sabato 31 marzo 2012

Sul campo di battaglia

Vi sono sostanzialmente due prese di posizione nei confronti della guerra da parte di chi la combatte: c’è infatti chi prendendovi parte finisce per odiarla sotto ogni aspetto ad essa legato, condannando severamente ogni forma di conflitto per via delle amare conseguenze che inevitabilmente scatena, e chi invece arriva ad essere addirittura esaltato dalla battaglia, al punto tale da giungere a disprezzare profondamente non soltanto la vita altrui, ma persino la propria.
Coloro che prendendo parte alla guerra finiscono per odiarla rappresentano quella fascia di combattenti, volontari o non, che durante uno scontro analizzano attentamente gli effetti che esso produce negli altri, specialmente negli innocenti che da spettatori vengono spesso tramutati in vittime, e giungono a maturare una stima dei danni valutando il «costo in termini di sofferenza umana e di distruzione sociale» che a detta di Margaret Mead, antropologa statunitense autrice di “Antropologia”, dovrebbe far percepire alla gente «l’inadeguatezza della guerra come istituzione sociale». Questi soldati, nella maggior parte dei casi, si ritrovano ad essere coinvolti in una guerra senza avere avuto il tempo di rendersene conto, e soltanto quando è ormai troppo tardi ne realizzano i contorni brutali e l’apparente insensatezza.

venerdì 30 marzo 2012

Orrori Brevi: Anteprima del Racconto "Resurrezione"

Mi sfilai di tasca il tagliacarte che avevo portato da casa e lo conficcai senza remore nella voragine oscura della serratura, premendo a fondo e lavorando pazientemente sui meccanismi di blocco. Uno scatto sonoro, pochi secondi più tardi, mi annunciò che la serratura aveva ceduto.
Spalancai il cancello cigolante e lo superai, muovendo i primi passi incerti sul sentiero di ghiaino candido che serpeggiava tra le lapidi immobili. Migliaia di occhi di persone morte mi fissavano da fotografie spente, tutte immancabilmente ravvivate da quei lumicini spettrali. Mi vennero i brividi, ma li soffocai con decisione e andai avanti, muovendomi nelle tenebre.

Piccolo Assaggio

Visto che da oggi mancano esattamente due settimane all'avvio del nuovo ciclo di racconti inediti Orrori Brevi, ho deciso di pubblicare per te un piccolo assaggio, Lettore.
Ultimamente mi ritrovo ad essere un po' troppo sommerso dagli impegni. Ma la sera continua ad essere un tempio sacro, inviolabile, in cui mettendomi a scrivere ritorno a comunicare con me stesso.
E ora, senza tirarla per le lunghe, ecco qui il piccolo assaggio appena promesso: un minuscolo frammento estratto dal racconto di apertura di Orrori Brevi: 00. Resurrezione.

giovedì 29 marzo 2012

Stasera...

Stasera evado, Lettore.
Mi infilo per qualche ora in un mondo in cui il mio potere non ha limite.
Un mondo in cui posso controllare vita e morte dell'umanità intera.
Un universo sotto il mio controllo, dove posso decidere qualsiasi cosa.
Dove io sono il Destino.
Stasera scrivo, Lettore.

mercoledì 28 marzo 2012

Orrori Brevi: il Programma

L'avvio del nuovissimo ciclo di racconti inediti si avvicina sempre più Lettore. La data del 13 Aprile, giorno d'esordio del progetto in esclusiva su "Scrivere Sotto la Luna", è ormai prossima. Perciò, adesso parliamo un po' di questa nuova avventura.
Orrori Brevi, come ho già avuto modo di accennare in precedenza, sarà una serie di racconti horror che al di là del macabro affronterà temi di ogni tipo, esistenziali e non, all'interno di scenari evocativi e indelebili. Ogni racconto sarà una storia a sé stante, escluso il primo che uscirà venerdì 13 Aprile e che rappresenterà una sorta di introduzione al ciclo (infatti, sarà definito Racconto 0 e la numerazione dei testi partirà da 1 con il successivo).
I racconti saranno pubblicati regolarmente ogni venerdì sera, e ciascuno di essi non supererà le 800 parole, aggirandosi dunque tra i 4500 e i 4600 caratteri al massimo.
E se non ami l'horror, Lettore, non ti preoccupare: molti racconti presenteranno lievi venature d'orrore, e alle varie tematiche sarà comunque lasciato ampio spazio all'interno di ogni storia.
Ti aspetto dunque venerdì 13 Aprile con il racconto di apertura 00. Resurrezione. Preparati per questo nuovo viaggio emozionante, Lettore, perché quando avrai messo piede nell'universo di Orrori Brevi non avrai più voglia (né coraggio) di rientrare nel mondo reale.

martedì 27 marzo 2012

Anticipazioni sull'Episodio 30

Corriamo, Lettore. Corriamo sempre più veloci, e siamo sempre più forti. Ma i segreti più grandi della città devono ancora venire a galla. La verità è che non sappiamo ancora nulla della Rivoluzione di Eglon, né tantomeno degli uomini che stanno dietro le maschere sparpagliate lungo le strade. Non abbiamo idea di chi li abbia ingaggiati, del loro ruolo e dei loro scopi, delle motivazioni che hanno scatenato la rivolta terroristica.
Insomma, siamo noi a galleggiare su di una pozzanghera di incertezze. O, meglio ancora, a lasciarci scivolare sulle acque tranquille di un lago di misteri. Ma tutto sarà svelato a tempo debito, e per adesso la battaglia continua ad andare avanti. Chissà quando si concluderà la guerra...
Anticipazioni sull'Episodio 30:

lunedì 26 marzo 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 29 - Il Commando Alfa

