martedì 31 gennaio 2012

Anticipazioni sull'Episodio 22

La prima cosa che mi viene da pensare, Lettore, è che con questa nuova settimana avrò parecchi grattacapi.
Sarà dura scrivere l'Episodio 22. Dovrò ritagliarmi qualche spazio di tempo per riuscire a lavorare alla stesura, ma già so che finirò per buttare giù tutto il testo tra il sabato e la domenica, inevitabilmente. Questo perché venerdì avrò la simulazione della terza prova d'esame, perciò la maggior parte delle ore sarà assorbita dallo studio. Non mancherò comunque di aggiornare "Scrivere Sotto la Luna" il più regolarmente possibile, e sicuramente in un modo o nell'altro riuscirò a completare l'Episodio 22 per il prossimo lunedì, dunque non temere: mi darò da fare e cercherò di essere presente come sempre, concentrato sulla scrittura come su qualsiasi altra attività richiesta dal mio corpo per sopravvivere.
Oggi, a testimonianza di tutto ciò, concludo con le Anticipazioni sull'Episodio 22:

Al di là di Tutto il Resto

Oltre tutto questo, al di là di tutto il resto, esiste la vita.
Forse è proprio questa la nostra unica certezza.
La nostra sola maledizione.
In fondo al cielo, poi, chissà.

lunedì 30 gennaio 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 21 - Cittadini in Piazza

«Avanti, Joey. Sapevamo tutti quanti che doveva andare a finire così, prima o poi. Adesso vieni fuori e getta la spugna, su. Non vogliamo altro sangue. Ce n’è già stato fin troppo.»
Lo sceriffo Gordon Fillback parlava con voce calma e misurata, avanzando adagio nella penombra del seminterrato con la pistola spianata. Uno dei suoi uomini, di sopra, aspettava che l’ambulanza arrivasse a prendere un collega ferito e un narcotrafficante morto. I suoi due vice Krain e Corall, invece, erano lì sotto con lui, in quel corridoio freddo e umido che si snodava apparentemente all’infinito un paio di metri più in basso del pavimento della fabbrica.
Dopo aver lasciato giù le auto di servizio all’ingresso del quartiere di periferia avevano proseguito a piedi fino all’enorme complesso indicato loro dall’informatrice. Avevano varcato il cancello aperto senza problemi e avevano raggiunto l’ampio salone principale passando per il portone spalancato. Dentro, tra i bancali rigonfi di droga e di armi, avevano individuato immediatamente Joey Goode intento a firmare un documento accanto ad una finestra impolverata. Con lui c’era un uomo dall’aria sospetta che appena li aveva visti aveva sollevato la pistola già impugnata.
«Fermi, mani in alto!» aveva berciato lo sceriffo, spianando la sua arma. Il primo colpo era indirizzato a lui, ma l’aveva schivato nascondendosi dietro uno dei bancali. Poi era uscito allo scoperto e con uno sparo preciso aveva centrato il narcotrafficante ad una spalla, disarmandolo.
Joey Goode aveva aperto il fuoco senza indugio, posando la penna e imbracciando un fucile semiautomatico. Aveva preso in pieno Ted, uno dei poliziotti che aveva accettato di seguire Gordon Fillback in quell’impresa che sarebbe stata narrata su tutti i giornali della contea per la settimana a venire, e Steve Corall rispondendo al fuoco aveva accidentalmente beccato il petto del narcotrafficante, che era stramazzato al suolo.
Joey si era riparato dietro alcuni bancali e lo sceriffo aveva fatto segno ai suoi vice di accerchiarlo, ordinando all’altro poliziotto che era con loro di andare ad assistere Ted e chiamare immediatamente un’ambulanza.
Avevano seguito Joey dopo che aveva imboccato la ripida gradinata che conduceva nei sotterranei della vecchia fabbrica abbandonata e gli erano stati dietro per un bel pezzo, finché non era sparito. Adesso, però, ce l’avevano in pugno: non gli restava più nessuna via di scampo.
«Al contrario, caro sceriffo. Voi dovete gettare la spugna, prima che finisca male» lo contraddisse la voce di Joey Goode, scaturendo da Dio solo immaginava quale direzione. Gordon Fillback ispezionò con lo sguardo la metà oscura di corridoio che avanzava al di là delle sue sopracciglia aggrottate, cercando di indovinare da quale delle varie aperture laterali provenissero le parole di Joey.
«Sei in brutto guaio, Goode, e non credo che tu te ne renda conto. Traffico illegale di droga e armi, con un quantitativo del valore di un milione e mezzo di dollari, più che sufficiente a metterti dentro per un bel po’. Per colpa tua sono morte decine e decine di persone, in questa città, compresi molti dei miei poliziotti. Diamo la caccia alla tua banda da undici anni. Ma adesso è finita. Sei al capolinea, Joey.»
«Ma è proprio dal capolinea che l’autobus riparte per un altro giro» ribatté beffardamente il criminale, comparendo dal nulla con un grosso fucile imbracciato. Dietro di lui, una dozzina di uomini armati si fecero avanti, sprezzanti e pronti a tutto pur di difendere il vigliacco che li stipendiava.
Mercenari di Goode, pensò Gordon Fillback, e abbassò l’arma impotente, imitato dai suoi vice.
«Adesso detto io le condizioni, sceriffo. E ho giusto in mente un paio di commissioni per te. Ad esempio, potresti cominciare facendo sparire quel carico di droga e armi che c’è di sopra… Che cosa ne dici? Sei disposto a collaborare?»
Il ghigno sul volto di Joey Goode, in quel momento, fu talmente largo e malefico da far rabbrividire i poliziotti che lo tenevano sotto tiro.

