sabato 17 settembre 2011

Quattro Chiacchiere

Che dire, Lettore? Mi trovi francamente un po' spaesato oggi. In effetti è proprio così che mi sento. Disorientato, per essere più esatto, anche se non credo faccia poi molta differenza.
A dire il vero, non so nemmeno perché. Mi sembra di essere stato preso dentro ad un turbine contrastante di idee e passioni distorte, che mi vorticano attorno senza interruzione. Ogni tanto mi impiglio su una di loro. Cerco di focalizzare la mia attenzione, di concentrarmi... Mi butta giù senza tanti complimenti, scaraventandomi di nuovo a terra dove l'uragano passa ancora e ancora, trascinandomi con sé in una violenta e oscura tempesta di sogni-incubi raggomitolati su se stessi.
Che senso ha quest'immagine? Non chiederlo a me, Lettore. So solo che non riesco ad esprimere meglio di così il mio stato d'animo. Credo di averlo scritto meglio che potevo, e non posso farci nulla se non è un granché comprensibile. Ci sono volte in cui capire che cosa si prova in realtà è più difficile che affrontare gli ostacoli della vita senza un pizzico di ansia in corpo. Mi suona in testa la versione acustica di Times Like These dei Foo Fighters (se vuoi cercarla aggiungi la parolina magica Acoustic subito di seguito al titolo), e una miriade di visioni mi si scatena nella testa come un'emicrania troppo improvvisa e brutale.
Che dire, Lettore? Non so nemmeno quello che sto scrivendo. So solo che le parole mi escono non tanto dai pensieri, quanto piuttosto direttamente dalle dita, e sgorgano alla stregua di un fiume in piena dopo che negli argini è stata aperta una breccia a furia di colpi di piccone. Non riesco a bloccarle. Hanno preso il sopravvento su di me, ancora una volta. Fermati, ti verrà da dirmi. Ma mi spieghi come faccio a fermarmi proprio adesso che ho preso il via?
Non c'è modo di interrompere questo flusso argenteo di energia che striscia attraverso i miei occhi e trabocca dai miei polpastrelli. Dimmi tu che cosa devo fare, Lettore, per non perdere la ragione in questa folle giocata nella quale ho puntato la mia anima per un pugno di parole. E sappi soltanto una cosa: se questa non è la mia mano fortunata, presto sarà tutto finito. Ancora una volta, non chiedermi che cosa voglia dire. Non lo posso sapere. So soltanto che non è ancora la fine, che le parole continueranno a scorrere ancora per un bel po' - come il sangue, nelle buie notti di luna piena, che luccica per effetto delle stelle con sfumature nerastre che lo rendono immensamente più lucido, lucido come la carrozzeria di una macchina nuova appena verniciata.
Non chiedermi di fermarmi, Lettore. Semplicemente non posso. Ormai l'ho capito. E a breve lo saprai anche tu.

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