La parte più difficile di quella
tremenda giornata fu il ritorno verso casa.
Billy e Rick non erano riusciti a infilarsi
nello zaino nemmeno una misera scatoletta, e così tutta la fatica che avevano
fatto per raggiungere il paese era stata assolutamente vana. Oltretutto,
avevano sprecato un sacco di munizioni, e adesso si ritrovavano a scendere di
corsa il sentiero in mezzo ai boschi per battere sul tempo il crepuscolo
lattiginoso che li inseguiva.
«Non credevo che il paese fosse
infestato. Ero convinto che gli abitanti lo avessero abbandonato prima della
fine» mormorò finalmente Billy, col fiato corto, dopo un’interminabile ora di
silenzio infranto soltanto dai loro passi che scricchiolavano sul sottobosco.
«E infatti avevi ragione, molto
probabilmente. Erano troppi per essere tutti abitanti di quel paesino. Si
devono essere spostati. Qualcosa li avrà attirati tra quelle quattro case
diroccate» ipotizzò Rick, tuttora irrequieto. Se ne fossero comparsi altri in
mezzo a quegli alberi in quel momento non avrebbero avuto modo di difendersi.
Erano a pezzi e le loro armi erano completamente scariche. Avrebbero dovuto
prenderli a bastonate e sperare di tenerli a bada. Se fossero stati tanti
quanti quelli che si erano lasciati alle spalle, quasi sicuramente avrebbero
avuto la peggio.
«Vuol dire che nemmeno la montagna è
più un posto sicuro…» mugugnò Billy, sull’orlo del crollo.
«Lo è stata fino ad ora. Adesso, però,
temo che si stiano muovendo anche in queste aree. Cercano cibo dove non sono
ancora arrivati, perché non ne trovano altrove. Sono come animali che migrano»
borbottò tetramente Rick.
«Pensavo che quassù saremmo stati al
sicuro, io e Stephanie. Avevo il mio fucile, la mia scorta di viveri e acqua,
la mia legnaia piena… E invece molto probabilmente dovremo andarcene. Non posso
rischiare di tenerla qui, esposta al pericolo. Devo trovare un altro rifugio
per lei.»
«Passerà. Se tutto va bene, stanno
solo battendo la zona in cerca di qualche cervo. Spazzoleranno quello che
rimane e poi torneranno in pianura, assieme agli altri» cercò di rassicurarlo
Rick.
«E se non lo faranno? Se invece
rimarranno qui, a setacciare i boschi e a rovistare in lungo e in largo per
tutta la montagna? Prima o poi arriveranno a casa nostra, e se saranno in così
tanti… No, non possiamo rimanere qui. Sta succedendo un casino, il mondo sta
sprofondando, ma non voglio ancora arrendermi. Non voglio accettare il fatto
che la morte debba già separare me e Stephanie, prima ancora che cominciamo a
trascorrere la nostra vita insieme.»
Billy si fermò e guardò negli occhi
Rick, ansimando leggermente. «Non voglio sparare un colpo in testa alla mia
ragazza per poi infilarmi la canna del fucile in bocca e premere il grilletto.
Non è così che deve andare a finire, capisci? Non in questo modo, con i morti
che graffiano la porta e battono contro i vetri delle finestre. Non così.»
«C’è ancora speranza, Billy. Ad
Atlanta, dove sembra si siano andati a rifugiare i superstiti. Laggiù c’è il
Centro di Controllo delle Malattie, magari a quest’ora hanno già trovato un
modo per bloccare l’infezione. L’hai detto anche tu, in fondo, no? Hai detto
che i soldati hanno abbandonato la città per fuggire ad Atlanta. Si trovano là,
adesso, ne sono sicuro. Atlanta è la nostra risposta» asserì Rick con
decisione. Ma la sua voce era tremolante, e Billy intuì che prima di persuadere
lui a dargli fiducia stava innanzitutto cercando disperatamente di convincere
se stesso.
«Non lo so… Anche la mia casa in
montagna pareva un luogo sicuro, inattaccabile. Invece, guarda adesso quanti
zombie ci assediano da tutte le parti…» mormorò Billy, riluttante.
Rick non sapeva più che cosa
rispondere, così ripresero a camminare in silenzio, di buon passo, con la notte
che strisciava inesorabile alle loro spalle nel tentativo di raggiungerli, oltrepassarli
e voltarsi indietro per tendere un agguato.