I Ribelli di Eglon

La Rivoluzione prosegue, nella città di Eglon. E forse non avrà mai fine. Ma non è questo il punto: bisogna cominciare a pensare ad altro, adesso. Sopravvivere è ancora necessario, ma diventa fondamentale individuare alla svelta una via d'uscita.
La verità, probabilmente, è che non c'è modo di scappare. Ma allora rimane ancora una cosa da fare: combattere, e sparare fino all'ultimo colpo. Ormai non c'è altra soluzione...

sabato 28 gennaio 2012

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo VIII

«Cazzo!» sbraitò Billy, fermandosi giusto in tempo per evitare che lo zombie di fronte gli addentasse la spalla senza troppa difficoltà.
«Stai indietro!» gridò Rick, sollevando la pistola e sparando. Il colpo, partito da una distanza ravvicinata, sbalzò indietro il corpo morto che si stava per arrampicare addosso a Billy e lo fece stramazzare al suolo, lordo di sangue.
Billy si girò e abbatté due degli zombie che li stavano raggiungendo alle spalle, mentre Rick sparava dalla parte opposta senza nemmeno prendersi tempo per riflettere sul da farsi.
Erano in troppi, e ben presto Billy e Rick registrarono questa ineluttabile verità e ne furono terrorizzati.
«Ho poche munizioni» sentenziò tutt’a un tratto Billy, affiancandosi all’amico e fermando l’avanzata di uno zombie che risaliva il sentiero che avrebbero dovuto percorrere per poter tornare a casa.
Il bosco vomitava una colonna di morti dietro l’altra, e sembrava quasi che quegli ammassi di carne putrida e fredda fossero interminabili. Non avrebbero potuto fermarli tutti. Sarebbero stati sopraffatti, e presto. Erano in due ed erano stati intrappolati.
«Mi restano due colpi soltanto, Rick!» esclamò Billy dopo aver fracassato la testa di uno zombie con l’impugnatura del fucile.

Camminiamo tra i Morti

Questo fine settimana io e te, mio Caro Lettore, camminiamo tra i morti.
Ho finito di scrivere il Capitolo VIII di "Amore e Morte", il mio episodio ispirato alla serie televisiva statunitense "The Walking Dead", e non vedevo l'ora di fartelo leggere. Ora, finalmente, è arrivato il momento di pubblicarlo in esclusiva su "Scrivere Sotto la Luna".
Spero che ti piaccia, Lettore. Si tratta di un capitolo un po' più movimentato dei precedenti, più rapido e più claustrofobico, abbastanza pieno di zombie da soddisfare gli amanti del genere. Perciò, dovrai stare attento a come muoverti in mezzo a quel bosco, Lettore. Perché Billy e Rick sono armati, ma noi no. E temo non avranno colpi a sufficienza per coprirci le spalle mentre fuggiremo dalle mani fredde dei morti che camminano...

venerdì 27 gennaio 2012

Jericho: la Storia Soppressa

Una delle serie televisive più belle che io ricordi è probabilmente "Jericho", una storia assolutamente geniale che nel 2008 è stata definitivamente soppressa dopo due sole stagioni. Già alla fine del primo ciclo di puntate si era parlato di interrompere la serie, ma le proteste dei fan riuscirono ad ottenere una seconda stagione di soli sette episodi, non conclusa e inconcludente per via dei pochi ascolti registrati.
Un vero peccato, perché "Jericho" era davvero una storia che funzionava. Un attacco terroristico nucleare, che mette in ginocchio gli Stati Uniti e ne altera irrimediabilmente la fisionomia. Oltre venti città rase al suolo dalle bombe H. La lotta per la sopravvivenza di coloro che sono rimasti, i profughi delle metropoli colpite, il crollo delle leggi e del controllo, la caduta dei poteri. La degenerazione umana.
Poi, con la seconda stagione, il ritorno della civiltà e la ricostruzione, nell'ottica di una guerra civile che diviene sempre più inevitabile.

giovedì 26 gennaio 2012

Scrittore Narcotrafficante

Che cos'è esattamente uno scrittore? Di che cosa si occupa? In cosa consiste il suo lavoro?
Beh, essenzialmente fare lo scrittore è vendere fumo. Si vendono parole, storie e pensieri, tutti i frutti che la mente dello scrittore è capace di far maturare e raccogliere. In sostanza, si tratta di fumo che viene spazzato via dal primo alito di vento. Fumo di ottima qualità, però, questo bisogna dirlo.
Poi, c'è da tenere conto anche del fatto che le storie e le idee, per uno scrittore, sono come droga. Ne vende parecchie, certo, ma prima le consuma, ne abusa spesso e volentieri e si lascia trasportare in mondi fantastici, realtà sconvolgenti e scenari coinvolgenti dalla sua immaginazione. La creatività di uno scrittore, la sua fantasia, è forse molto più potente di qualsiasi droga in commercio. E i libri e i racconti che uno scrittore pubblica, in fin dei conti, sono generose dosi di questa droga maledetta che vengono tranquillamente legalizzate e spacciate senza remore, senza controlli.
Lo scrittore prova tutte le sue idee, si fa delle sue idee e decide quali sono le migliori. Poi le vende al suo pubblico, rassicurandolo sul fatto che saranno roba di qualità, in grado di farlo viaggiare come mai ha viaggiato prima. E il bello è che non ci sono controindicazioni. La salute non ne risente, l'unica a cedere un po' il passo è la concentrazione. Ogni libro letto è un frammento di sanità mentale soffocato dalla follia, in fin dei conti. E questo è l'unico effetto collaterale della droga spacciata da uno scrittore.
Insomma, lo scrittore è uno dei narcotrafficanti più forniti ed efficienti che ci siano in questo mondo. Le sue idee e la sua immaginazione sono droghe pesanti, e vendendole a piccole dosi di carta rilegata è capace di trascinare migliaia di menti nel baratro in cui vive.
La parte migliore, in tutto questo, è che l'unica cosa che conta, per lo scrittore, è quel breve momento in cui può abusare della sua droga prima di tagliarla, impaginarla e spacciarla. Quella è la fase più importante di tutto il processo, ed è per essa che lo scrittore continua a scrivere.

