Eccomi qui Lettore, come promesso, con un nuovo brano da farti leggere. In attesa del racconto-sorpresa che troverai qui domani pomeriggio ad aspettarti, ho voglia di solleticare il tuo appetito di parole con una nuova "pausa di riflessione", così come ho deciso di chiamare questo genere di testo (e così come lo chiamerò d'ora in avanti; d'altronde, questo nome se l'è preso da sé, non sei d'accordo anche tu?).
Dunque. Il nuovo flusso di pensiero che ho intenzione di proporti si intitola "La società dell'horror vacui", e si tratta di un testo piuttosto breve in cui divago allegramente all'interno di un tema a me caro: la paura, profonda e primitiva, che l'uomo avverte costantemente nei confronti del vuoto, il tutto inquadrato all'interno della società in cui viviamo.
Sei pronto a farti strada attraverso queste righe, mio Fedele Lettore?
Allora buttati, non temere: ci sarò io ad attenderti, più in là. Oltre il bordo della muraglia di parole che ha dato forma a "La società dell'horror vacui".
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