«William…» biascicò il comandante Smith varcando la soglia della tenda. Il suo vice stava sdraiato per terra, con due paramedici che si affaccendavano attorno a lui. Rivolse al comandante un mezzo sorriso amaro e strinse i denti per sopportare il dolore. Gli stavano ricucendo una profonda lacerazione sulla gamba, e Smith pensò che dovesse fare un male d’inferno.
«Sono tutti morti, signore. Tutti tranne il soldato Davis. È riuscito a tornare e a fare rapporto?» pigolò Gray, visibilmente sofferente.
«Sì, Tom è tornato. Mi ha già raccontato tutto. Come sei riuscito a fuggire dalla fattoria dei Gallagher?» volle sapere Smith, terribilmente preoccupato. Quando Tom Davis gli aveva raccontato quello che era successo, aveva creduto che il suo vice fosse morto. Gli dispiaceva di aver perduto William Gray, perché era un uomo leale, uno che sapeva il fatto suo. Senza di lui l’assedio alla città di Eglon sarebbe stato insostenibile. Invece, adesso, eccolo qui. Un po’ ammaccato, ma ancora vivo. A poche ore dal fallimento della missione a causa dell’imboscata dei ribelli, William Gray era riuscito a ritornare tutto intero al campo.
«Quando ho visto che la situazione si metteva male, e che tutti i miei uomini erano morti, mi sono fiondato in mezzo ai campi e ho cominciato a correre come non ho mai corso prima in vita mia. Non sapevo in che direzione stavo andando, ma mi sono limitato a continuare a correre.
«Dietro di me sentivo le raffiche di spari farsi sempre più fievoli. Eppure, allo stesso tempo, ero certo che mi stessero inseguendo. Sapevo che non mi avrebbero lasciato andare così, senza perlomeno tentare di acciuffarmi.
«E poi, sapevo che il soldato Davis si trovava ancora all’interno della camionetta. Attirando la loro attenzione su di me, potevo permettergli di fuggire. Così, prima di sparire in mezzo ai campi, ho scaricato alle mie spalle la pistola d’ordinanza. Credo di averne beccato uno, prima di gettare a terra la pistola e pensare solo a correre. Ma non ne sono del tutto sicuro. Magari, è stata solo un’impressione.
«Ho continuato a correre per almeno due ore, anche se i muscoli delle gambe strillavano pietà, anche se l’aria faticava ad entrarmi nei polmoni. Il rumore degli spari si è esaurito dopo mezz’ora, ma io ho continuato a correre. Perché sapevo che mi stavano inseguendo. Sapevo che mi avrebbero dato la caccia, questo era inevitabile.
«Ho raggiunto una fattoria al calar del sole. Non so a chi appartenesse, ma mi ci sono infilato dentro e ho trovato il soggiorno imbrattato di sangue. Erano passati di lì. E ci stavano ritornando per prendermi. Io non avevo più la mia pistola, e tutte le armi di riserva si trovavano nella camionetta. Ma avrei venduto cara la pelle. Sissignore, non mi sarei fatto prendere tanto facilmente.
«Mi sono nascosto dietro la porta d’ingresso e ho aspettato, con il coltello stretto nella mano. Loro sono arrivati dieci minuti dopo, a bordo di un furgone. Sono scesi in quattro e si sono sparpagliati per scovarmi e catturarmi. Il primo è entrato dalla porta principale: gli ho lasciato il tempo di superare la soglia e poi gli ho infilato il coltello nel collo. Aveva addosso una maschera.
«Avrei potuto aspettarli e farli fuori uno ad uno, ma era troppo rischioso. Ho preso la pistola del ribelle morto e sono partito di corsa, cercando di orientarmi alla bell’e meglio con le stelle. Ma uno di quei bastardi mi ha visto ed è partito all’inseguimento. Ha sparato ma mi ha preso la spalla. Il tempo di voltarmi e mi era addosso, ha sfoderato un coltello e me l’ha piantato nella gamba. L’ho buttato a terra e gli ho sottratto il coltello. Sono stato più veloce e preciso di lui, e gliel’ho conficcato nel petto. Poi l’ho lasciato lì e mi sono costretto a zoppicare fino al campo.»
«Adesso il vicecomandante deve riposare, signore…» lo avvisò uno dei dottori, iniettando del sonnifero nel braccio di Gray, il quale chiuse gli occhi e sprofondò in un sonno inquieto.
«Per quanto tempo dovrà stare a letto?» s’informò il comandante Smith, abbattuto.
«Almeno due settimane, signore. Sembra che sia stato lacerato un muscolo, ma dobbiamo ancora capire l’entità del danno. Forse non si potrà muovere per qualche mese.»
Il comandante Smith annuì gravemente e uscì dalla tenda del suo vice, sospirando.

Ancora Poco

Ancora poco, Lettore. Poco tempo ancora e tutto si risolverà in un nuovo intreccio incalzante.
"Le Anime di Eglon" corre inesorabile verso uno scioccante Finale di Stagione che non lascerà spazio ad alcun respiro. Perché stanno per essere ripristinate le comunicazioni in città, e dal momento in cui ritornerà il segnale tutto il mondo saprà con esattezza quel che sta succedendo.
Manca ancora poco, Lettore. E poi l'intera Eglon, così come la conosci, sarà sconvolta.