mercoledì 25 gennaio 2012

Profumo della Paura

È una strada lunga, quella che bisogna ancora percorrere. C'è necessità di cambiamento nell'aria. Odore di antico, un odore legato alla pietra delle nostre case, che non se ne va. Come un miasma fatale, che non siamo e non saremo mai capaci di scacciare. È il profumo della paura. Sempre attiva, sempre presente.
Per questo gli uomini lucidano le loro armi prima di andare a dormire. Le caricano e si infilano sotto le coperte più tranquilli, accanto a mogli, fidanzate, conviventi, amanti occasionali. Ma l'arma è vicina, perché il profumo della paura non scompare e il retrogusto della morte può invadere la bocca in qualsiasi momento, senza preannunciarsi, semplicemente comparendo dal nulla e insediandosi stabilmente.
Che l'umanità prepari pure le sue scialuppe di salvataggio: se non rimarrà terra dove approdare, ogni sforzo sarà vano.

martedì 24 gennaio 2012

Anticipazioni sull'Episodio 21

Altra settimana impegnativa all'orizzonte, Lettore. D'altro canto, non lo sono forse tutte ultimamente? Su, coraggio, bisogna cercare di tenere duro e andare avanti.
La stesura dell'Episodio 21 procede, ma rimango troppo sul filo dei rasoio. Devo riuscire a prendere un paio di episodi di vantaggio, altrimenti finisce che prima o poi non ce la faccio a prepararne uno in tempo per la pubblicazione.
Per adesso, le Anticipazioni sull'Episodio 21:

lunedì 23 gennaio 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 20 - Il Ritorno del Vicesindaco Green

«Per adesso, l’essenziale è non farci beccare. Abbiamo tempo, e senz’altro le risorse non ci mancano. Ma il progetto va escogitato minuziosamente, altrimenti rischiamo di far saltare l’intera copertura. D’accordo?»
Gli occhi erano puntati su di lui. Tutti gli occhi, e questo significava che lo stavano ascoltando. Era sicuro di aver esposto con sufficiente chiarezza la situazione, ma allo stesso tempo temeva che qualcuno dei presenti non avesse pienamente afferrato la delicatezza dell’operazione in ballo. Ma, d’altro canto, non era un problema suo: i rischi erano stati svelati, e adesso spettava a ciascuno di loro prendere una decisione. Bisognava agire, e bisognava farlo in fretta se si voleva arginare il problema prima che assumesse le colossali proporzioni di una calamità biblica.
«Io ci sto, sceriffo. Conti pure su di me» approvò Jason Krain con fare deciso e sprezzante.
«Non lo so, a dire il vero scorgo molta foschia su quest’operazione…» borbottò incerto Steve Corall, grattandosi furtivamente la punta del naso.
«Ti capisco, Steve. Gli elementi che abbiamo sono pochi, ma forse stavolta basteranno ad incastrare quel bastardo una volta per tutte» sentenziò risoluto lo sceriffo Gordon Fillback. Passò in rassegna le espressioni assorte dell’esiguo grappolo di poliziotti che sedevano attorno alla scrivania del suo ufficio. Erano confusi e insicuri, ma allo stesso tempo leggeva sui loro volti la convinzione che fosse necessario agire in fretta. «Ascoltatemi. Non è come quella volta nel 2006 in cui lo abbiamo messo dentro con l’accusa di corruzione e ne è uscito due settimane dopo con la mente occupata dall’idea di vendicarsi dei poliziotti che lo avevano beccato: stavolta è diverso. Ce l’abbiamo praticamente nel sacco, e lo possiamo schiacciare sotto il tacco della scarpa come uno scarafaggio messo all’angolo!»
«E chi ci dice che l’informatore sia completamente affidabile, o che non sia stato addirittura depistato?» intervenne uno dei poliziotti, dubbioso.
«L’informatore è troppo vicino al nostro uomo perché possa essere stato raggirato, e allo stesso tempo lo detesta talmente tanto da essere disposto a qualunque cosa pur di vederlo finire dietro le sbarre per un lungo, lunghissimo periodo di tempo» ribatté tranquillamente Gordon Fillback. «Parlo di sua sorella, naturalmente.»
Un mormorio concitato attraversò l’ufficio da una parete all’altra, smuovendo la polvere che si era accasciata sugli angoli più inaccessibili del pavimento. Lo sceriffo Gordon Fillback avvertì chiaramente la tensione elettrica che per qualche istante fluì all’interno dell’ambiente.
«Sua sorella? Questo cambia le carte in tavola, sceriffo. Decisamente» commentò Steve Corall massaggiandosi l’estremità del mento.
«Già. Allora, che ne dite?»
«Dico che ci stiamo tutti quanti. Non è vero?»
Un unico cenno d’assenso sgattaiolò da uno sguardo all’altro, emergendo come un’automobile a fari spenti da un banco di nebbia particolarmente fitto.
«Allora andiamo ad ammanettare quel cane di Joey Goode!» concluse lo sceriffo Fillback alzandosi senza indugio dalla sua sedia e afferrando vigorosamente la pistola d’ordinanza riposta all’interno del primo cassetto della scrivania.

Novità ad Eglon

Ci sono molte novità ad Eglon, Lettore. Oggi inizierò a raccontartene qualcuna, ma ho sentito dire che ne stanno arrivando parecchie altre. Cercherò di narrartele tutte quante, in ordine. Spero di riuscirci. Ma credo che ce la farò, perché mi sto appassionando anch'io alla storia. Mi ha preso fin dall'inizio, e adesso che si sta a poco a poco sviluppando comincio ad orientarmi meglio tra le varie vicende.
Bando alle chiacchiere, è ora di mettersi a camminare. Gambe in spalla e coraggio in tasca: bisogna andare avanti. Cerca di starmi vicino e di non perderti, Lettore. Non sono sicuro di poter tornare indietro a riprenderti, se ti smarrisci lungo la strada. Perciò resta nei paraggi e tieni gli occhi aperti, perché ogni sparo può essere un pericolo immediato per la nostra vita. Ad Eglon, in questo momento, può accadere praticamente qualsiasi cosa...