La casa di Billy era vicina, e i suoni
del bosco si facevano sempre più sottili e distanti. Quasi che gli alberi
avessero tratto un profondo respiro e adesso non volessero più liberare l’aria
incamerata. Stavano così, col fiato sospeso, in attesa di un segnale che li
autorizzasse a sospirare. Niente scricchiolii, niente versi di animali noti o
sconosciuti. Niente di niente, eccetto i passi di Billy e Rick che si
affrettavano.
Dovevano raggiungere l’abitazione e
sbarrare la porta al più presto, prima che l’oscurità avvolgesse quel fianco
tortuoso della montagna. Prima che il sole annegasse nella tremula foschia acquosa
dell’orizzonte.
Era una corsa contro il tempo, contro
la morte che avanzava implacabile. L’unico paese nei dintorni che potesse
essere raggiunto a piedi era stato occupato da un terrificante gregge di zombie
al pascolo. Così, niente più scorte di viveri, niente più bottiglie di acqua
potabile, niente cesti, penne o fogli di carta, niente carburante. Billy e
Stephanie erano definitivamente tagliati fuori dagli ultimi resti decadenti di
una civiltà in frantumi, e d’ora in avanti si sarebbero dovuti arrangiare con
quello che rimaneva.
«Fermo» comandò d’un tratto Rick,
immobilizzandosi.
Billy, paralizzato, si abbassò
d’istinto e Rick fece rapidamente altrettanto. L’ex vicesceriffo indicò un
punto vago lungo il sentiero che continuava a scendere verso valle. Billy seguì
il suo indice teso in aria e intravide un flebile movimento tra i cespugli, ma
nulla di più. C’era una macchia di arbusti, là in fondo, ma pareva che fosse
tutto tranquillo.
«Li vedi?»
Il ragazzo fece segno di no con la
testa. Rick si frugò convulsamente nelle tasche, forse alla ricerca di qualche
proiettile extra che potesse essergli sfuggito, ma dopo poco ritirò le mani
vuote.
«Ci sono tre zombie che se ne vanno in
giro da soli. Sono là dietro, li ho visti. Non credo proprio che si stiano
nascondendo. Probabilmente non ci hanno ancora individuati, altrimenti
sarebbero partiti subito all’attacco.»
«Come facciamo a sbarazzarcene?»
«Non possiamo. Dobbiamo aggirarli. Tre
sono anche troppi, per due uomini disarmati. Non possiamo sperare di coglierli
di sorpresa, colpirne uno significa avere gli altri due addosso. Deviamo da
quella parte e recuperiamo il sentiero più giù.»
Seguirono il piano bisbigliato da Rick
e si staccarono lentamente dal sentiero, procedendo bassi e cercando di
produrre il minimo del rumore possibile. Si arrampicarono su una collinetta di
rocce ricoperte da uno spesso strato di muschio e un paio di volte Rick perse
l’equilibrio e rischiò di ruzzolare a terra. Billy proseguiva spedito, senza
difficoltà, e quando il compagno stava per cadere gli porgeva la mano e lo teneva
in piedi, annuendo in silenzio e facendogli cenno di andare avanti.
Ridiscesero la lieve altura dopo
qualche centinaio di metri e localizzarono nuovamente lo stretto sentiero che
continuava a serpeggiare tra gli alberi. Ormai doveva mancare poco, valutò Rick
mentre rimettevano piede sul terreno battuto.
Quasi che gli avesse letto nel
pensiero, Billy farfugliò cupamente: «Fra un quarto d’ora al massimo dovremmo
esserci.»
Rick intuì immediatamente l’ansia
nella sua voce. D’altro canto, come biasimarlo? Avevano appena incrociato tre
morti che camminavano a un quarto d’ora di distanza dalla casa nella quale si
trovava la sua ragazza, sola e impaurita. Stephanie aveva una pistola nel primo
cassetto della cucina, certo, ma sarebbe stata in grado di usarla se avesse
visto avvicinarsi uno zombie? Era poco probabile, purtroppo, considerò
brevemente Rick. E questo faceva preoccupare anche lui, oltre a Billy.
Non avrebbero mai dovuto lasciarla a
casa da sola.