sabato 24 marzo 2012

Famiglia fondamento della società

All’alba dei tempi, nei lontani e dimenticati prodromi della nostra civiltà, prima della nascita della società e dell’origine della filosofia, prima ancora che l’uomo si interrogasse sui misteri della vita e sul perché fosse stato posto nel mondo, prima di tutto questo c’era la famiglia. Era diversa da quella che conosciamo, questo è certo, ma aveva senza ombra di dubbio un suo nucleo centrale e ben distinguibile che la rendeva similare a quella che noi oggi, figli dello sviluppo delle scienze e della tecnica, siamo abituati a definire tale.
Come possiamo essere sicuri di quanto appena affermato? Ebbene, la risposta è una sola: siamo qui. Essendo noi vivi, ed essendo noi esseri umani, sembra logico asserire con una certa tranquillità che la famiglia, intesa anticamente come semplice coppia formata da due individui di sesso opposto spesso accompagnata da una prole, deve esserci sempre stata, in un modo o nell’altro. Si tratta naturalmente dell’unica conclusione plausibile per giustificare la nostra esistenza. Ma com’era la famiglia un tempo? Esisteva il concetto di amore, sia nei confronti dell’altro membro della coppia che nei riguardi dei figli e dei genitori? A questi punti interrogativi risulta più arduo dare una risposta, perciò muoviamoci con cautela.
La concezione stessa della famiglia, nel corso dei secoli e dei millenni, si è evoluta di pari passo con le società nelle quali è andata radicandosi, assumendo aspetti e configurazioni differenti in base al luogo e all’epoca nei quali la possiamo inquadrare. Ne consegue quindi che la famiglia come noi la intendiamo oggi – almeno per quanto concerne l’idea che ne abbiamo in Occidente, cioè principalmente in Europa, negli Stati Uniti e nelle nazioni che vi gravitano attorno – è frutto di un incalcolabile numero di anni di crescita, cambiamenti e conformazioni sempre più diverse e particolari. Studiare l’attuale concetto di famiglia, perciò, è un po’ come analizzarne la storia, risalire alle sue origini ripercorrendone a ritroso i rami, scendendone il poderoso tronco dalla corteccia ruvida e resistente e raggiungendone le estremità più estese delle radici.

Saggio Alternativo

La settimana sta per esaurirsi, Lettore, e ho deciso di pubblicare su "Scrivere Sotto la Luna" per il weekend un saggio un po' alternativo.
Si tratta di un testo scritto un anno fa per un concorso che richiedeva un elaborato sul tema della famiglia. Premetto che i saggi non sono la mia passione, né tantomeno la mia specialità: sono più abituato a scrivere racconti e romanzi, a narrare storie insomma.
In questo caso, tuttavia, mi è sembrato di riuscire a comporre un'analisi piuttosto lucida di quella che è la famiglia e di ciò che è diventata con il passare degli anni. Il concorso prevedeva la ricerca di un determinato ruolo della famiglia all'interno della società attuale, dunque l'impostazione del saggio è orientata verso un desiderio di ritorno al vecchio modello europeo di famiglia.
Ti auguro una buona lettura, oltre che un fine settimana spensierato. A lunedì con l'Episodio 29 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon"!

venerdì 23 marzo 2012

La fobia dell'atomo

C’è una paura che serpeggia sinuosamente tra la popolazione italiana in questi ultimi tempi, non meno terrificante di un romanzo dell’orrore firmato Stephen King. Si tratta della “fobia dell’atomo”, che sta facendo proseliti in tutte le regioni dello Stivale.
Che cosa ha scatenato questa incontrollabile angoscia? Le cause sono da ricercare innanzitutto nel nuovo progetto politico riguardante “il nucleare in Italia”. L’incidente avvenuto in Giappone, inoltre, ha ben presto eliminato ogni possibilità di parità tra le opinioni degli italiani in merito al nucleare. Il disastro di Fukushima ha letteralmente schiaffeggiato la popolazione dal punto di vista emotivo, inducendola a orientarsi maggiormente verso un “no” secco.
Tralasciando un’interminabile sfilza di pro e contro che oramai più o meno tutti conoscono quasi a menadito, analizziamo attentamente quella che è la situazione. Il nucleare in Italia non si può fare, almeno per ora, e questo sembra sia piuttosto chiaro. Ciò non nega, però, che la nostra nazione debba fornirsi di un metodo per procurarsi da sé l’energia di cui necessita, invece di continuare a dipendere dagli altri Stati (con costi oltremodo elevati e una certezza piuttosto labile di non rimanere da un giorno all’altro privi di energia per via di un inaspettato taglio alle forniture).

Vecchio Articolo

Oggi, Caro Lettore, ti voglio far leggere un vecchio articolo che mi è casualmente capitato tra le mani frugando nel mio cassetto di inediti.
L'ho scritto l'anno scorso, nel periodo dei referendum sul nucleare in Italia, ma devo dire che i temi trattati appaiono ancora abbastanza attuali. Specialmente per quanto riguarda la riflessione intorno alla fusione nucleare.
Inserirò il testo nella sezione "Pause di Riflessione", in attesa di individuare una classificazione migliore per separare le varie tematiche che stanno iniziando ad affollare il relativo riquadro.
Ti auguro con affetto una buona lettura!

giovedì 22 marzo 2012

Musica e Scrittura

Bisogna ammettere e premettere che non è un tema molto facile da affrontare, quello del rapporto tra la musica e la scrittura. Si tratta di due linguaggi completamente diversi, che raramente si incontrano nei loro rispettivi percorsi e che quasi mai finiscono per intrecciarsi. Nonostante tutto, però, un rapporto c'è. Ed è legato inevitabilmente alla figura dello scrittore.
Altro particolare da premettere: parlo con cognizione di causa. Perché la maggior parte dei cinquanta racconti chiusi nel mio cassetto, così come la maggioranza dei capitoli dei tre romanzi che ho scritto (o sto finendo di scrivere), è nata dalle mie mani mentre la mia mente era occupata da un fiume inesauribile di musica. E non parlo soltanto di musica interiore, spirituale: parlo di musica vera e propria, ascoltata con le casse del computer o direttamente attraverso le cuffiette del mio "vecchio" iPod. (Piccola parentesi, anche se c'entra poco non posso evitarmi di aggiungerla: prima o poi dovrò raccontarti di questo mio "vecchio" iPod, Lettore, altrimenti non riuscirai a spiegarti il perché di quell'aggettivo virgolettato).
Probabilmente è stata la musica, alcune volte, ad aiutarmi a uscire da vicoli ciechi che parevano invalicabili. A suggerirmi come chiudere un capitolo, come aprirne un altro, come dare una svolta ad un racconto. Nel silenzio, scrivo speditamente, ma il problema è che penso troppo. Con la musica, invece... Beh, tutta un'altra storia. Le mani partono per conto proprio e tamburellano un ritmo tribale sulla tastiera, e quando finiscono tutte le tracce in playlist mi ritrovo con pagine su pagine di materiale già pronto.