sabato 21 gennaio 2012

Settimana Prossima

Oggi sarò in stesura tutto il pomeriggio, Lettore, perciò colgo questi pochi minuti di pausa per darti un rapido quadro di quello che ti aspetta la prossima settimana su "Scrivere Sotto la Luna".
Lunedì, come di consueto, uscirà il nuovo capitolo del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", ossia l'Episodio 20: "Il Ritorno del Vicesindaco Green". Sarà una puntata interessante, che farà da presentazione agli importanti eventi dell'Episodio 21. Questi due capitoli, perciò, dovranno essere considerati assieme, perché strettamente connessi l'uno all'altro (in particolar modo per quanto riguarda l'introduzione che precede il titolo).
Martedì, quindi, posterò le Anticipazioni sull'Episodio 21, di modo da darti qualche indizio su ciò che avverrà la settimana successiva.
Da mercoledì a venerdì pubblicherò tre testi differenti, uno appartenente alla sezione "Visioni", uno per la sezione "Storie Già Scritte" e l'altro per quella che ho chiamato "L'Esperienza di uno Scrittore".
Sabato, infine, uscirà il Capitolo VIII di "Amore e Morte", il mio episodio ispirato alla serie televisiva "The Walking Dead".
Ti auguro dunque un buon fine settimana, Lettore! Ti aspetto lunedì per raccontarti nuove storie.

venerdì 20 gennaio 2012

Giornate Difficili

Sono giornate sempre più difficili, Lettore. Questo periodo in cui viviamo, l'era asessuata della fredda tecnologia, sembra soffocare i nostri istinti e i nostri bisogni, indirizzando le nostre energie contro muri che le fanno scatenare e poi sbollire, rendendoci docili e inermi.
Veniamo drogati dalla musica, dalle immagini, dalle belle parole vuote che ci attraversano il cervello istante dopo istante come una gelida pioggia di pallottole, forando i nostri pensieri. Proviamo ad aprire bocca per parlare e subito ce la ritroviamo chiusa con un abbondante lembo di nastro isolante. Le nostre orecchie, bombardate, si lasciano distrarre, e i nostri sensi anestetizzati si affievoliscono fino a spegnersi.
Che cosa significa tutto questo? Significa semplicemente che siamo distratti, mio Caro Lettore. Siamo distratti, sì, perché guardiamo dove altre persone vogliono farci guardare e ascoltiamo ciò che altre persone intendono farci sentire. Ci riempiono le ore di programmi sempre nuovi e di canali televisivi ogni settimana più numerosi, per distogliere la nostra attenzione da quello che fanno tranquillamente sotto i nostri occhi. Come prestigiatori.
Già. Siamo ingannati da una schiera di illusionisti pagati come veri maghi, e lasciamo loro fare perché è più comodo non intromettersi. Solo che decidono della nostra vita, capisci Lettore? Decidono che cosa ne sarà del nostro futuro, e di quello dei nostri figli e dei nostri nipoti. E così via.
Queste sono giornate difficili, mio Fedele Lettore. Nonostante tutto, noi resistiamo. Ma quello che dovremmo fare è aprire gli occhi e spezzare l'illusione, distogliere lo sguardo dalla scatola dei trucchi di magia che occupa i mobili delle nostre case, costantemente accesa, e puntarlo invece sulle persone che ci stanno raggirando.
Giornate difficili. E sarà sempre peggio, solo che ancora non ce la sentiamo di reagire.

giovedì 19 gennaio 2012

Uccidere una Storia

Si vede proprio che certa gente non ha idea di come pensi uno scrittore.
La differenza sostanziale tra chi scrive e chi analizza una storia è che chi la scrive la vede come un film, come un solido pezzo unitario e indivisibile, un blocco di marmo senza scalfitture, mentre chi la analizza sente il bisogno di scomporla, non importa quanto brutalmente o forzatamente.
Per uno scrittore, chi si prende la briga di analizzare una storia la uccide, la scuoia e si mette tranquillamente a svuotarla delle interiora.
Lo scrittore costruisce; colui che analizza, invece, distrugge, destrutturando e demolendo una storia, privandola del calore lasciato dalla mano e dal respiro dello scrittore sulle sue parole.

mercoledì 18 gennaio 2012

Anticipazioni sull'Episodio 20

Come promesso, le anticipazioni sul prossimo episodio de "Le Anime di Eglon" sono slittate ad oggi e ora sono pronto a farti dare una sbirciatina dietro le quinte, Lettore.
L'Episodio 20 è ancora in fase di stesura. Lo sto scrivendo proprio adesso, e francamente lo trovo interessante. Ma il mio è ovviamente un giudizio di parte, dunque lascerò valutare a te. In ogni caso, ci sono alcune svolte parecchio importanti, legate ad eventi e personaggi fondamentali per la trama.
So come andare avanti e so che cosa succederà, grossomodo, fino alla fine di questa Prima Stagione. Non mi resta che scrivere e pubblicare, Lettore. Lasciando a te l'arduo compito di leggere e viaggiare. Sappi soltanto che non ti lascerò mai solo lungo questo cammino, dunque rasserenati: la strada da fare è ancora lunga, ma la reciproca compagnia la renderà piacevole e attraente.
Detto questo, diamoci dentro con le Anticipazioni sull'Episodio 20:

martedì 17 gennaio 2012

Boccheggiante Londra

I lampioni che si avvicendavano lungo le vie di una boccheggiante Londra sferzata dalla pioggia erano tutti quanti rivolti verso il cielo, come lance impugnate da una prima linea di cavalieri schierati a difesa della città contro le tenebrose truppe degli eserciti della notte che calavano inesorabili. Lance di luce, una luce cerulea e poco vivace, quasi annoiata. Lance che non si sarebbero rivelate molto utili in quella battaglia contro l’oscurità che pareva essere già perduta fin dal suo esordio.
I passi frettolosi di una donna irruppero tutto d’un tratto nella scena, attraversando senza riguardo una pozzanghera, immergendo i tacchi nell’acqua torbida e scura appena oltre lo zoccolo del marciapiede. La donna oltrepassò la strada con aria irriverente, calpestando energicamente il tappeto d’asfalto fradicio, quasi che volesse fargli del male con quegli spilli di dodici centimetri che le tenevano sollevati i talloni. Reggeva fermamente un ombrello, trattenendolo con quanta forza poteva, duellando coraggiosamente con il vento che ad ondate d’assalti ripetuti tentava ignobilmente di strapparglielo via.
Alla fine, la donna ebbe la meglio, e raggiunse illesa l’altra sponda di quel fiume di bitume e auto sferraglianti. Un taxi fermo dall’altra parte l’accolse doverosamente, spalancando una portiera gialla che subito dopo si richiuse come una bocca sbilenca sulla povera donna e il suo ombrello ora chiuso e madido. L’autista della vettura, sprezzante, si sistemò lo specchietto di modo da riuscire ad intravedere meglio il piccolo scorcio delle cosce della passeggera attraverso le pieghe della gonna a balze, quindi, soddisfatto, ingranò la marcia e partì scabrosamente, accodandosi ad un furgone che trasportava surgelati.
Il tramonto aveva lasciato alla città di Londra un sapore amarognolo in bocca, perché se n’era andato senza nemmeno salutare: le nuvole avevano coperto lo splendore del sole calante e dei colori che esso versa solitamente nel cielo poco prima di penetrare l’orizzonte, e la qualità della luce era semplicemente passata da un grigio fosco e a tratti lattiginoso ad un buio repentino e, in minima parte, dalle sembianze grottesche. I lampioni si erano accesi con un impercettibile clangore dal gusto metallico, e così il crepuscolo si era esaurito in una tenebra malamente respinta.

Quello che si Festeggia Oggi

Finalmente è arrivato il momento di scoprire qual è la grande sorpresa che ti ho anticipato già da qualche giorno, Lettore! Sicuramente ti starai chiedendo: per quale motivo una sorpresa? Che cosa si festeggia?
Beh, si festeggia un evento importante, mio Carissimo Lettore: questo è il centonovantanovesimo post, il che significa che il prossimo sarà il post numero 200 del blog "Scrivere Sotto la Luna"! Per puro caso, inoltre, oggi il blog festeggia anche i suoi primi cinque mesi di vita, motivo in più per rendere la giornata particolarmente interessante.
E che cosa ci può essere di meglio di un nuovissimo racconto inedito per rendere speciale il post numero 200?
Proprio così, Lettore: stai per posare gli occhi su un racconto che non è mai uscito dal mio cassetto. Voglio che sia tu il primo a leggerlo, dunque tieniti pronto. Il racconto si intitola "Boccheggiante Londra". L'ho scritto tra il 28 e il 29 settembre 2010. Si tratta di un racconto breve, rispetto a quelli che scrivo di solito, ma è forse uno dei più singolari che ci siano all'interno del mio rigonfio cassetto di inediti.
Ti auguro di fare buon viaggio in questa "Boccheggiante Londra", mio fedele Lettore. Spero che non ti perderai lungo le strade della città, senza di me. Ma adesso devo proprio andare. Ti lascio alla mia storia. Fatti guidare dalle mie parole e vedrai che andrà tutto bene. Fidati.

lunedì 16 gennaio 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 19 - Braccati

Correva nelle tenebre. Anzi, meglio: fuggiva nelle tenebre, e le sue gambe erano pale di un mulino a vento che guizzavano nell’aria sopra l’infinita campagna olandese.
Tutto ciò che rimaneva di lui, adesso, era quel paio di gambe che correvano a perdifiato nel buio. I suoi passi giungevano attutiti, ovattati alle sue orecchie. Il contatto delle suole con l’asfalto era smorzato da qualcosa che non riusciva ad individuare. Però… Era qualcosa, e questo è quanto.
La confusione che l’immagine di quel mulino sullo sfondo gli suscitava era a dir poco dolorosa. Dolorosa? Sì, avanti, diciamo pure dolorosa. Anche se… No dai, andava bene. Andava bene così, e Gary Hullman non avrebbe saputo spiegare con un aggettivo migliore le proprie sensazioni.
Le sue gambe continuavano a correre nelle tenebre, a fuggire, e i suoi passi e il suo respiro affannato giungevano da lontano, come se fossero rumori separati e distanti dal suo corpo. Il che era impossibile, giusto? Eppure lo percepiva, e quello che avvertiva dentro di sé era innegabile. Come poteva d’altronde giustificare il contrario di ciò che sentiva, se lo sentiva?
Più confusi di così non si può essere, valutò tra sé e sé senza smettere di correre né rallentare l’andatura. Main Street era ai suoi piedi, si srotolava sotto i suoi
(piedi di pietra)
piedi, e lui non si sarebbe fermato finché le luci del giorno non si fossero svelate ai suoi occhi confusi e cerchiati di oscurità.
«Sono Rapidoman, e sto volando sulla strada a velocità spaventosa sulla mia motocicletta fatta di burro fuso! Prova a prendermi, se ci riesci, Uomo Nero!» strillò con un tono di voce paurosamente acuto, per certi versi quasi femminile.
Scoppiò a ridere e subito smise, perché di nuovo fu ipnotizzato da quel movimento ipnotico che le sue gambe producevano mulinando nelle tenebre in una folle fuga
(corsa)
dalle ombre della sua fantasia
(l’Uomo Nero)
che lo inseguivano senza pietà.
La sedia sulla quale si trovava finì pericolosamente in bilico sulle due gambe posteriori, si sbilanciò e cadde all’indietro, producendo un sonoro schiocco sul pavimento di linoleum della cucina accompagnato dalle risate di Gary.
L’acido che si era sparato quella sera era più forte di quelli che usava di solito, ma lui non se ne rendeva nemmeno conto. Tutto ciò che gli importava, in quel momento, erano le sue gambe che come un mulino a vento cercavano di scappare dall’aria ma non ci riuscivano, condannate per l’eternità a farsi afferrare dalla loro nemica e a farsi sbattere di qua e di là come delle puttane.
L’Uomo Nero provava una certa pena per lui, nel profondo del suo animo dilaniato. Ma in superficie, per dirla tutta, lo disprezzava intensamente e lo trovava sfacciatamente patetico.
«Vediamo quanto corri veloce, Rapidoman, con un pallino di piombo nel cervello…» sussurrò l’Uomo Nero appoggiando la canna della pistola sulla fronte imperlata di sudore di Gary Hullman, in mezzo a quegli occhi arrossati e lucidi in cui le pupille erano diventate grosse come fori di proiettile.
Gary esplose in una fragorosa risata, l’ultima della sua miserabile esistenza. «Bye bye baby» canticchiò l’Uomo Nero, e premendo il grilletto si ritrovò la maschera schizzata di sangue fresco.