«Ci stanno seguendo» borbottò
laconicamente Billy, e Rick ruotò la testa lentamente all’indietro per
controllare se fosse vero. Non ci mise molto a individuare le tre figure nere
che nel crepuscolo ormai inoltrato scendevano il sentiero con passo incerto,
scivolando sulle rocce affioranti e rialzandosi in piedi quasi subito per
riprendere a trascinarsi verso di loro.
Hanno
fame, e sono qui per noi. Seguono il
loro pasto che cerca di fuggire.
«Al diavolo. Non possiamo portarceli
dietro fino a casa. Bisogna abbatterli, a questo punto» tagliò corto Rick, e si
fermò per afferrare un pezzo di legno che intralciava il sentiero.
«No, non quello lì. È troppo secco, si
spezzerebbe al primo colpo. Prendi quello là, piuttosto. Mi sembra più robusto»
lo avvisò Billy quasi meccanicamente, afferrando il proprio fucile per la canna
e offrendo agli zombie che venivano verso di loro il profilo dell’impugnatura.
«Io mi sposto sulla sinistra, tu vai
verso destra. Provo a lanciare una pietra a quello più vicino appena viene
sotto tiro. Se riesco a beccarlo in testa è fatta, ci occupiamo degli altri due
e poi lo finiamo. Se lo manco, invece, dobbiamo sperare di avere fortuna.»
«Okay.»
Rick si abbassò e scalzò dal terreno
umido il pezzo di pietra più grosso che ci fosse a portata di mano. Appoggiò a
terra il bastone appena recuperato e portò il masso all’altezza della spalla,
prendendo la mira.
I tre zombie erano veloci, gli occhi
assenti e le bocche macchiate di sangue, i capelli impiastricciati di terra.
Uno era un ragazzo di colore, un altro sembrava un vecchio contadino sulla
sessantina. Il terzo era una giovane donna con i capelli rossi e un lungo
taglio sulla fronte.
Rick puntò al contadino sui sessanta,
ruotando il busto leggermente all’indietro e richiamando alla mente gli
allenamenti di football delle superiori. Lanciò in aria la pietra e il
bersaglio cadde all’indietro come una marionetta di legno alla quale fossero
stati tagliati i fili.
L’ex vicesceriffo afferrò velocemente
il bastone e lo calò spietato sulla testa della zombie coi capelli rossi,
ripetendo l’attacco finché non trasformò il taglio sulla sua fronte in una
lacerazione ben più profonda.
Si girò a guardare Billy e lo vide
calare energicamente il calcio del fucile sulla testa del contadino morto
disteso a terra. Il cranio si frantumò come un melone marcio precipitato dalla
cima di un grattacielo. L’altro zombie, quello di colore, era già adagiato in
una pozza di sangue poco più in là.
«È quasi buio. Muoviamoci» sentenziò
Billy, e la corsa in mezzo al bosco riprese.
Pochi minuti più tardi, finalmente,
gli alberi cominciarono a diradarsi nella penombra e le fronde rivelarono i
primi brandelli di cielo, sempre più sgombro e sempre più scuro. I loro occhi
stanchi si posarono sul profilo della casa di Billy e Stephanie, che
troneggiava sullo spiazzo d’erba e sul cortile di ghiaia dal quale si snodava
la strada diretta verso valle.
«Vedi niente in giro?» barbugliò
Billy, acquistando maggiore velocità nella discesa.
«Mi sembra tutto a posto» confessò
Rick, puntando lo sguardo sulla sua automobile parcheggiata davanti
all’abitazione. Doveva prima di tutto recuperare il borsone con le armi e
ricaricare la pistola. Poteva tornargli utile nel corso della notte. E forse
era meglio passare un po’ di munizioni anche a Billy, prima che il cielo diventasse
una colata di asfalto nero bollente.
Raggiunsero il cortile con il fiatone
e si avvicinarono alla facciata della casa. Finalmente comparve il portico, e
finalmente la sagoma della porta d’ingresso venne tratteggiata nella
semioscurità della sera. Ma il cuore di Rick saltò un paio di battiti non
appena realizzò che quella stessa porta era orrendamente spalancata verso
l’oscurità dell’interno.
THE WALKING DEAD
AMORE E MORTE
SCRITTO DA DAVIDE DE BONI
ISPIRATO ALLA SERIE DI FRANK DARABONT E ROBERT KIRKMAN
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