sabato 17 marzo 2012

The End Of The Wor(l)d

Anno 2012. Si parla tanto di fine, inevitabilmente. La gente è preoccupata, spaventata, irrequieta. Non sa dove sbattere la testa, e la situazione sembra spesso più grave di quanto non lo sia in realtà. Come se ci trovassimo in quel breve momento di quiete che precede ogni tempesta degna di questo nome. Un momento di attesa palpitante, di sospensione, di parole e pensieri che fluttuano nell'aria senza posarsi da nessuna parte.
"The End Of The World": la Fine del Mondo. E pare quasi che le persone non si limitino ad aspettarla, ma la stiano addirittura cercando. Disperatamente, ossessivamente, le masse rincorrono la prospettiva della fine come uno sciame di ragazzini che inseguono il furgoncino dei gelati in un torrido pomeriggio di metà agosto. Come se avessero persino bisogno di questa fine, di questa promessa di purificazione sorretta da una mattinata senza vento. "La Fine del Mondo è vicina: mettetevi in pace con voi stessi e con quelli che vi stanno attorno, perché non esiste via di scampo. Non c'è più alcuna salvezza."
Intimorita, la gente si aggrappa affannosamente alla propria fede, legandosi ad essa con un doppio giro di corda nella speranza di non essere disarcionata. Immancabilmente, le certezze vacillano e le cose superficiali appaiono ogni giorno più maledettamente indispensabili.
Ma il dramma, in questo clima pre apocalittico che non dà segni di cedimento da oltre un decennio, più che nella fantomatica "End Of The World", "Fine del Mondo", risiede innanzitutto in una caotica "End Of The Word", "Fine della Parola".
Proprio così. Perché è nella morte della parola che si trova la nostra fine: non la Parola con la "P" maiuscola pronunciata da quell'essere onnisciente e onnipotente che i credenti chiamano "Dio", ma la nostra parola, quella dell'umanità intera, che tace di fronte agli eventi più orribili della storia.
Il giudizio sul passato arriva implacabile, si manifesta in lungo e in largo; ma adesso stiamo vivendo il presente, ed è proprio qui che la parola viene a mancare. La nostra parola, quella che potrebbe porre fine alla nostra folle corsa verso l'annientamento, quella che dovrebbe levarsi al di sopra delle nostre teste e aiutarci a renderci conto che stiamo sbagliando tutto quanto.
La parola che ci potrebbe salvare, ma che nessuno osa pronunciare. Quell'unica parola magica che potrebbe impedirci di compiere il salto nell'abisso che stiamo aspettando quasi con ansia da troppo tempo. La parola umana, la sola in grado di fermare i nostri piedi sull'orlo del precipizio.
Ma è già quasi la fine, purtroppo. Di tempo ce ne rimane davvero poco. "It's The End Of The World". "The End Of The Word". E tutti noi facciamo finta che non stia ancora succedendo niente.

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