Parliamo di Esperienza

Quest'oggi, Lettore, voglio iniziare a parlarti un po' dello speciale rapporto che c'è tra la scrittura e la musica.
Mi sono accorto che è da parecchio tempo che non aggiorno la sezione "L'Esperienza di uno Scrittore", così ho pensato che riprenderla sarebbe stata una buona idea. Non solo per te, Lettore, ma anche per me, perché ogni tanto ho bisogno di focalizzarmi su queste cose per capire meglio quello che faccio.
E così, adesso ho intenzione di parlarti proprio di musica. Perché la musica... è l'anima delle parole.

mercoledì 21 marzo 2012

Quanto Manca?

Quanto manca alla fine del mondo, Lettore?
La fine del mondo è proprio qui. Siamo noi. Noi siamo la fine del mondo, perché lentamente consumiamo la nostra realtà e la guardiamo sgretolarsi sotto le nostre martellate insistenti.
Quando la gente urlerà per le strade, quando il sangue scorrerà nei letti dei fiumi prosciugati, quando i figli divoreranno i padri per sopravvivere un altro giorno ancora, allora l'umanità si renderà conto che la fine del mondo è arrivata.
Sembrano parole orribili, le mie. Parole tremende, che narrano visioni irrealizzabili. Eppure, guardati attorno: quanto manca a tutto questo? Quanti giorni ancora, quante settimane, prima che tutto ciò divenga reale?
La fine si respira nell'aria già da tanto tempo, ormai. Penso sia cominciata il giorno in cui l'uomo ha acceso il primo fuoco. Da lì in poi è stata tutta una vertiginosa discesa verso il baratro. Se Dio esiste, adesso si starà probabilmente pentendo di averci creati.
Quanto manca alla fine del mondo, Lettore? Ancora pochi respiri. Pochi sospiri, e poi tutto finirà in una bolla di sangue esalata da labbra spaccate. Le labbra di un'umanità corrosa dalla propria vana follia.

Primavera

21 Marzo 2012. O, se preferisci, 21/03/'12. Non fa nessuna differenza. Il significato è sempre uno e uno soltanto: oggi è il primo giorno di primavera.
Eh già, Lettore. Parlo di primavera astronomica, naturalmente, perché quella meteorologica è iniziata dal 01/03/'12.
Questo significa che ci troviamo alle soglie della bella stagione. Anzi, basta guardare fuori dalla finestra: non serve altro per capire che l'inverno è stato assassinato un'altra volta. Come tutti gli anni, il suo cadavere viene trascinato via in un sacco di plastica e noi ci leviamo di dosso cappotti, sciarpe e maglioni per dirgli addio.
Anche se sarebbe più giusto mormorare un timido arrivederci.
Ad ogni modo, torniamo a noi: oggi ho deciso di lasciarti in compagnia di una breve "Visione" in netto contrasto con lo spirito di rinascita della primavera. Non credere che ci sia qualche motivazione particolare, sotto: mi è venuta semplicemente così, e ho deciso di scriverla e di pubblicarla per fartela leggere. Come sempre, ti auguro un buon viaggio!

martedì 20 marzo 2012

Anticipazioni sull'Episodio 29

Mancano soltanto quattro episodi alla fine della Prima Stagione de "Le Anime di Eglon", Lettore.
Non sei emozionato? Ancora quattro lunedì, e poi il cerchio si chiuderà. In attesa che se ne apra un altro.
Ma la pausa non sarà lasciata al silenzio: l'attività su "Scrivere Sotto la Luna" proseguirà come sempre. Ci sarà una novità, poi, a tenerti compagnia mentre aspetterai l'arrivo della Seconda Stagione: il ciclo Orrori Brevi, denso di racconti che ti terranno incollato allo schermo con il fiato sospeso ogni venerdì a partire dal 13 Aprile.
Sto ancora cercando di trovare il tempo per ultimare la stesura di "Amore e Morte"... Adesso che la seconda stagione della serie televisiva "The Walking Dead" si è conclusa, magari mi verrà l'ispirazione giusta e riuscirò a ritagliarmi qualche ora per scrivere gli ultimi due capitoli e l'epilogo...
Per il momento, torniamo a concentrarci sul romanzo a puntate e addentriamoci nelle viscere della sua trama con le Anticipazioni sull'Episodio 29:

lunedì 19 marzo 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 28 - Progetti

