sabato 5 novembre 2011

Prima che Tutto Svanisca

Devo scrivere, prima che tutto svanisca.
L'ispirazione è bollente, arde nella mia testa come un tizzone incandesente. Devo battere sul ferro prima che si raffreddi. Devo lavorare su quest'idea, prima che tutto svanisca.
Scrivere diventa una corsa contro il tempo. Una gara a chi finisce per primo: se io a scrivere o l'idea a consumarsi nella mia mente. L'immaginazione non basta: bisogna saperla imbrigliare e controllare. Se la si lascia vagare liberamente, si rischia di ritrovarsi con in mano nient'altro che un'idea frammentaria e inutilizzabile. No, bisogna conservare l'ispirazione e darsi da fare prima che si sciupi, e l'immaginazione deve fare soltanto da veicolo per riuscire ad esprimerla. Ci vuole poi la lima del pensiero, ma l'idea in sé è di solito già ben costruita e progettata. Un'idea, quando viene, è pelopiù completa. E quando non è completa si riempie da sola.
Il problema principale, però, giunti a questo punto, è che il tempo se ne va in fretta, e ogni giorno che si esaurisce porta via con sé un pezzetto di quell'idea che diverrà irrimediabilmente irrecuperabile.
Tremenda disdetta per uno scrittore, la folle fuga del tempo. Il tempo è forse l'unica variabile che non si può padroneggiare. Si tratta di un problema non indifferente, ma lo scrittore non può farci nulla. Può solamente gestire bene il proprio tempo, e sperare che esso sia sufficiente ad espandere l'idea come si deve.
Quando si costruisce un'idea è come mettere insieme gli ingranaggi di un orologio: si deve far combaciare ogni pezzo alla perfezione, incastrando i componenti ed evitando che si ostacolino l'un l'altro. Quando si finisce, l'orologio funziona alla perfezione, basta solo regolarlo con il tempo. Allo stesso modo, un'idea formata è perfettamente funzionante. Non resta altro da fare che adeguarla al tempo. Scriverla, insomma. Scriverla giorno e notte, prima che se ne vada. Scriverla prima che tutto svanisca.

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