Ogni buon scrittore dovrebbe sapere che per rendere veramente reali i propri personaggi bisogna innanzitutto conoscerli. E ritengo personalmente che questo dovrebbe capirlo anche ogni buon lettore, perché solo arrivando a comprendere tale processo egli può immedesimarsi appieno nel punto di vista dell'autore e, allo stesso tempo, anche del personaggio che domina una specifica scena.
Proprio così: per rendere vero un personaggio bisogna prima di tutto conoscerlo, farci amicizia e imparare a capire quali sentimenti si provano nei suoi confronti. Diventa perciò necessario chiedergli di raccontare senza veli i propri sogni, le proprie insoddisfazioni, la storia della propria vita e, se possibile, anche quella della propria famiglia. Indurlo a parlare non è mai una cosa semplice. E ascoltare, naturalmente, è ancora più difficile. Ma quando si impara a farlo davvero, è allora che un personaggio-ombra assume finalmente le sembianze di un uomo - o di una donna - in carne ed ossa.
Quando si comincia a muovere i personaggi tra le pagine, il gioco si fa più complesso. Bisogna ricordare quello che si è imparato sul conto di ogni singolo personaggio, ed entrare nella sua mente ogni qualvolta si renda necessario fargli operare una scelta.
I personaggi hanno un'ottima influenza su di un buon romanzo o racconto: sono loro a padroneggiare la trama, è la loro volontà che decide le sorti della vicenda. Farsi amici i personaggi è il primo passo per rendere una storia reale. Una volta appreso come gestire un personaggio, il lavoro di scrittura diviene quasi un sollievo.
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