mercoledì 7 dicembre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo V

 «Spero che gli spaghetti ti piacciano, Rick…» farfugliò Stephanie sedendosi a sua volta in tavola davanti al proprio piatto fumante.
Rick alzò la testa, sorrise e annuì con la bocca piena. «Sono ottimi, grazie» rispose non appena ebbe mandato giù il boccone con un sorso d’acqua.
«La pasta è tra i cibi che durano di più» spiegò Billy mangiando con più calma. «Ne abbiamo un’intera credenza piena.»
«Oltretutto è anche buona. Sono in viaggio da questa mattina, e i crampi allo stomaco mi stavano uccidendo» borbottò Rick tra una forchettata e la successiva.
«Dove sei diretto?» domandò Billy, seriamente interessato.
«Atlanta.»
«E come hai fatto a trovarci?»
«Passando lungo l’interstatale a valle ho visto del fumo in mezzo agli alberi. Ho imboccato la prima strada che si arrampicava sul fianco della montagna e l’ho seguita fino a qua. Era il fumo del vostro camino acceso» illustrò Rick con un certo orgoglio.
«Si vede tanto dalla pianura?»
«Soltanto da un tratto della valle sottostante. E potrebbe essere provocato da qualunque cosa. Ad ogni modo, gli zombie non lo ricollegherebbero mai a un segno di attività umana. Non li attirerà» li rassicurò.
«Non è tanto degli zombie che mi preoccupo…» intervenne Stephanie. «Nelle ultime ore prima che il morbo si prendesse l’intera pianura, il pericolo maggiore era costituito dalle persone vive. Omicidi, rapine, indifferenza, tutto per riuscire a scampare per qualche secondo in più a una fine inevitabile. L’umanità mostra il peggio di sé, quando arriva la paura.»
«Lo posso immaginare» bofonchiò Rick tra sé e sé. «Voi due abitate qui?» s’informò, cambiando discorso.
«Non esattamente. Stavamo giù in città, prima del contagio. Ci siamo trasferiti in questa casa proprio per evitarlo.»
«Credete che possa averlo fatto altra gente? Che ci siano altri sopravvissuti in queste montagne, nascosti come voi tra i boschi?» volle sapere l’ex vicesceriffo, interrogandoli innanzitutto con lo sguardo mentre si puliva la bocca su un tovagliolo e posava la forchetta nel piatto vuoto.
Billy e Stephanie si scambiarono un’occhiata silenziosa ed eloquente, e Rick dentro di sé si chiese a quali atroci scene avessero assistito quegli occhi giovani e svegli che si misuravano davanti alla sua espressione curiosa.
«Non penso ce ne siano altri, qui attorno. Non provenienti dalla città, in ogni caso…» disse cautamente Billy, scrutando Rick con espressione amara.
«Perché no? In fondo, voi due siete riusciti a fuggire e ad arrivare quassù. Perché non potrebbero averlo fatto altre persone, dopo di voi?» insisté Rick, perplesso.
Billy si passò una mano sulle labbra e le umettò con la punta della lingua, schiarendosi la voce. Quindi lo fissò intensamente e mormorò, con un tono di voce più moderato: «La strada per salire in montagna era chiusa, quando siamo fuggiti dalla città. Abbiamo aggirato le barriere salendo a piedi attraverso i boschi, in piena notte. Avevano detto che stare fuori dal centro abitato non era più sicuro, e avevano trasferito tutti gli abitanti dei paesi attorno, compresi quelli sulle montagne, all’interno del centro, tra le barricate innalzate dall’esercito per separare i quartieri infetti da quelli ancora difendibili.
«Abbiamo lasciato l’auto in fondo alla valle e ci siamo infilati in mezzo agli alberi con nient’altro che i nostri vestiti, le chiavi di casa e una pistola carica. Per un pelo non siamo stati attaccati. Ma gli zombie erano concentrati sulla città, perché era da lì che provenivano gli spari, le urla, le esplosioni, le colonne di fuoco che si alzavano dalle case…»
«Dev’essere stato terribile…» commentò Rick pensosamente, riflettendo sul fatto che probabilmente anche la sua famiglia aveva vissuto un’esperienza simile. Sempre che Lori e Carl fossero riusciti ad andare via da quell’inferno in terra, naturalmente. Valutare l’eventualità che non ce l’avessero fatta era doloroso, ma non poteva impedirselo. Le probabilità che fosse capitato loro qualcosa di brutto erano seriamente alte, e non poteva fingere di non intuire questa verità.
