Di solito qui su Scrivere Sotto la Luna non si parla molto di attualità: abbiamo le nostre storie da raccontarci, mio Carissimo Lettore, e ogni tanto ci facciamo una chiacchierata, ma poi ci si ferma lì.
Oggi, però, farò un'eccezione.
Ho sentito la necessità di scrivere qualche parola in merito alla strage di Parigi, un attacco terroristico rivolto non soltanto contro la libertà e la democrazia, ma anche e soprattutto contro una libera espressione artistica, cosa, a mio avviso, che lo rende ancora più disumano.
Non sono state uccise solamente delle persone: ieri a Parigi si è tentato di uccidere anche un'idea, e questo fa davvero paura. Non sto mettendo le due cose sullo stesso piano, anzi. Sto cercando di separare i due attentati, quello fisico e quello ideologico, per poter enfatizzare al meglio l'importanza dei danni inflitti ad entrambi.
Esprimo la mia solidarietà per le vittime e i loro famigliari, e intendo parlare di loro con il massimo del rispetto. Quello che voglio dire è che la loro uccisione non si è limitata a una cancellazione fisica: gli attentatori hanno colpito loro, ma il vero bersaglio dell'attacco erano le loro idee.
Le idee sono la massima espressione del genere umano, sopravvivono a coloro che le fanno nascere e ci elevano al di sopra della nostra bestialità, rendono civile la nostra civiltà. Credo sia una questione molto importante da trattare.
La strage di Parigi fa riflettere, e spaventa tanto quanto quella di quell'11 settembre che rimane impresso nella nostra memoria, se non addirittura di più. Perché nel 2001 furono le cifre a metterci paura: il numero dei morti, la loro assoluta estraneità ai fatti, e la minaccia alla sicurezza. Oggi, nel 2015, nuovi attentatori ci fanno temere per le nostre idee. Ci dicono che non siamo liberi di pensare, e di esprimere il nostro pensiero, nel momento in cui esso si trovi in disaccordo con i loro principi.
L'attacco si è evoluto, la minaccia si è estesa, e le nostre sicurezze vacillano ulteriormente.
C'è chi si spinge oltre, e arriva persino a giustificare quanto accaduto, affermando che la satira di Charlie Hebdo rappresentasse un insulto nei riguardi della religione islamica, e che questo possa essere considerato come una sorta di attenuante.
Il fondamentalismo religioso è follia, è delirio di onnipotenza, e non va giustificato in alcun modo, per nessuna ragione.
Sai che cosa penso, mio Caro Lettore? Penso, onestamente, che il vile atto di terrorismo compiuto ieri a Parigi sia stato un insulto alla religione musulmana di gran lunga più offensivo di qualsiasi vignetta prodotta da Charlie Hebdo. Non solo: un vero e proprio insulto all'umanità, un enorme vaffanculo alla vita, alla libertà e alle idee.
Uccidere un uomo non è come uccidere un'idea. Ma ci sono uomini pronti a morire per difendere le proprie idee, ci sono sempre stati e sempre ci saranno, e questo a parer mio rende le vittime della strage di Parigi ancora più degne del rispetto dell'umanità. Loro sono morti a causa di un'idea, ed è nostro compito far sì che quell'idea continui a vivere, anche dopo di loro: soltanto così riusciremo a rendere incompleto il compimento della strage.
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