Ai giorni nostri, in questa nuova epoca irrefrenabile e moderna, strettamente dipendente dalle macchine che il progresso, nel corso dei secoli, ha portato l’uomo a concepire, progettare e costruire per migliorare il proprio stile di vita, appare evidente come nessuno, nemmeno tra i più piccoli, sia in grado di fare una qualsiasi cosa senza l’ausilio della tecnologia a facilitargli la più insignificante delle operazioni. Sembra incredibile, eppure ormai è così. Basta guardarsi attorno con un po’ di attenzione, in autobus o lungo i marciapiedi: persone che camminano a testa bassa, le dita che scorrono sui tasti dei cellulari, i computer portatili sottobraccio, le cuffiette degli iPod infilate nelle orecchie; l’isolamento dal mondo è così completo.
La “modernizzazione della vita” coinvolge lentamente un po’ tutti. Le menti più giovani sono maggiormente influenzabili e manipolabili, e la società sta correndo a perdifiato verso un sempre crescente individualismo che rischia di abbattere i fondamenti stessi della comunità in sé. Quest’ultima affermazione non vuole essere una critica all’uso della tecnologia, bensì una constatazione che cerchi in qualche modo di evidenziare gli effetti dell’eccessivo abuso di essa.
I giochi tradizionali sono messi da parte, i libri vengono riposti nei loro scaffali e abbandonati alla sola compagnia della polvere: a sostituirli sono intervenuti i videogame, assai più coinvolgenti, di maggiore impatto e di gran lunga più immediati. Essi non richiedono alcuno sforzo da parte dell’immaginazione: semplicemente, offrono un mondo già pronto e impacchettato, dove tutto si può risolvere, dove a qualsiasi errore si può porre rimedio ricominciando la partita, dove far crescere un cucciolo o ammazzare il vicino di casa con una mitragliatrice sono posti sul medesimo piano. Ai giovani viene richiesto soltanto di svolgere un ruolo passivo, di “assorbire” senza fatica e spingersi pigramente verso l’ultimo livello, e niente di più. Se poi non si riesce proprio a superare una difficoltà, esistono i codici che permettono di potenziare il proprio personaggio, rendendo infiniti la sua vita, il suo denaro o le sue munizioni, un aiuto extra che interviene per il raggiungimento dell’agognata meta.
Il problema non sta solo in questo: la questione si concentra soprattutto nel fatto che, mentre gli adulti sanno perfettamente che cosa stanno facendo, i più piccoli non riescono a distinguere ancora bene i contorni che delimitano la realtà, perciò c’è il pericolo che confondano il gioco con la vita reale e si convincano che a tutto sia possibile porre rimedio, anche una volta commesso il più terribile degli errori.
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