«Terribile, certo. Ma il peggio è arrivato dopo. Mentre risalivamo il fianco dell’altura, una squadriglia di elicotteri militari ha sorvolato la montagna ed è passata esattamente sopra le nostre teste, diretta verso la città» riprese Billy. Si fermò e inghiottì a vuoto, cercando lo sguardo assente della fidanzata. Stephanie fissava assorta la tovaglia, con aria alienata, quasi che non volesse ricordare e stesse cercando di chiudere fuori quelle insistenti memorie feroci.
Billy si sforzò di apparire tranquillo, con scarso successo. Il suo tentativo riuscì soltanto a far affiorare una smorfia di disgusto sul suo viso, che si affrettò a nascondere dietro un’istantanea pennellata di dolore.
«Ovviamente non ci aspettavamo quello che fecero, e la visione ci lasciò in bocca un sapore ancora più amaro per via della sorpresa e dell’orrore inatteso che provammo. Credevamo che si dirigessero verso la città per raccogliere i superstiti e portarli in salvo, magari verso Atlanta, dove correva voce che fosse stato stabilito un punto difensivo piuttosto protetto ed efficace. Ci sbagliavamo. E tu nemmeno puoi immaginare quanto, Rick…»
«Che cosa fecero?» chiese Rick, sottovoce, temendo di sconvolgere l’impalpabile perturbazione emozionale che si era intessuta attorno a loro.
«Iniziarono a bombardare. E le strade incominciarono ad esplodere, generando globi di fuoco sempre più alti e voluminosi. La notte divenne chiara da quante fiamme si alzavano in cielo. Gli elicotteri sganciavano napalm sulla città. Capisci Rick? Napalm. Per fermare gli zombie e circoscrivere l’infezione, l’unica soluzione che avevano scelto di adottare era impedire che il resto della popolazione potesse contrarre il morbo. E così…»
«Cristo santo…» balbettò Rick, incredulo e profondamente scosso.
«Andarono avanti per tutta la notte» continuò Billy, esaminando gli occhi tremanti del suo interlocutore. «E la mattina dopo in città rimase soltanto il silenzio.»
«È inconcepibile» barbugliò Rick, confuso e contrariato.
«È istintivo, Rick. E l’istinto è l’unica cosa che ci resta, quando perdiamo le nostre certezze e ci ritroviamo ad essere ridotti come delle bestie. L’istinto è il nostro nucleo animale, e non possiamo fare a meno di ascoltarlo, quando non vediamo altra via d’uscita. Ad ogni modo, non tutti gli zombie furono spazzati via quella notte. In città ne sono rimasti ancora molti. Centinaia, penso, ma potrebbero anche essere di più. In ogni caso noi, quassù, siamo al sicuro» concluse Billy sogguardando la sua amata Stephanie e accennando un mezzo sorriso.
La ragazza rispose debolmente, tornando a focalizzare la propria attenzione sulla tovaglia per evitare di essere interpellata.
«Che cosa speravano di ottenere sganciando napalm sulle strade, se non un genocidio?» domandò Rick, quasi fra sé e sé.
«Forse speravano di fermare gli zombie prima che uscissero dalla città. Ma ormai era già successo ovunque, e non credo che non ne fossero a conoscenza. No, più probabilmente intendevano vedere che cosa sarebbe successo. Secondo me, volevano sapere se il napalm fosse in grado di distruggerli. E per questo piccolo esperimento militare hanno ammazzato migliaia di innocenti vivi.
«Così va il mondo in cui ci troviamo ora, questo nuovo mondo dell’orrore. L’uomo non è mai stato il peggior nemico di se stesso più di quanto lo sia adesso. Ora che quasi tutto è finito, la vita viene rincorsa dalla morte, e quel che è peggio è che sarà l’uomo, prima o poi, a farle lo sgambetto e a condannarla in questo modo al suo triste destino.»
 
THE WALKING DEAD
AMORE E MORTE
SCRITTO DA DAVIDE DE BONI
ISPIRATO ALLA SERIE DI FRANK DARABONT E ROBERT KIRKMAN

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