Stan Payton uscì all’aperto per prendere una boccata d’aria e squadrò rapidamente i contorni scuri del quartiere, passando in rassegna i profili degli edifici bui e proseguendo nelle tenebre, fino al punto in cui Main Street scompariva in un oceano nero sul quale sarebbe stato impossibile navigare.
Era tutto calmo, lì fuori. Come se il mondo fosse finito e lui fosse precipitato in una bizzarra realtà post apocalittica. L’aria era rarefatta, immobile, gli unici rumori percepibili erano i fruscii di movimenti poco sospetti che provenivano da lontano. Non dovevano essere automobili, valutò Stan, perché di benzina non ce n’era più. E probabilmente non erano neppure fontane, perché l’acquedotto non portava più acqua ad Eglon, e nemmeno il ronzio dei lampioni perché l’erogazione di elettricità era stata bruscamente interrotta. Per tutti questi motivi, quei fruscii non parevano essere provocati da esseri umani, il che rendeva l’ambiente ancora più morto e desolato agli occhi di Stan.
Respirò profondamente e sondò ancora una volta lo scenario circostante. Ci dovevano essere sicuramente delle persone, lì da qualche parte. I rivoluzionari, per esempio, che ogni notte pattugliavano scrupolosamente le strade. Oppure qualche cittadino uscito a fumare o a portare a spasso il cane. Era impossibile che lui fosse l’unico fuori casa, in una città di quarantamila abitanti!
Sospirò e lasciò perdere. La pistola gli premeva ancora contro il fianco, implacabile, come un tizzone rovente infilato nella tasca dei pantaloni. Non poteva gridare. Non poteva buttare fuori tutta la tensione che si era accumulata dentro di lui in quelle ultime ore, perché altrimenti sarebbe successo il finimondo. Nessuno doveva sapere che quella pistola era ancora nascosta nei suoi pantaloni. Perché se i ribelli lo avessero saputo… anzi no, meglio ancora, se Sarah lo avesse saputo, allora lui avrebbe dovuto incominciare a temere seriamente per la propria incolumità.
Erano andati tutti a dormire, ma malgrado la stanchezza Stan non era ancora riuscito a prendere sonno. Forse perché il rapporto tra lui e il suo vecchio divano non si era ancora ricucito a sufficienza. Più probabilmente perché aveva un sacco di cose per la testa a cui pensare, prima fra tutte la riunione di quella mattina nel covo segreto di Joey Goode. Gli elementi più importanti della controrivoluzione si trovavano là dentro con lui, in quell’occasione, e aveva avuto modo di conoscerli, di studiarli e di scegliere da quale parte stare. Ma la situazione non era delle più felici, e Stan se ne rendeva conto. C’era mancato poco che non scoppiasse una guerra civile in scala ridotta, all’interno di quel salone: era una fortuna che nessuno fosse passato alle mani, e che la soluzione finale fosse stata individuata in maniera pacifica.
Adesso, la chiave di tutta l’operazione era riuscire a localizzare uno dei jammer di cui aveva parlato quella mattina. Sperava di non sbagliarsi. Sperava che Robert sapesse il fatto suo, e che i loro nuovi amici poliziotti non passassero dei guai per colpa di una supposizione infondata. Ma, d’altro canto, a questo punto occorreva rischiare. Non c’erano garanzie di vittoria, ma la posta in gioco era davvero alta e bisognava agire al meglio. Le sorti di Eglon e dei suoi abitanti dipendevano da un pugno di uomini e da un’idea. Sperava con tutto il cuore che l’intuizione si rivelasse esatta.
Un fruscio più forte degli altri, alla sua destra, crebbe improvvisamente d’intensità. Stan girò la testa in quella direzione e intravide nell’oscurità la sagoma nera di una vettura che procedeva con i fari spenti. L’automobile lo superò piano e tutto d’un tratto si bloccò in mezzo alla strada. La portiera del passeggero si aprì e il vicesceriffo Steve Corall buttò fuori un’occhiata per accertarsi che la zona fosse pulita. Jeff Turner si affrettò a compiere una manovra di parcheggio sbrigativa e scese assieme al poliziotto, incamminandosi verso Stan che li guardava avanzare con il cuore in gola.

sabato 17 marzo 2012

The End Of The Wor(l)d

Anno 2012. Si parla tanto di fine, inevitabilmente. La gente è preoccupata, spaventata, irrequieta. Non sa dove sbattere la testa, e la situazione sembra spesso più grave di quanto non lo sia in realtà. Come se ci trovassimo in quel breve momento di quiete che precede ogni tempesta degna di questo nome. Un momento di attesa palpitante, di sospensione, di parole e pensieri che fluttuano nell'aria senza posarsi da nessuna parte.
"The End Of The World": la Fine del Mondo. E pare quasi che le persone non si limitino ad aspettarla, ma la stiano addirittura cercando. Disperatamente, ossessivamente, le masse rincorrono la prospettiva della fine come uno sciame di ragazzini che inseguono il furgoncino dei gelati in un torrido pomeriggio di metà agosto. Come se avessero persino bisogno di questa fine, di questa promessa di purificazione sorretta da una mattinata senza vento. "La Fine del Mondo è vicina: mettetevi in pace con voi stessi e con quelli che vi stanno attorno, perché non esiste via di scampo. Non c'è più alcuna salvezza."
Intimorita, la gente si aggrappa affannosamente alla propria fede, legandosi ad essa con un doppio giro di corda nella speranza di non essere disarcionata. Immancabilmente, le certezze vacillano e le cose superficiali appaiono ogni giorno più maledettamente indispensabili.
Ma il dramma, in questo clima pre apocalittico che non dà segni di cedimento da oltre un decennio, più che nella fantomatica "End Of The World", "Fine del Mondo", risiede innanzitutto in una caotica "End Of The Word", "Fine della Parola".

venerdì 16 marzo 2012

Mancano solo...

Sei pronto, Lettore?
Mancano solo quattro settimane, ormai. Quattro settimane all'inaugurazione del nuovo progetto Orrori Brevi, che avverrà pochi giorni prima della pubblicazione del grande Finale di Stagione del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon".
Un ciclo sta per chiudersi, un altro è sul punto di aprirsi. "Scrivere Sotto la Luna" vedrà accadere tutto questo nell'arco di pochi giorni, a metà Aprile, e le emozioni continueranno a scorrere, ma in maniera differente.
Un nuovo flusso di energia sta per essere riversato su queste pagine. Un'energia inedita e indomabile, che ti catturerà a ti conquisterà. Perché con Orrori Brevi molte cose cambieranno, e il mondo comincerà ad apparire tutt'a un tratto diverso. Molto, molto diverso...

