martedì 23 agosto 2011

Una breve riflessione sulla vita

Mi piacerebbe scrivere una breve riflessione sulla vita.
Mi sembra che le persone al giorno d’oggi trascorrano un’esistenza così frenetica, talmente ansiosa e condensata, da perdere completamente la cognizione di ciò che è realmente importante per raggiungere la felicità. La gente corre, corre, corre senza mai fermarsi, e sciupa ogni attimo con indifferenza, quasi con un profondo distacco, permettendogli di volare via sulle gelide ali della notte e scomparire per sempre; non è così che dovremmo sprecare il nostro tempo, quel tempo che ci è concesso e del quale bisognerebbe invece fare tesoro.
Ciascuno di noi è in atto vivo, ma morto in potenza. Questo che cosa significa? Significa semplicemente che, prima o poi, il momento della fine sopraggiunge inesorabile per tutti, spietato e implacabile: quel momento in cui siamo chiamati a rispondere delle nostre azioni, prima che ad un essere superiore convenzionalmente chiamato “Dio”, a noi stessi. Per questo dovremmo vivere ogni giorno al meglio, perché ciascun istante è unico e irripetibile, e una volta consumato non lo si può più recuperare. Il tempo a nostra disposizione scorre via, lentamente ma ineluttabilmente, come i minuscoli granelli di sabbia di una gigantesca clessidra che, presto o tardi, cesseranno di precipitare e termineranno di punto in bianco, senza alcun preavviso.
La vita in fondo è questo, per ognuno di noi: un semplice, labile sospiro che fuoriesce dalle nostre labbra, generando nel freddo una fuggevole nuvoletta di vapore, e poi svanisce nel buio, lasciandoci dentro niente di più che il ricordo della fretta con la quale si è dissolto.
Perché allora non ci decidiamo a dare una svolta alla nostra esistenza? Ovunque volga lo sguardo vedo persone che sono vittime di se stesse, che subiscono la propria stessa vita in silenzio, a denti stretti, e mentre pensano che vorrebbero di più non fanno niente per cambiare la propria situazione, per tentare in qualche modo di migliorare una condizione alla quale non sentono di appartenere, e che tuttavia accettano senza fiatare.
Che cosa succede, mondo? Mi rivolgo a te, nella tua pienezza, nella tua solida integrità: che cosa sta succedendo? Avverto desolata insoddisfazione, percepisco inquieta disillusione, ascolto proteste e lamenti che piovono da ogni dove contro le mie orecchie: ma allora perché nessuno fa qualcosa di concreto per realizzare i propri desideri, per opporsi a quella ripetitiva monotonia che lega la quasi totalità del pianeta ad un’esistenza non voluta, un’esistenza vuota che cela dietro l’apparenza la propria insensata vacuità?
Soltanto questo mi domando. Perché la gente non dovrebbe fare qualcosa per far sì che i propri sogni si avverino?

Nessun commento:

Posta un commento

siti