Avere una pistola con sé era tutta
un’altra storia. Gli dava giusto quel pizzico di sicurezza in più da farlo
andare avanti con maggior fermezza. Ormai era stabilito: bisognava raggiungere
i binari del treno e uscire da Padova, in direzione Vicenza. Non gli restava
altro da fare che convincere i suoi compagni di viaggio della necessità di
questa decisione.
«Da questa parte» mormorò Marta,
guardandosi intorno con circospezione.
Un paio di zombie si affacciarono da
una finestra mezza aperta, protendendo le mani nella loro direzione e tentando
di afferrarli.
Giorgio si scansò appena in tempo per
evitare di essere agguantato. «Merda, sono dappertutto!» brontolò, allungando
il passo per allontanarsi il più in fretta possibile dalla finestra infestata.
Stavano percorrendo un vicolo
secondario, un senso unico con alte file di condomini da entrambi i lati,
automobili parcheggiate per metà sui marciapiedi e il furgoncino di un
idraulico ribaltato in mezzo alla strada.
«Finché rimaniamo tra tutti questi
edifici siamo prede facili» osservò Leonardo. La sua voce conteneva una sottile
venatura di rimprovero, senza tuttavia trattenerla.
«Cosa suggeriresti di fare, allora?»
domandò la ragazza, stizzita.
«Tagliamo per il parco e ci dirigiamo
verso la periferia, da quella parte» sussurrò, indicando la direzione con un
cenno del capo. «Da lì cerchiamo di raggiungere gli argini del fiume e proseguiamo
fino ai campi, e poi giù verso i binari ferroviari. In questo modo eviteremmo
la stazione dei treni, che probabilmente brulica di morti, e potremmo comunque
indirizzarci verso Vicenza.»
«Hai ancora in mente di arrivare fino
a là? È una pazzia. Rimarremmo troppo esposti, soprattutto durante la notte»
gli fece notare Marta.
«Lo so. Ma è un rischio che io devo correre.»
«D’altro canto, restare in città è
ancora più folle. Grossi centri urbani significano tante persone, e tante
persone equivalgono a una marea di zombie. Questo non è in discussione:
dobbiamo uscire da Padova, se vogliamo cavarcela» bisbigliò Giorgio con fare
pensieroso.
«Non siete obbligati ad accompagnarmi
fino a Vicenza. Possiamo sempre raggiungere un posto sicuro lungo la strada, e
poi dividerci. Ma io devo andare, lo devo fare assolutamente, con o senza di
voi» ribadì Leonardo con decisione.
«Vedremo» concesse Marta. «Per adesso,
tagliamo per il parco e cerchiamo di raggiungere l’argine illesi. E poi usciamo
da questa dannatissima città.»
Leonardo le rivolse un sorriso di
gratitudine. Scambiò con entrambi uno sguardo d’intesa, carico di speranza e di
aspettative, e si incamminò di nuovo lungo il senso unico con la pistola tra le
mani e il passo leggero.
Certo, la pistola lo faceva sentire un
po’ più sicuro di sé, ma era convinto di saperla veramente usare
all’occorrenza? Non aveva la più vaga idea di come funzionasse la sicura, né
sapeva se in quel momento fosse inserita o meno. E non era capace di sostituire
i colpi, né di verificare che ce ne fosse qualcuno nel caricatore. Davvero gli
poteva essere utile avere un’arma del genere a disposizione?
Eppure la sola sensazione del metallo
freddo tra le dita gli era di conforto, se non altro. Sì, magari non l’avrebbe
saputa usare, ma molto probabilmente se si fosse trovato davanti a una schiera
di morti gli sarebbe comunque servita a ben poco, no?
«Dobbiamo essere cauti, continuare a
muoverci piano e stare bassi, nasconderci dietro le auto. Non possiamo farci
cogliere di sorpresa, non esistono vie di fuga se ci vedono.»
Era maledettamente pericoloso
attraversare la città in quelle condizioni. Erano soltanto in tre, e quasi
sicuramente avrebbero incontrato decine di zombie prima di riuscire a superare
il parco e arrivare in periferia.
E poi, chi garantiva loro che una
volta arrivati sugli argini sarebbero stati sufficientemente al sicuro? Certo,
non ci doveva essere molta gente là in cima, ma era comunque una posizione
scoperta e chiunque avrebbe potuto notare la loro presenza.
Giocavano una partita a dadi contro la
sorte, c’era poco da fare. Ma, francamente, Leonardo non riusciva a vedere
altre strade. Dovevano provarci, e al massimo morire nel tentativo. Ma
rintanarsi in qualche buco sarebbe servito soltanto a firmare la loro condanna
a morte.
E, con ogni probabilità, anche quella
della sua amata Valentina.
«Cazzo!» sibilò Giorgio, indicando
l’ingresso del parco pubblico in fondo al vicolo.
Leonardo si fermò dietro una Panda rossa con le portiere spalancate e
il parabrezza schizzato di sangue. Si sporse leggermente per dare un’occhiata e
si ritirò subito dopo con un nodo sempre più stretto alla gola.
C’erano almeno una decina di zombie
tra loro e lo stupido cancello in ferro battuto del parco. Dieci zombie che non
potevano aggirare. Né affrontare, se era per questo. La loro unica via di fuga
era tagliata fuori.
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