Riprendiamo

Proprio così, Lettore: riprendiamo da dove ci eravamo interrotti, raccogliamo da terra il filo che fino alla settimana scorsa ci aveva accompagnati nel nostro viaggio lungo le pericolose strade di Eglon e continuiamo a seguirlo. Chissà dove ci porterà, quest'oggi, in questo nuovo inizio di una settimana che si preannuncia assolutamente interessante.
Domani, Lettore, "Scrivere Sotto la Luna" ti mostrerà la sorpresa che ho preparato per te. Adesso, invece, è tempo di farsi strada tra il sangue e la sofferenza che annebbiano l'aria della città di Eglon, cercando di sopravvivere e nello stesso momento di capire quello che sta per succedere.
L'Episodio 19 presenterà meno azione del solito. Si tratta di una puntata di raccordo, in un certo senso, un capitolo necessario per collegare alcune vicende che altrimenti rimarrebbero sospese a mezz'aria. Ma non ti preoccupare, Lettore: si stanno a poco a poco creando le premesse per delle novità decisamente inattese, dunque preparati a qualche inedito colpo di scena e prova a mantenere sotto controllo l'agitazione. Perché dopo questo episodio di raccordo ne arriverà presto un altro che non sarà altrettanto tranquillo...

sabato 14 gennaio 2012

Introduzione a Storie Già Scritte

Mi sembrava doveroso, mio Caro Lettore, aggiungere una breve introduzione che facesse da prologo alla sezione "Storie Già Scritte", così ho deciso di farlo subito. Eccomi qui, dunque, pronto a raccontarti nel dettaglio di che cosa si tratta.
"Storie Già Scritte" è una sezione del blog "Scrivere Sotto la Luna" dedicata alle mie storie preferite, quelle che hanno in qualche modo lasciato un segno dentro di me, nel mio stile e nella mia memoria, nel mio modo di narrare. Sono le storie che più amo, che sono inevitabilmente entrate a far parte del mio bagaglio esperienziale, del mio immaginario. Proprio per questo ho voluto creare una sezione appositamente per loro: in questa maniera, Lettore, potrai capire da dove deriva una notevole parte della mia ispirazione, perché ogni scrittore, in un modo o nell'altro, possiede dei punti di riferimento dai quali fa nascere le sue idee.
Così, in questa sezione avrò modo di raccontarti delle storie che maggiormente hanno colpito la mia fantasia: "The Walking Dead", "Lost", "Jericho", "Kingdom Hospital", "American Horror Story", l'intera produzione di Stephen King e tante, tante altre ancora. Spero di riuscire a comunicarti efficacemente l'essenza di questi racconti, Lettore. Si tratta di storie già scritte da altre persone, è vero. Ma, in un certo senso, è come se anch'io le avessi scritte assieme a loro, perché appartengono un po' anche a me.

Settimana Passata

Ormai anche questa settimana è passata, mio Fedele Lettore. Come avrai notato, negli ultimi giorni sono riuscito a dedicare davvero poco spazio al blog: ho pubblicato quasi esclusivamente brevi pensieri, fatta eccezione per il consueto episodio del romanzo a puntate, ma il motivo è da imputare ai due racconti completi che ho scritto in vista della partecipazione a due concorsi. Da lunedì dovrei riprendere a pubblicare anche post più consistenti, e già ti svelo che le Anticipazioni sull'Episodio 20 slitteranno a mercoledì perché per la giornata di martedì ho in mente una bella sorpresa...
Ad ogni modo, oggi ho voglia di pubblicare un'introduzione per la sezione "Storie Già Scritte", che secondo me appare incompleta senza le dovute spiegazioni. Lunedì uscirà l'Episodio 19 del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", che conto di ultimare in giornata, e martedì ci sarà la sorpresa della quale non ti voglio anticipare nulla.
Buon viaggio e buon fine settimana, Lettore! Ti lascio al testo: "Introduzione a Storie Già Scritte".

venerdì 13 gennaio 2012

Sospiri di Vapore

Da ogni angolo del mondo, Lettore, si innalzano sospiri di vapore. Ovunque volgiamo lo sguardo, in qualsiasi direzione ci voltiamo, il nostro universo è offuscato dalle esalazioni di miliardi di anime che vivono e respirano, emettendo sospiri di vapore. Penso sia inevitabile, ormai. Credo che sia il nostro destino, morire soffocati in mezzo a tutto questo vapore inconsistente. Eppure non possiamo farne a meno.
Un po' come con l'ossigeno, mi viene da dire. Per vivere dobbiamo per forza far sì che possa circolare liberamente nel nostro sangue, ma allo stesso tempo è la prima causa del deterioramento del nostro corpo, del nostro inarrestabile invecchiamento. La natura possiede un'ironia davvero sottile ed elegante, non trovi?
Navighiamo nel vapore dei sospiri della gente che ci abita attorno, senza curarci della loro presenza, indifferenti e invisibili, come intruppati in una schiera di spettri. Siamo davvero così, Lettore? Siamo più insignificanti di un'armata di sospiri di vapore, di fronte alle mura della roccaforte della vita?

