giovedì 29 settembre 2011

Raccontare Una Storia

Non è semplice spiegare che cosa significa esattamente raccontare una storia. Innanzitutto, bisogna fare una distinzione: raccontare a voce è decisamente diverso dallo scrivere una storia, e su questo punto non si deve assolutamente fare confusione. Spesso uno scrittore è solito ingarbugliarsi con le parole quando parla, e altrettanto frequentemente un buon oratore rischia di comporre testi assurdamente illogici se gli si mette in mano una penna. Ma una storia è pur sempre una storia, e se vale la pena di essere raccontata allora troverà senz'altro il modo, prima o poi, di uscire allo scoperto e farsi trovare da chi dispone della giusta dose di pazienza necessaria a cercarla.
La verità è che avere a che fare con una buona storia è come avere a che fare con un'intera galassia: la nube di gas luminosi che levita attorno al filo principale della trama è punteggiata di un'infinità di piccole stelle, e quasi ogni stella possiede il suo sistema di pianeti e la maggior parte dei pianeti presenta a sua volta un numero imprecisato di satelliti che gli orbitano attorno.
Ma è proprio qui che sta la bellezza della storia: come in una galassia esiste per forza di cose un centro di attrazione gravitazionale, e il sistema assume un certo equilibrio che consente allo scrittore di individuare con esatta precisione ogni sua più piccola parte. In questo modo, scrivere una storia è un po' come esplorare questa fantomatica galassia, conoscerne le peculiarità e studiarne i comportamenti. Alla fine del lavoro di scrittura si conosce ogni singolo segreto di questa storia-galassia, e gestirla non è più difficile come poteva sembrare all'inizio. Anzi, dopo che si è ingranata la seconda la storia prosegue e sgorga da sé, senza richiedere troppi sforzi all'immaginazione che la produce. Ci si lascia semplicemente attrarre dal centro di gravità della galassia, e in seguito alla lunghissima fase di rotazione si giunge sempre al capolinea. Da lì, scrivere la parola FINE non è poi così difficile.
L'unica cosa che resta, al termine di ogni viaggio, è l'amara consapevolezza di non poterlo intraprendere una seconda volta. Bisogna ricominciare tutto daccapo, individuare una nuova galassia e riprendere a setacciarla una stella dopo l'altra. La soddisfazione che se ne ricava, ad ogni modo, rimane impagabile.

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