giovedì 15 marzo 2012

Troppe Lacrime

Troppe lacrime in questo mondo, Lettore. Davvero troppe. Talmente tante che si potrebbero riempire laghi, fiumi, mari e oceani. Perché tutte queste lacrime, mi viene da chiedere? Solo che nessuno sa darmi una risposta, e il punto interrogativo continua a svolazzarmi in testa finché non decido di lasciarlo perdere e concentrarmi su qualcos'altro.
Ma resta il fatto che questo mondo è sempre pieno di troppe lacrime. Nuotiamo nelle lacrime, Lettore. Nelle nostre, in quelle dei nostri genitori, dei nonni, dei predecessori... Persino in quelle di persone che non abbiamo mai conosciuto, e che d'altronde non avremmo mai potuto conoscere. Come se le sofferenze dell'uomo, del passato, del presente e del futuro, si riversassero su di noi sottoforma di pioggia. Sembra una cosa strana, non è vero? Beh, forse perché un po' lo è. Ma non posso fare a meno di pensarci, e queste lacrime mi paiono sempre troppe.
Troppe lacrime. Talmente tante che rischiamo di annegare. Come si fa ad uscire da questo pozzo di lacrime infinite? Esiste un modo, o siamo condannati a rimanerci per sempre? Il mondo è una gabbia fatta di troppe lacrime. E noi siamo soltanto piccole forme di vita che ci sguazzano dentro.

Assenza

Eccomi di nuovo qui, mio Carissimo Lettore. Mi scuso per l'assenza di ieri, ma ultimamente gli eventi stanno avendo il sopravvento su di me un po' troppo spesso. Ad ogni modo, adesso sono pronto a riprendere, e questo è l'importante, dico bene?
Dunque, vediamo... Ah già, devo mettermi a lavorare all'Episodio 28 del romanzo a puntate, se intendo riuscire a pubblicarlo lunedì. Avrei voglia anche di finire di scrivere "Amore e Morte", l'episodio ispirato a "The Walking Dead", ma francamente penso di non avere tempo a sufficienza.
Oggi ti lascio con una "Visione", Fedele Lettore. Buon viaggio!

martedì 13 marzo 2012

Anticipazioni sull'Episodio 28

Corre tutto così in fretta... Nemmeno il tempo di girarmi indietro, e ciò che volevo guardare è già passato. Capita mai anche a te, Lettore? Come se fosse sempre troppo tardi. Come se mancassero poche gocce, poche lacrime, prima di riempire il bicchiere e farlo traboccare.
Non lo so se questo sia semplicemente frutto di una sensazione, di un bisogno o di un'ansia. Davvero non lo so. So soltanto che scrivere diventa sempre più difficile, pur nella sua semplicità. Le idee sono molte, ma il tempo no. Il tempo è inesorabile, e si divora le idee pezzetto dopo pezzetto. Fino a lasciarmi soltanto briciole, e un vuoto incolmabile che si fa lentamente ricoprire di rimpianti.
Anticipazioni sull'Episodio 28:

lunedì 12 marzo 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 27 - Il Vagone Quattro

«Hanno caricato i furgoni con le casse, ma non li hanno fatti partire subito. Sono ancora là, spenti, in attesa di un qualche segnale. Forse vogliono aspettare che sia notte fonda per smistare tutte quelle batterie. Non sono riuscita a scoprire quali siano le loro destinazioni, ma dalla segretezza delle operazioni posso affermare con certezza che si tratta di un affare piuttosto importante» concluse Emily, terminando la sua narrazione con un seducente sorriso d’importanza.
«Ben fatto. Davvero brava, Emily» si complimentò Joey con sincerità, accendendole la sigaretta che si era appena portata alle labbra. «Mi avevano già detto del cibo, del carburante e dei medicinali, ma di quelle batterie non sapevo davvero nulla. È un’informazione piuttosto preziosa.»
«Lieta di avertela fornita» rispose tranquillamente Emily, osservandolo e sentendosi stranamente a proprio agio. Ormai aveva capito che Joey Goode non era un uomo che si sarebbe potuto definire “perbene”, ma non le importava. Che fosse un criminale, uno spacciatore oppure un contrabbandiere, Joey Goode per lei era innanzitutto un uomo elegante e gentile, e tutto il resto messo a confronto con questa verità perdeva immancabilmente di significato.
«Steve, ho bisogno di una mano!» tuonò Joey, e il vicesceriffo Corall comparve sulla soglia del salottino come un cane fedele attirato da un osso o, meglio ancora, da un biscotto.
«Ci sono. Dimmi tutto.»
«Raggiungi Jeff Turner e andate con la sua auto nei pressi della stazione ferroviaria. Ho bisogno che seguiate uno dei furgoncini blindati che usciranno di lì durante la notte e che mi diciate con esattezza dove si va a fermare e in quali punti della città distribuisce il carico.»
«Un carico di armi?»
«No. Qualcosa di molto più utile, suppongo. Qualcosa che tengono molto in considerazione, dunque è meglio scoprire dove va a finire. Mi raccomando: non fatevi beccare.»
«Senz’altro» confermò il vicesceriffo, e abbandonò in fretta il salottino per sparire in direzione dei garage.
«A cosa pensi che servano quelle batterie?» volle sapere Emily, soffiando fuori fumo attraverso le labbra bagnate di rossetto. Il suo viso illuminato dalle candele era davvero bello, considerò Joey guardandola. Tutto sommato, la totale assenza di energia elettrica non era poi così male. Il viso di Emily Cooper appariva molto più sensuale quando veniva rischiarato soltanto dalle fiammelle tremolanti delle candele, e di questo doveva essere grato all’esercito e alle compagnie elettriche che si erano messi d’accordo per far precipitare nel buio l’intera Eglon.
«Non ne ho la minima idea. Di’ un po’, bella… Hai un ragazzo, fuori di qui?» le chiese direttamente, senza tanti giri di parole.
Emily arrossì e distolse lo sguardo per un secondo, schiacciando il mozzicone di sigaretta sul posacenere e rialzando gli occhi dopo un attimo di esitazione. «Ce l’avevo. Ma adesso mi sa che sono di nuovo libera.»
«Interessante» mormorò Joey, sorridendole. «Allora immagino che non gli dispiacerà…»
«Di che cosa?»
«Di questo.» E senza aggiungere altro le si avvicinò e la baciò, posando le proprie labbra sulle sue e cercando senza indugio la sua lingua per provarne il sapore. Inutile dire che la trovò assolutamente squisita.