giovedì 12 gennaio 2012

Nessun Lieto Fine

Non c'è lieto fine, all'orizzonte, per la stupidità umana.
Non c'è rispetto che regga, no. Non più.
Non c'è fede che possa preservare completamente dalla paura.
C'è soltanto l'orrore, adesso, che fa da sfondo ad ogni altra percezione.
Il silenzio governa il nostro mondo vuoto, occupando tutto lo spazio che trova.
Quando anche l'ultimo fiume di lacrime sarà stato prosciugato, l'era degli uomini si concluderà.
Siamo una specie in via di estinzione, ormai. Anche se ancora non ce ne rendiamo pienamente conto.
Ma i tempi sono maturi, e attorno a noi c'è aria di cambiamento.
Chissà. Magari, in fondo, scopriremo che ne avevamo davvero bisogno.
Per ora, smettiamo di sperare. Perché non c'è nessun lieto fine, dietro la nostra eterna arroganza.

mercoledì 11 gennaio 2012

Mondo di Polvere

Abitiamo in un mondo di polvere, Lettore. Un mondo fatto esclusivamente di polvere, polvere di stelle. Tutto ciò che ci circonda è costituito da elementi, e ogni elemento è derivato dalle stelle. Dunque, la terra è fatta di polvere, gli oceani sono fatti di polvere, il cielo è fatto di polvere e noi stessi siamo fatti di polvere. Non la trovi una cosa incredibilmente poetica, Lettore?
Questo ci aiuta a capire che siamo parte di un tutto, di un unico cosmo da cui derivano i nostri corpi, le nostre menti e le nostre anime. Non esiste differenza, tra noi e la sabbia. Non molta, almeno. Certo, la sabbia non può piangere, non può amare, non può provare emozioni, non può pensare. Ma che differenza fa, in fondo, avere tutto questo? Siamo forse migliori dei granelli di sabbia che costituiscono una spiaggia, nella nostra infinita arroganza e nella nostra assoluta, fredda indifferenza di fronte alla distruzione e all'autodistruzione che ogni giorno perpetriamo?
Siamo polvere in un mondo di polvere, Lettore. Polvere eravamo, polvere siamo e polvere continueremo ad essere.

martedì 10 gennaio 2012

Anticipazioni sull'Episodio 19

Nuova settimana ormai avviata, Lettore. Riprende il periodo di studio e il tempo da dedicare alla scrittura torna ad essere poco. Beh, a dire il vero è sempre troppo poco, indipendentemente dalla scuola. Se potessi scriverei anche quarantotto ore su ventiquattro, dunque lascio a te le conclusioni...
Questa settimana sarò parecchio impegnato, Lettore, perché ho diversi progetti tra le mani. Ti confesso che devo ancora completare la stesura dell'Episodio 19 del romanzo a puntate, anche se ho già in mente più o meno tutta la trama. Devo riuscire a recuperare e, se possibile, anche a prendermi un po' avanti. Ce la farò, secondo te?
Per adesso, concentriamoci su di una cosa alla volta.
Quindi, ecco qui le Anticipazioni sull'Episodio 19:

lunedì 9 gennaio 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 18 - Il Prigioniero

Quella notte, particolarmente densa e scura, non era uguale a tutte le altre. Le nuvole che nascondevano la città di Eglon dagli sguardi indiscreti e a tratti maliziosi della luna erano fitte come una vallata di neve al buio. Ci si sarebbe potuto sciare piuttosto piacevolmente, se soltanto il cielo e la terra si fossero capovolti, scambiandosi di posto. Ma le nubi rimanevano sempre lassù, spostandosi pigramente da una parte all’altra come una mandria intenta a brucare, mentre quaggiù restavano immobili gli edifici e i palazzi, le strade e le vie, le auto spente e i lampioni accesi.
Ciò che rendeva diversa quella specifica notte rispetto a tutte le altre era il profondo silenzio che ammantava la città, intimo e intenso come un segreto sussurrato in un orecchio. Nelle zone prossime alle rive del fiume Arkansas, l’unico rumore che infrangeva quella barriera di silenzio era il lento mormorio dell’acqua che scorreva senza fretta, trascinando con sé minuti, foglie secche, vite e ricordi.
Per impedire che qualcuno si potesse arrampicare lungo le sponde del fiume, risalendo con un’imbarcazione il corso d’acqua e penetrando in città, erano state innalzate numerose torrette di controllo e la riva era stata bloccata da un reticolato di filo spinato alto almeno due metri. Ciononostante, lo sciacquio lento del fiume passava lo stesso, camminando adagio sulle strade dei quartieri circostanti e procedendo tranquillo oltre le soglie delle abitazioni più vicine.
Ma uno dei vicoli era dominato da un rumore isolato, che da solo spezzava il ritmo uniforme e impalpabile dello sciabordio del fiume Arkansas.
Era un rapido scalpiccio, un tamburellare di passi che si rincorrevano veloci sull’asfalto freddo. E il respiro corto di due persone, rimaste quasi senza fiato.
Una ragazza di una ventina d’anni sbucò fuori dall’angolo formato da due case vicine, affaticata e con il viso arrossato. Indossava jeans stretti e un maglioncino leggero e correva rapida lungo il marciapiede che costeggiava il vicolo, gettandosi un’occhiata ansiosa alle spalle di quando in quando.
Dietro di lei apparve uno dei rivoluzionari, con una maschera completamente nera sul viso che lasciava trapelare soltanto gli occhi e la bocca attraverso sottili fori bordati da cuciture grigie. Inseguiva la ragazza che cercava di sfuggirgli, guardandole il sedere e la coda di capelli castani che si muovevano a destra e a sinistra seguendo lo stesso ritmo.
Era un vicolo cieco, e quando la ragazza realizzò di non poter proseguire oltre il suo viso si drappeggiò di un’espressione d’orrore. Era in trappola. Rallentò e le salirono le lacrime agli occhi. Il ribelle le fu dietro in meno di un secondo, la afferrò con entrambe le mani e le si premette contro, immobilizzandola.
«No, ti prego!» strillò la giovane tentando di divincolarsi, singhiozzando e piangendo. L’uomo la spinse in malo modo contro una porta a lato della strada e le infilò fulmineamente una mano sotto il maglioncino, prendendole un seno e stringendolo con forza, senza curarsi del male che le fece. Lei ansimò sconsolata, il petto scosso dai singulti e il volto inondato di lacrime.
Il rivoluzionario le premette la maschera sul collo e riuscì a sfiorarle la pelle con la lingua, mentre con la mano rimasta libera armeggiava con il bottone dei jeans della ragazza. Riuscì ad averla vinta e le tirò giù i jeans e le mutandine con un unico strattone, obbligandola a piegarsi in avanti e accarezzandole le natiche lisce e sode, tremanti.
Si abbassò i pantaloni frettolosamente, allargando le gambe alla ragazza con una mano mentre con l’altra continuava a schiacciarle brutalmente un seno, e di colpo la giovane sentì allentarsi la pressione esercitata dalle mani dell’aggressore e percepì il corpo dell’uomo crollare a terra alle sue spalle, finendo disteso sull’asfalto con la testa sfondata su di una pozzanghera di sangue in espansione.
Si voltò e tutto ciò che vide fu una maschera blu con una ragnatela rossa sulla sinistra e una croce avvolta dalle fiamme sulla destra, sovrastata da un elmetto da soldato color verde militare.
Poi mise a fuoco, e si rese conto che quell’uomo impugnava una pistola munita di silenziatore con la quale aveva appena sparato in testa al ribelle che aveva cercato di stuprarla.

