appartamento, sempre così freddo e vuoto e angusto da far spavento. Colpa anche del suo lavoro, in fin dei conti. Un lavoro noioso al quale era stato sostanzialmente costretto dalle vicissitudini.
Quando era ragazzo neanche si sognava di prendere in considerazione il monotono mestiere dell’assicuratore. Voleva fare il programmatore di computer, ed entrare in qualche compagnia produttrice di antivirus per poter lavorare dietro uno schermo a fare la cosa che più gli piaceva. Invece adesso era obbligato ad entrare ogni giorno nello stesso ufficio e a sopportare gli stessi sguardi diffidenti di clienti preoccupati dall’idea di essere truffati. Doveva compilare pile su pile di polizze assicurative, elargire una miriade di sorrisi forzati e stringere un numero fortunatamente imprecisato di mani callose e sudaticce che gli lasciavano ogni volta un alone di umidità sulle dita impossibile da scacciare persino con il sapone.
Non ne poteva più. Doveva ammetterlo: era parecchio stanco della sua vita, di tutto quel grigiore sfocato che lo circondava e della nitida presenza di un nodulo di depressione che gli si sviluppava nel cervello come un tumore in fase terminale. Era tutto troppo dannatamente ripetitivo.
Non vedeva luce nel proprio avvenire, né speranza. Poteva soltanto augurarsi che tutto finisse relativamente in fretta. Ed era questo ciò a cui più pensava quando saliva sul tetto del suo palazzo, ogni sera, e guardava giù, ammirando il traffico che ronzava pigramente lungo i tappeti d’asfalto distribuiti per la città di Boston, contando i lumicini dei lampioni accesi, domandandosi chi ci fosse dietro quelle finestre illuminate che punteggiavano i grattacieli, chiedendosi se quelle persone le cui ombre transitavano fugacemente oltre i vetri fossero più felici di lui e interrogandosi sulle loro enigmatiche, impenetrabili esistenze che gli sarebbero rimaste ignote per sempre.
Si trovava per l’appunto in ufficio, la mattina del cinque settembre, e stava compilando la polizza assicurativa di un certo Gary Thompson di cui non ricordava la fisionomia quando entrò un uomo in abito scuro che andò a prendere posto sulla seggiola posizionata davanti alla sua scrivania, levandosi gli occhiali neri ed esibendo un distintivo dell’FBI.
«Devo porle una sola domanda, signor McGale» principiò con calma il nuovo arrivato, squadrandolo con attenzione.
«Mi dica» lo invitò a proseguire Gerald.
«Ci sta?» chiese l’uomo senza perdere altro tempo, e Gerald McGale sorrise apertamente.

Arriva il Nuovo Episodio

Carissimo Lettore, è iniziata una nuova settimana, e questo significa che oggi è tempo di pubblicare il nuovo Episodio 5 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon"! Moltissime novità si affacciano all'orizzonte, portando con sé una docile brezza che odora leggermente di fumo e di dolore. Anticipo già che l'Episodio 6 completerà una vicenda introdotta nel corso dell'Episodio 5, e che per un po' i toni si faranno lievemente più macabri e truculenti. Ma non ti preoccupare, Lettore, si tratta di un'esigenza temporanea. Dopo l'Episodio 6 le vicende riusciranno a dare più spazio ai personaggi che a poco a poco cominceranno a delinearsi in maniera maggiormente famigliare.
Ma adesso basta, è il momento di porre fine a questa lunga attesa durata un'intera settimana. Sono felice di presentarti, Lettore, "Le Anime di Eglon - Prima Stagione - Episodio 5: Arrivano i Poliziotti".
Come sempre, ti auguro un buon viaggio!

sabato 1 ottobre 2011

Un Fragile Castello di Carte

L’uomo sollevò lo sguardo assorto al cielo, penetrando il fumo di una sigaretta che gli penzolava dalle labbra con i suoi occhi freddi come un inverno senza sole. La fronte aggrottata, i capelli brizzolati dolcemente scompigliati dalle dita invisibili del vento, dedicò la propria attenzione allo spettacolo dei colori che piovevano dal cielo verso la distesa di ghiaccio spalancata sull’orizzonte.
Quella notte, l’aurora boreale era dipinta di un acceso rosso vermiglio, bordata di verde e blu elettrico. Le sue delicate sfumature si riflettevano sulla superficie increspata del Mar Glaciale Artico, a nord della Norvegia, e su quegli specchi di ghiaccio che se ne stavano immobili un po’ più in là, oltre i quali era difficile proseguire con una baleniera poco attrezzata come quella sulla quale si trovava.

Tieniti Pronto, Lettore

Tieniti pronto, Lettore, perché ci sono moltissime novità in arrivo. Oltre al progetto ispirato a "The Walking Dead", che presto vedrà la luce, sto preparando qualcos'altro di altrettanto elettrizzante che a breve anticiperò ufficialmente. Per adesso, ti ricordo che anche il romanzo a puntate "Le Anime di Eglon" prosegue, e che il prossimo episodio uscirà lunedì come di consueto. Sto cominciando a pensare di allungare un po' la prima stagione, ma per adesso si tratta solamente di un'idea temporanea perché il tutto è ancora in fase di piena stesura. Forse passerò dai ventidue episodi del progetto iniziale ad una trentina, ma non è ancora detto.
Ad ogni modo, le pause di riflessione del blog continuano ad uscire con una certa regolarità. Ieri è stato il turno del racconto di riflessione "Nel Crepuscolo della Vita", un testo che tratta in maniera abbastanza leggera, senza scendere troppo nei particolari, una delle tante questioni che interessano la nostra Italia. Oggi tocca invece ad un nuovo racconto di riflessione, stavolta più breve, che parla della biodiversità nel mondo. Il titolo è "Un Fragile Castello di Carte", e appartiene alla mia produzione dell'anno scorso.
Buona lettura, e non dimenticare di venire a leggere, lunedì, il nuovissimo Episodio 5 del romanzo "Le Anime di Eglon": "Arrivano i Poliziotti"!
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