Riprendiamo

Di ritorno dalla gita, Lettore, riprendiamo da dove ci eravamo interrotti.
Questa settimana cercherò di recuperare tutti i progetti lasciati indietro. Innanzitutto, partiamo con l'Episodio 27 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", che pubblico con la regolarità prevista. Ti auguro di fare un buon viaggio tra queste nuove rivelazioni, Lettore. E mi raccomando: non lasciarti ingannare. Le trame e i segreti della città sono ancora molto fitti...

venerdì 9 marzo 2012

Da Praga

Eccomi qui, finalmente. Mi dispiace, Lettore, ma alla fine tra un impegno e l`altro non sono riuscito a scrivere nel blog prima di oggi.
Che dire di questa città, Lettore? Una città originale, questo è senz`altro vero. Per certi versi attraente, per altri deludente. Forse una città come tante altre, o forse no. Difficile dirlo. L`accostamento tra vecchio e nuovo, il costante abbraccio fra tradizione e modernità, può meravigliare o lasciare perplessi. In fondo, però, questo non sembra di certo un altro pianeta. È probabilmente in questo che si trova quel pizzico di delusione: non è così diversa dalle nostre città, esclusi i palazzi e i monumenti assolutamente unici. La gente è uguale, si veste allo stesso modo, frequenta gli stessi posti, si comporta come da noi. Non ci sono grandissimi elementi di novità, ed è questo il particolare che lascia un retrogusto amaro in bocca.
Frutto della massificazione, come tutto il mondo. Anche Praga ne è stata vittima, e le differenze si stanno assottigliando. Ad ogni modo, una bella città, il cui ricordo rimarrà vivido almeno per un po`.

martedì 6 marzo 2012

Anticipazioni sull`Episodio 27

Pubblicato l`Episodio 26 del romanzo a puntate, cominciamo a parlare del prossimo capitolo. Ormai manca veramente poco al Finale della Prima Stagione, e gli ultimi eventi importanti prima della conclusione temporanea del romanzo si stanno delineando piuttosto rapidamente. In direzione di un Finale di Stagione che lascerà col fiato sospeso fino all`ultima riga, ti lascio alle Anticipazioni sull`Episodio 27:

lunedì 5 marzo 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 26 - Nelle Case Fantasma

«Dove vai, vecchio?» gli chiese Terry McCallister vedendolo avvicinarsi alla porta. Terry se ne stava seduto in cucina, vicino alla finestra che dava sul giardino, a fumare in silenzio. Sonny non aveva idea di dove si fosse procurato quelle sigarette, ma di sicuro ne doveva avere parecchie perché se ne faceva fuori almeno sei al giorno. Non sapeva molto sul conto del padrone di casa, scoprì in quel momento, mentre stava per oltrepassare la soglia e uscire. Ma, d’altro canto, poco importava. Se non fosse stato per Terry, il buon vecchio Sonny sarebbe morto già da un pezzo.
«Vado a trovare un amico» rispose Sonny, come se si fosse trattato di una cosa banale. Come se andare a trovare un amico, in una città ridotta nelle condizioni in cui versava Eglon, fosse stata un’azione ancora normale.
«Cerca di tornare prima che scatti il coprifuoco.»
«Quale coprifuoco?» sghignazzò Sonny, e uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.
Chissà come se la cava quel buono a nulla di Terence, pensò Sonny mentre attraversava il cortile della casa di Terry e si allontanava imboccando il marciapiede. Terence Duke era forse il figlio di buona donna più coriaceo e testardo che Sonny avesse mai conosciuto. Aveva fatto il poliziotto per oltre trent’anni, in servizio permanente ad Eglon, e conosceva la città probabilmente meglio di chiunque altro, sindaco, sceriffo o contrabbandiere che fosse. Se c’era qualcuno che sapeva come uscire da quello schifo di situazione, quell’uomo era sicuramente Terence Duke. Ed era proprio a lui che Sonny intendeva rivolgersi, adesso, per chiedergli consiglio su come muoversi.
Aveva trascorso fin troppi giorni nell’inattività, chiuso nella casa di Terry a respirare il fumo micidiale esalato dalle sue sigarette. Era ora di darsi un po’ da fare, di svegliarsi fuori. Si sentiva stanco, abbattuto e sconfitto, e queste sensazioni tutte insieme non gli piacevano per niente. Aveva bisogno di riscattarsi, e l’unica cosa da fare era mettersi al lavoro per porre fine a quel disastro.
Che cosa può fare un vecchio contro tutta quella gente incazzata? Poco o niente, si rispose automaticamente. Ma quando avesse recuperato anche Terence allora sarebbero stati in due vecchi, e forse avrebbero potuto fare qualcosina di più.
Con questi propositi in testa, Sonny Dangerwood evitò accuratamente di passare per l’angolo della strada in cui un ribelle stava sorvegliando la zona con un fucile imbracciato e deviò verso un’altra direzione, raggiungendo qualche minuto più tardi la facciata dell’abitazione di Terence Duke.
La porta era aperta, e il dettaglio fece saltare subito il cuore in gola a Sonny. Non era normale che la porta di Terence fosse aperta, perché l’ex poliziotto era sempre stato un maniaco della sicurezza e non avrebbe mai
(e sottolineo mai)
lasciato aperta la porta di casa, nemmeno se si fosse piazzato appena al di là dell’uscio con un fucile in mano.
Si avvicinò con circospezione all’entrata, guardandosi attorno per controllare che nessuno lo spiasse. Lanciò un’occhiata alla cucina dalla finestra ma non intravide nulla di anomalo. Si diresse verso la soglia d’ingresso, preparandosi a scappare.
«Terence, sei in casa?» domandò, a voce abbastanza alta. Attese una risposta che non arrivò. Quando fu stufo di aspettare, spinse leggermente la porta per entrare e si bloccò sul gradino d’accesso, sconvolto dall’immagine del vecchio amico riverso sulla moquette lorda di sangue con il petto bucherellato.

