venerdì 9 settembre 2011

Considerazioni sull'Estate Passata

Bentornato Lettore, sono felice di ritrovarti qui anche oggi! Incontrarti tra queste righe è sempre un piacere!
Dunque, oggi ho voglia di raccontarti qualcosa. Domani, come ben saprai, uscirà finalmente dopo una lunghissima attesa l'Episodio 1 della Prima Stagione del nuovissimo e inedito romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", che nessuno ha finora letto (perciò sarai il primo domani, Lettore, a scorrere le pagine di questa mia nuova opera). Per questo oggi non voglio appesantirti con un nuovo testo, ma mi limiterò ad una chiacchierata in buona compagnia (la tua buona compagnia, naturalmente).
Inizio col dire che è stata una favolosa estate, quella appena trascorsa, e che mi dispiace sia già giunta al termine. Con tutti i progetti che mi ero prefissato a inizio giugno, e sui quali ancora sto rimuginando, forse non mi sarebbero stati sufficienti nemmeno tre anni. Non capisco la gente che dice: "Finalmente ricomincia la scuola, a casa tutta l'estate iniziavo ad annoiarmi..." Be', mi spiace dirvelo ragazzi, ma se davvero vi annoiate a casa e preferite ritornare in classe allora deve esserci qualche problema. Non in voi, è chiaro, non oserei mai affermare una cosa del genere. Ma nel vostro modo di passare il tempo sì. Personalmente ho avuto così tante cose da fare, talmente tanti progetti in mente che ora, alla fine dei tre mesi di vacanze, operando un rapido bilancio mi rendo conto che non ho portato a termine più di un decimo di ciò che avevo in proposito di fare.
Ma il tempo non è mai abbastanza, non è vero mio caro Lettore? Il tempo fugge inesorabile, e un progetto avviato a fine giugno vede la luce i primi di settembre, il che può significare soltanto una cosa: il progetto successivo, quello che si rigirava continuamente in testa mentre il primo prendeva forma, dovrà per forza di cose essere rimandato perché il tempo a disposizione è scaduto.
C'è un po' di amaro pessimismo in tutto questo, me ne rendo conto. Solo che vorrei avere a disposizione giornate da quarantotto ore, settimane da trenta giorni e mesi da trecentosessantacinque. Ti pensi, Lettore, che da agosto ho la bellezza di DIECI romanzi in testa, dieci idee quasi del tutto complete che aspettano soltanto di ricevere il proprio adeguato spazio sulla carta? Solo che mi manca il tempo per scriverli, questi dieci romanzi. E ora che inizia l'anno scolastico (il quinto di liceo, per me, quindi sarà uno dei più duri) sono perfettamente consapevole del fatto che non avrò assolutamente tempo per poter elaborare questi spunti. Nemmeno un po'. Quindi, a conti fatti, quell'accenno di amaro pessimismo che si coglie tra le mie parole è almeno in parte giustificato, non trovi?
Ad ogni modo, devo ammettere che è stata un'estate indimenticabile. A giugno ho preso la patente, così ora posso andare dove voglio e quando voglio (be', più o meno) con la mia fidanzata. Usciamo a mangiare il gelato, andiamo al cinema e poi a cenare da Burger King (cenetta romantica, lo so, ma a questo si limitano per adesso le possibilità finanziarie), si chiacchiera, si ride e si scherza, si passa il tempo assieme. Abbiamo trascorso due settimane in montagna, una al mare (nella splendida Calabria, nel Golfo di Squillace) e un paio di giorni nei pressi di Firenze, a casa di un'amica. Nelle rimanenti giornate di vacanza ci siamo dedicati al relax. Il resto del mio tempo era poi dedicato alla lettura e, soprattutto, alla scrittura, e ne sono venuti fuori un intero romanzo, alcuni racconti, i primi episodi de "Le Anime di Eglon" e, naturalmente, questo blog.
Considerazioni conlusive sull'estate passata, allora? D'accordo, possiamo dire che è stata una favola. Forse la mia ultima vera estate, perché la prossima dovrò studiare per gli esami di ammissione all'università e poi ci sarà l'università stessa a succhiare via tutto questo tempo. Peccato che queste giornate d'estate trascorse non si possano duplicare o perlomeno rivivere. Sarebbe davvero bello. Se non altro, però, so che potrò rievocarle quando vorrò tra i miei ricordi, durante il freddo grigiore dell'inverno. E sono anche certo che ogni volta che le richiamerò dalla memoria mi faranno uscire un sorriso. Non c'è nulla di più confortante di questo, per il momento. Ciò che è andato è andato. Ma, dopotutto, questo vuol dire che si aprono le porte a qualcosa di nuovo, giusto? Un nuovo inizio, enigmatico e inaspettato, che sta per sbocciare.
Sono qui, Lettore. Siamo qui, in questa landa desolata di parole. Ma è nostro compito riempire il vuoto, dico bene? E allora su, coraggio: rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro! C'è ancora tanto da fare. Ricominciamo. Forse, a conti fatti, non tutto ciò che si presenta in maniera diversa è obbligatoriamente un male. Magari un nuovo inizio è la cosa più meravigliosa che ci possa capitare. Chissà... In fondo, non siamo tutti qui per scoprirlo?

Nessun commento:

Posta un commento

siti