Rick alzò la testa, sorrise e annuì
con la bocca piena. «Sono ottimi, grazie» rispose non appena ebbe mandato giù
il boccone con un sorso d’acqua.
«La pasta è tra i cibi che durano di
più» spiegò Billy mangiando con più calma. «Ne abbiamo un’intera credenza
piena.»
«Oltretutto è anche buona. Sono in
viaggio da questa mattina, e i crampi allo stomaco mi stavano uccidendo»
borbottò Rick tra una forchettata e la successiva.
«Dove sei diretto?» domandò Billy,
seriamente interessato.
«Atlanta.»
«E come hai fatto a trovarci?»
«Passando lungo l’interstatale a valle
ho visto del fumo in mezzo agli alberi. Ho imboccato la prima strada che si
arrampicava sul fianco della montagna e l’ho seguita fino a qua. Era il fumo
del vostro camino acceso» illustrò Rick con un certo orgoglio.
«Si vede tanto dalla pianura?»
«Soltanto da un tratto della valle
sottostante. E potrebbe essere provocato da qualunque cosa. Ad ogni modo, gli
zombie non lo ricollegherebbero mai a un segno di attività umana. Non li
attirerà» li rassicurò.
«Non è tanto degli zombie che mi
preoccupo…» intervenne Stephanie. «Nelle ultime ore prima che il morbo si
prendesse l’intera pianura, il pericolo maggiore era costituito dalle persone vive. Omicidi, rapine, indifferenza,
tutto per riuscire a scampare per qualche secondo in più a una fine inevitabile.
L’umanità mostra il peggio di sé, quando arriva la paura.»
«Lo posso immaginare» bofonchiò Rick
tra sé e sé. «Voi due abitate qui?» s’informò, cambiando discorso.
«Non esattamente. Stavamo giù in
città, prima del contagio. Ci siamo trasferiti in questa casa proprio per evitarlo.»
«Credete che possa averlo fatto altra
gente? Che ci siano altri sopravvissuti in queste montagne, nascosti come voi
tra i boschi?» volle sapere l’ex vicesceriffo, interrogandoli innanzitutto con
lo sguardo mentre si puliva la bocca su un tovagliolo e posava la forchetta nel
piatto vuoto.
Billy e Stephanie si scambiarono
un’occhiata silenziosa ed eloquente, e Rick dentro di sé si chiese a quali
atroci scene avessero assistito quegli occhi giovani e svegli che si misuravano
davanti alla sua espressione curiosa.
«Non penso ce ne siano altri, qui
attorno. Non provenienti dalla città, in ogni caso…» disse cautamente Billy,
scrutando Rick con espressione amara.
«Perché no? In fondo, voi due siete
riusciti a fuggire e ad arrivare quassù. Perché non potrebbero averlo fatto
altre persone, dopo di voi?» insisté Rick, perplesso.
Billy si passò una mano sulle labbra e
le umettò con la punta della lingua, schiarendosi la voce. Quindi lo fissò
intensamente e mormorò, con un tono di voce più moderato: «La strada per salire
in montagna era chiusa, quando siamo fuggiti dalla città. Abbiamo aggirato le
barriere salendo a piedi attraverso i boschi, in piena notte. Avevano detto che
stare fuori dal centro abitato non era più sicuro, e avevano trasferito tutti
gli abitanti dei paesi attorno, compresi quelli sulle montagne, all’interno del
centro, tra le barricate innalzate dall’esercito per separare i quartieri
infetti da quelli ancora difendibili.
«Abbiamo lasciato l’auto in fondo alla
valle e ci siamo infilati in mezzo agli alberi con nient’altro che i nostri
vestiti, le chiavi di casa e una pistola carica. Per un pelo non siamo stati
attaccati. Ma gli zombie erano concentrati sulla città, perché era da lì che
provenivano gli spari, le urla, le esplosioni, le colonne di fuoco che si
alzavano dalle case…»
«Dev’essere stato terribile…» commentò
Rick pensosamente, riflettendo sul fatto che probabilmente anche la sua
famiglia aveva vissuto un’esperienza simile. Sempre che Lori e Carl fossero riusciti
ad andare via da quell’inferno in terra, naturalmente. Valutare l’eventualità
che non ce l’avessero fatta era doloroso, ma non poteva impedirselo. Le
probabilità che fosse capitato loro qualcosa di brutto erano seriamente alte, e
non poteva fingere di non intuire questa verità.