sabato 3 marzo 2012

Annebbiata Realtà

Io e il mio amico siamo compagni di vecchia data. Ci conoscemmo quando avevo pressappoco dodici anni, e da allora nutriamo un rapporto di amicizia profondo e sincero. Ricordo ancora quando lo incontrai per la prima volta. Quel giorno ero triste e abbattuto, vagavo senza sosta e senza meta per le bollenti strade assolate di un pomeriggio qualunque di metà maggio. Non fece domande, non si dimostrò invadente, non mi assillò con prediche morbose e insensate; per questo mi piacque fin da subito. Decisi di andarmene a zonzo con lui per il resto della giornata, e quando rientrai per l’ora di cena fu difficile salutarlo. Ma sapevo che mio padre non l’avrebbe mai accettato in casa. Sotto il suo tetto bastavano i suoi, di amici, a farci sentire stretti.
Quello era il periodo in cui le incomprensioni con mio padre si stavano facendo più fitte e pressanti. Quando non lavorava – e cioè per la maggior parte del tempo – la sua presenza in casa era opprimente. Qualche volta mi picchiava, ma mai troppo frequentemente. Si capiva il livello della sua frustrazione dal modo in cui apriva la porta di casa quando ritornavo da scuola, e nelle giornate peggiori era meglio dileguarsi alla svelta. Uscivo e, di solito, trascorrevo il pomeriggio solo, girovagando per le vie del paese senza fare nulla né tantomeno pensare veramente a qualcosa.
Finché non arrivò il mio amico, naturalmente. Quando lo conobbi cambiò tutto. E non fui più solo.

Racconto Breve

Oggi, mio Caro Lettore, a conclusione della settimana ti lascio in compagnia di un mio racconto breve scritto all'inizio di quest'anno. Si tratta di un testo insolito, un genere che ho raramente frequentato. Di solito non scrivo racconti come questo. L'ho buttato giù in un paio d'ore di lavoro, tra stesura e revisione. L'idea era di utilizzarlo per un concorso, ma alla fine non l'ho spedito e mi sono limitato a chiuderlo dentro il mio cassetto degli inediti.
Un racconto semplice, veloce, poco impegnativo. Il più corto di quelli che ho finora scritto. A te l'ardua sentenza, Lettore. Ti auguro di fare un buon viaggio tra queste nuove righe!

venerdì 2 marzo 2012

Next Week

La prossima settimana - credo di avertelo già accennato in precedenza - sarò in gita scolastica a Praga, Lettore. La pubblicazione dell'Episodio 26 de "Le Anime di Eglon", lunedì, avverrà come di consueto, alla solita ora, e allo stesso modo martedì usciranno senza ritardi le Anticipazioni sull'Episodio 27. Nei giorni successivi cercherò di pubblicare qualcosa con il mio cellulare dall'albergo, che a quanto pare possiede una connessione Wi-Fi. Dunque non ti preoccupare: "Scrivere Sotto la Luna" non ti abbandonerà in quei giorni, Lettore. Io non ti abbandonerò, perché ho ancora un'infinità di cose da raccontarti. Gli impegni rimangono tanti, e il tempo sembra essere sempre meno. Ma non lasciamoci scoraggiare. Perché è lo scrittore che con la sua penna domina gli eventi, e non il contrario.

giovedì 1 marzo 2012

Progetti

Ormai avrai capito di che cosa sto parlando, non è vero Lettore? I post di anticipazione sono già molti, e credo che l'argomento del nuovo progetto sia chiaro. Ad ogni modo, oggi intendo annunciarlo ufficialmente: poco prima di concludere la Prima Stagione de "Le Anime di Eglon", che si chiuderà con l'Episodio 32 lunedì 16 aprile, avvierò la pubblicazione di una nuovissima serie di racconti brevi inediti a partire da venerdì 13 aprile. Questi racconti, che usciranno puntualmente ogni venerdì sera per i mesi a seguire, faranno parte del nuovo ciclo Orrori Brevi. Saranno in prevalenza storie horror, ma non lasciarti ingannare: non parlo soltanto di horror inteso come sangue, budella e mostri spaventosi, ma parlo anche e soprattutto di horror psicologico, drammatico, carico di emozioni e di tematiche d'ogni genere. Così, di fianco a creature grottesche e scenari inquietanti, le inquadrature scorreranno attraverso molteplici paure, persone lacerate da terribili conflitti interiori, mondi apocalittici e riflessioni sulla stessa natura umana. Sarà un horror interpretato soprattutto in chiave esistenziale, insomma, con una spruzzatina di terrore dove si rivelerà necessario.
Credimi, Lettore, non vedo l'ora di farti leggere un po' del materiale che ho già iniziato a scrivere in vista di questo nuovo progetto. Purtroppo, bisognerà aspettare ancora un mese e mezzo, giusto il tempo di avere un buon numero di testi già pronti e di ultimare la stesura della Prima Stagione del romanzo a puntate.
Per quanto riguarda gli altri progetti, conto di riuscire a portare avanti anche i testi di tutte le altre sezioni del blog, seppure con più calma. Sto cercando di trovare il tempo per ultimare la stesura dell'episodio "Amore e Morte" ispirato a "The Walking Dead", ma le cose da fare sono davvero molte e le giornate si susseguono senza sosta, senza lasciarmi nemmeno un attimo per riprendere fiato. Spero di riuscire a pubblicare gli ultimi due capitoli e l'epilogo entro la metà di aprile.
Nel frattempo, Lettore, continua a venirmi a trovare su "Scrivere Sotto la Luna". Perché ogni giorno può esserci una nuova sorpresa, e ti prometto che mi impegnerò affinché le emozioni continuino a scorrere in questa pagina traboccante di pagine.