Il giovanotto correva a perdifiato lungo la via lastricata del paese, ansimando e scansando i passanti con l’incertezza di un capriolo ferito. Non aveva più voce per chiedere che lo lasciassero passare. E in ogni caso, anche se ne avesse avuta, dubitava che potesse servire a qualcosa. Gli abitanti di quel piccolo borgo vicentino che sfiorava a malapena le mille anime non sembravano eccessivamente raffinati. Apparivano rozzi, bigotti e creduloni, ma tutto sommato non erano cattivi. Era semplicemente gente che con il passare degli anni si era adattata ai ritmi della campagna e li aveva fatti propri.
Superò un uomo che sistemava le verdure in esposizione davanti ad una bancarella e saltò agilmente un bambino accucciato in fondo ad una rampa di scalini, probabilmente intento a contare le monetine che qualche buona signora gli aveva fatto cadere tra le dita sporche di fango incrostato.
La taverna che stava cercando si trovava in fondo alla strada, sulla destra. Era quella che il signor Gianese frequentava più volentieri, perciò sperava vivamente di trovarlo lì dentro. Altrimenti, non sapeva proprio in quale altro posto avrebbe potuto andare a ripescarlo.
La porta si aprì con un lieve cigolio. Dall’interno fuoriuscì senza la minima esitazione una zaffata d’aria calda che odorava di uva, tabacco e sudore. Il giovane arricciò il naso un istante, gettò un’occhiata all’interno della penombra del locale e individuò la figura dell’uomo con cui doveva assolutamente parlare: Ubaldo Gianese, il pittore che lo aveva preso sotto la sua ala protettrice da quando aveva perso i genitori all’età di cinque anni. Lo vedeva di spalle, dalla soglia della taverna, ma non poté non riconoscerlo: la sua sagoma era inconfondibile, anche in mezzo a quel caos di avventori che sciamavano da un tavolo all’altro in cerca di vino, carte da gioco e scommesse.
Il giovanotto si avventurò nell’aria cremosa e stantia del locale, evitando abilmente di buscarsi qualche inattesa gomitata in faccia. Si avvicinò al pittore, gli tamburellò su una spalla e con la sua voce tremolante da quattordicenne gli disse: «Signor Gianese, la desiderano in Municipio fra meno di un’ora! Vogliono sapere come procedono i lavori nella chiesa, signore!» Fu costretto ad urlare per sovrastare il baccano che producevano gli uomini attorno a loro.
Ubaldo Gianese si voltò a guardarlo, mostrandosi sorpreso, e gli sorrise con fare paterno. «Ragazzo mio, sei venuto a farmi compagnia? Su, siediti qui assieme a me!» vociò bonariamente. Aveva già gli occhi leggermente annacquati e il suo fiato puzzava di alcol. Stavolta, però, il giovanotto non si permise di arricciare il naso di fronte al suo maestro di bottega.
«Signor Gianese, ha sentito quello che le ho detto?» s’informò, credendo di aver parlato troppo piano.
«Ma certo che ho sentito, mi vogliono in Comune! Intanto siediti!» berciò allegramente, con aria svagata. Poi si girò verso il proprietario del locale, in piedi dietro il bancone, e gli gridò: «Portami due bicchieri, buon uomo! Uno per Ubaldo, l’altro per il mio amico Gianese!» Si volse verso il ragazzo e gli lanciò una furbesca strizzatina d’occhio, mentre arrivavano i due bicchieri riempiti fino all’orlo. Ne vuotò uno in un sorso, quindi lo posò sul tavolo e sollevò l’altro, scrutandolo un momento e infine portandoselo tranquillamente alle labbra.
«Non dovrebbe bere così tanto prima di incontrare persone importanti…» bofonchiò il giovane, quasi tra sé e sé.
Il pittore rise di gusto, squadrandolo divertito. «Vedi, il problema è che io ho lo stomaco di ferro, ragazzo mio. Se fosse stato di pietra, beh, le cose andrebbero diversamente. Ma il ferro arrugginisce con l’acqua, capisci? Per questo è meglio che beva vino, finché ce n’è!» spiegò sghignazzando.
«D’accordo…» rispose il giovanotto, poco convinto. «Ora però dobbiamo andare, signor Gianese. La aspettano.»
«Sì, lo so. In Municipio, giusto? Su, coraggio: andiamo a sentire che cosa vogliono stavolta.»
Non vedo l'ora di leggere il seguito.
RispondiEliminaGrazie! Le due parti successive saranno pubblicate sabato 11 e sabato 18 febbraio. :)
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