«Terribile, certo. Ma il peggio è
arrivato dopo. Mentre risalivamo il fianco dell’altura, una squadriglia di
elicotteri militari ha sorvolato la montagna ed è passata esattamente sopra le
nostre teste, diretta verso la città» riprese Billy. Si fermò e inghiottì a
vuoto, cercando lo sguardo assente della fidanzata. Stephanie fissava assorta
la tovaglia, con aria alienata, quasi che non volesse ricordare e stesse
cercando di chiudere fuori quelle insistenti memorie feroci.
Billy si sforzò di apparire
tranquillo, con scarso successo. Il suo tentativo riuscì soltanto a far affiorare
una smorfia di disgusto sul suo viso, che si affrettò a nascondere dietro
un’istantanea pennellata di dolore.
«Ovviamente non ci aspettavamo quello
che fecero, e la visione ci lasciò in bocca un sapore ancora più amaro per via
della sorpresa e dell’orrore inatteso che provammo. Credevamo che si dirigessero
verso la città per raccogliere i superstiti e portarli in salvo, magari verso
Atlanta, dove correva voce che fosse stato stabilito un punto difensivo
piuttosto protetto ed efficace. Ci sbagliavamo. E tu nemmeno puoi immaginare
quanto, Rick…»
«Che cosa fecero?» chiese Rick,
sottovoce, temendo di sconvolgere l’impalpabile perturbazione emozionale che si
era intessuta attorno a loro.
«Iniziarono a bombardare. E le strade
incominciarono ad esplodere, generando globi di fuoco sempre più alti e
voluminosi. La notte divenne chiara da quante fiamme si alzavano in cielo. Gli
elicotteri sganciavano napalm sulla città. Capisci Rick? Napalm. Per fermare gli zombie e circoscrivere l’infezione, l’unica
soluzione che avevano scelto di adottare era impedire che il resto della popolazione
potesse contrarre il morbo. E così…»
«Cristo santo…» balbettò Rick,
incredulo e profondamente scosso.
«Andarono avanti per tutta la notte»
continuò Billy, esaminando gli occhi tremanti del suo interlocutore. «E la
mattina dopo in città rimase soltanto il silenzio.»
«È inconcepibile» barbugliò Rick,
confuso e contrariato.
«È istintivo,
Rick. E l’istinto è l’unica cosa che ci resta, quando perdiamo le nostre
certezze e ci ritroviamo ad essere ridotti come delle bestie. L’istinto è il
nostro nucleo animale, e non possiamo fare a meno di ascoltarlo, quando non
vediamo altra via d’uscita. Ad ogni modo, non tutti gli zombie furono spazzati
via quella notte. In città ne sono rimasti ancora molti. Centinaia, penso, ma potrebbero
anche essere di più. In ogni caso noi, quassù, siamo al sicuro» concluse Billy
sogguardando la sua amata Stephanie e accennando un mezzo sorriso.
La ragazza rispose debolmente,
tornando a focalizzare la propria attenzione sulla tovaglia per evitare di
essere interpellata.
«Che cosa speravano di ottenere
sganciando napalm sulle strade, se non un genocidio?» domandò Rick, quasi fra
sé e sé.
«Forse speravano di fermare gli zombie
prima che uscissero dalla città. Ma ormai era già successo ovunque, e non credo
che non ne fossero a conoscenza. No, più probabilmente intendevano vedere che
cosa sarebbe successo. Secondo me, volevano sapere se il napalm fosse in grado
di distruggerli. E per questo piccolo esperimento militare hanno ammazzato migliaia
di innocenti vivi.
«Così va il mondo in cui ci troviamo ora,
questo nuovo mondo dell’orrore.
L’uomo non è mai stato il peggior nemico di se stesso più di quanto lo sia
adesso. Ora che quasi tutto è finito, la vita viene rincorsa dalla morte, e
quel che è peggio è che sarà l’uomo, prima o poi, a farle lo sgambetto e a
condannarla in questo modo al suo triste destino.»
THE WALKING DEAD
AMORE E MORTE
SCRITTO DA DAVIDE DE BONI
ISPIRATO ALLA SERIE DI FRANK DARABONT E ROBERT KIRKMAN
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