giovedì 22 settembre 2011

Sapore d'umanità

È sufficiente lasciarsi scivolare lentamente e silenziosamente nell’ampolloso e intimo tepore che avvolge gli scaffali di una biblioteca per sentirsi incredibilmente, imprescindibilmente legati in un unico istante ad un’infinità di persone, menti, pensieri e mondi che palpitano e respirano separatamente dalla nostra realtà. Basta snocciolare con lo sguardo i titoli che affiorano sulle costole dei volumi assiepati lungo i ripiani per rendersi conto di quanto impensabilmente vasto, poliedrico e variopinto sia il nostro universo. L’atavica sensazione di pace, meraviglia e curiosità che attanaglia l’animo non appena la mente comincia a volare tra questa immensa mole di sapere umano è semplicemente ineffabile.
Una domanda sorge tuttavia spontanea, a questo punto, interrompendo bruscamente la fantastica percezione di piacere che accompagna la ricerca tra i libri: perché le sale delle biblioteche sono così vuote? La risposta, al contrario di ciò che ci si potrebbe aspettare, non va riesumata chissà dove, e non necessita di un’ardua indagine: è ovvio, ora che il sapere umano attraverso la rete è disponibile a chiunque, facile da rintracciare e rapido da consultare, i libri stanno perdendo a poco a poco il proprio indiscusso predominio, lasciando spazio alle enciclopedie multimediali, agli e-book e a tutta quell’interminabile serie di prodotti connessi che ogni minuto trasmettono catene di informazioni pari a quelle contenute in decine di biblioteche e consultabili con un unico, banale click.
Così, inesorabilmente i testi digitali stanno soppiantando quelli cartacei. I vantaggi sono innumerevoli, questo appare innegabile: minor costo, maggiore disponibilità, minore impiego di spazio, maggiore accessibilità, minor consumo di carta, maggiore velocità. Adesso non è più necessario uscire di casa e recarsi in biblioteca per prendere chissà quanti volumi riguardanti uno stesso argomento: basta collegarsi al web direttamente dal divano, selezionare i titoli interessati, scaricarli e consultarli in tutta tranquillità, magari effettuando al contempo una rapida ricerca all’interno del testo che evidenzi direttamente i punti chiave senza il bisogno di dover leggere l’intero scritto.
Tutto questo si presenta estremamente semplice. Manca qualcosa, però, che non può trovare spazio in un testo digitale, e che può essere trasmesso soltanto dalle vere copie cartacee, dalla piacevole sensazione della copertina di un libro tra le mani, dal bisbigliante fruscio delle pagine voltate, dalla traccia del reale inchiostro nero impresso sulla carta candida, dal vago profumo di storia che accompagna ogni opera prelevata da qualsiasi scaffale: manca quell’impressione di essere catapultati concretamente in un mondo diverso, lontano dalla normalità, quell’impronta indelebile di contatto che uno scrittore lascia sempre tra le righe dei propri lavori, e che risulta essere irriproducibile in digitale. Insomma, quel sapore d’umanità che solo i libri veri hanno, e che nessun e-book sarà mai in grado di sostituire.

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