«William…» biascicò il comandante Smith varcando la soglia della tenda. Il suo vice stava sdraiato per terra, con due paramedici che si affaccendavano attorno a lui. Rivolse al comandante un mezzo sorriso amaro e strinse i denti per sopportare il dolore. Gli stavano ricucendo una profonda lacerazione sulla gamba, e Smith pensò che dovesse fare un male d’inferno.
«Sono tutti morti, signore. Tutti tranne il soldato Davis. È riuscito a tornare e a fare rapporto?» pigolò Gray, visibilmente sofferente.
«Sì, Tom è tornato. Mi ha già raccontato tutto. Come sei riuscito a fuggire dalla fattoria dei Gallagher?» volle sapere Smith, terribilmente preoccupato. Quando Tom Davis gli aveva raccontato quello che era successo, aveva creduto che il suo vice fosse morto. Gli dispiaceva di aver perduto William Gray, perché era un uomo leale, uno che sapeva il fatto suo. Senza di lui l’assedio alla città di Eglon sarebbe stato insostenibile. Invece, adesso, eccolo qui. Un po’ ammaccato, ma ancora vivo. A poche ore dal fallimento della missione a causa dell’imboscata dei ribelli, William Gray era riuscito a ritornare tutto intero al campo.
«Quando ho visto che la situazione si metteva male, e che tutti i miei uomini erano morti, mi sono fiondato in mezzo ai campi e ho cominciato a correre come non ho mai corso prima in vita mia. Non sapevo in che direzione stavo andando, ma mi sono limitato a continuare a correre.
«Dietro di me sentivo le raffiche di spari farsi sempre più fievoli. Eppure, allo stesso tempo, ero certo che mi stessero inseguendo. Sapevo che non mi avrebbero lasciato andare così, senza perlomeno tentare di acciuffarmi.
«E poi, sapevo che il soldato Davis si trovava ancora all’interno della camionetta. Attirando la loro attenzione su di me, potevo permettergli di fuggire. Così, prima di sparire in mezzo ai campi, ho scaricato alle mie spalle la pistola d’ordinanza. Credo di averne beccato uno, prima di gettare a terra la pistola e pensare solo a correre. Ma non ne sono del tutto sicuro. Magari, è stata solo un’impressione.
«Ho continuato a correre per almeno due ore, anche se i muscoli delle gambe strillavano pietà, anche se l’aria faticava ad entrarmi nei polmoni. Il rumore degli spari si è esaurito dopo mezz’ora, ma io ho continuato a correre. Perché sapevo che mi stavano inseguendo. Sapevo che mi avrebbero dato la caccia, questo era inevitabile.
«Ho raggiunto una fattoria al calar del sole. Non so a chi appartenesse, ma mi ci sono infilato dentro e ho trovato il soggiorno imbrattato di sangue. Erano passati di lì. E ci stavano ritornando per prendermi. Io non avevo più la mia pistola, e tutte le armi di riserva si trovavano nella camionetta. Ma avrei venduto cara la pelle. Sissignore, non mi sarei fatto prendere tanto facilmente.
«Mi sono nascosto dietro la porta d’ingresso e ho aspettato, con il coltello stretto nella mano. Loro sono arrivati dieci minuti dopo, a bordo di un furgone. Sono scesi in quattro e si sono sparpagliati per scovarmi e catturarmi. Il primo è entrato dalla porta principale: gli ho lasciato il tempo di superare la soglia e poi gli ho infilato il coltello nel collo. Aveva addosso una maschera.
«Avrei potuto aspettarli e farli fuori uno ad uno, ma era troppo rischioso. Ho preso la pistola del ribelle morto e sono partito di corsa, cercando di orientarmi alla bell’e meglio con le stelle. Ma uno di quei bastardi mi ha visto ed è partito all’inseguimento. Ha sparato ma mi ha preso la spalla. Il tempo di voltarmi e mi era addosso, ha sfoderato un coltello e me l’ha piantato nella gamba. L’ho buttato a terra e gli ho sottratto il coltello. Sono stato più veloce e preciso di lui, e gliel’ho conficcato nel petto. Poi l’ho lasciato lì e mi sono costretto a zoppicare fino al campo.»
«Adesso il vicecomandante deve riposare, signore…» lo avvisò uno dei dottori, iniettando del sonnifero nel braccio di Gray, il quale chiuse gli occhi e sprofondò in un sonno inquieto.
«Per quanto tempo dovrà stare a letto?» s’informò il comandante Smith, abbattuto.
«Almeno due settimane, signore. Sembra che sia stato lacerato un muscolo, ma dobbiamo ancora capire l’entità del danno. Forse non si potrà muovere per qualche mese.»
Il comandante Smith annuì gravemente e uscì dalla tenda del suo vice, sospirando.