La Trama si Infittisce

Serve che ti spieghi il significato del titolo di questo post, mio Fedele Lettore? Naturalmente no, ne sono convinto. Mi limiterò a dirti soltanto una cosa: la storia di Eglon non è tanto semplice quanto può apparire, e le macchinazioni che si nascondono dietro l'intreccio continuano a macinare nuovi veli e nuovi segreti.
Ti lascio alla puntata di questa settimana, Lettore. Anzi, a dire il vero intendo accompagnarti. Anche stavolta, non ti lascerò solo, confuso e spaesato nelle strade irrequiete di Eglon. Sarò lì al tuo fianco, passo dopo passo, per indicarti i luoghi in cui esattamente ti dovrai recare per assistere alle scene che voglio farti vedere. E ti guiderò nelle menti dei personaggi, per farti capire le motivazioni che spingono le loro azioni.
Un'altra passeggiata, Lettore. Solo, fai attenzione a non farti scoprire.

sabato 7 gennaio 2012

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo VII

Il sentiero si inerpicava ripido e scosceso tra gli alberi, composto da uno strato di terriccio battuto dal quale affioravano qua e là rocce umide e ricoperte di muschio. Il terreno era scivoloso a causa della rugiada che durante la notte si era depositata sul sottobosco, e anche tagliare per i prati non era comodo perché si rischiava di perdere l’equilibrio e cadere a ogni passo.
Billy e Rick avanzavano piano, cercando di evitare ogni minimo rumore per non incappare in spiacevoli sorprese. Il bosco era silenzioso, ma ogni fruscio poteva nascondere un’insidia, una trappola tesa dalla morte per far inciampare chi ancora rimaneva in vita sulla superficie distrutta di quel mondo martoriato.
Rick impugnava la pistola e si aiutava a salire con un bastone. Il resto delle sue armi si trovava nell’auto parcheggiata accanto alla casa di Billy, e Stephanie era rimasta di guardia all’abitazione con una pistola all’interno del primo cassetto della cucina.
Billy, invece, procedeva più spedito, dando prova di un equilibrio piuttosto spiccato, arrampicandosi sugli speroni che emergevano dal terreno e scegliendo i tratti di sentiero più impervi per non doverli sottoporre al passo incerto di Rick. Si vedeva che era uno abituato alla montagna, e Rick pensava a questo quando il ragazzo lo distolse dalle sue riflessioni.
«Manca ancora un miglio, più o meno, ma da qui in poi la pendenza dovrebbe essere meno spossante» annunciò semplicemente, fermandosi per riprendere fiato e sogguardando il bosco che ancora si stendeva apparentemente interminabile davanti a loro.
«È una zona parecchio disabitata, questa» considerò Rick scrutando gli alberi che li circondavano.
«Non farti ingannare. Questo bosco è praticamente deserto, sì, ma sull’altro versante della montagna ci sono molte più abitazioni. Per fortuna, casa nostra è situata nella zona più tranquilla. Almeno le probabilità che ci siano zombie si riducono…» spiegò Billy, rimettendosi in marcia.
«Ne ho visti alcuni, mentre venivo su» rivelò Rick, riprendendo a sua volta a camminare dietro al ragazzo.
«Sulla strada?»
«Sì, due. E altri tre o quattro sul bosco di lato. Procedevano verso l’alto. Vi è capitato di incontrarne molti dalle vostre parti, finora?» s’informò.
«No. Soltanto uno» mentì Billy, rammentando invece il morto che aveva seppellito la mattina precedente nel bosco dietro casa, fingendo di andare a tagliare qualche albero.
«Beh, mi sa che dovrete prepararvi al peggio. Temo stiano iniziando a salire.»

Il Capitolo di Oggi

Oggi, mio Affezionato Lettore, ho deciso di pubblicare un nuovo Capitolo dell'episodio "Amore e Morte" ispirato alla serie "The Walking Dead". Si tratta del Capitolo VII.
Come potrai vedere, questa settimana ho sistemato il pannello laterale riguardante il progetto, che prima si chiamava "The Walking Dead Project" e che adesso invece risponde al titolo: "The Walking Dead: Amore e Morte". Ora i capitoli sono disposti in bell'ordine e sfogliabili in maniera più pratica, come piace a me. Inoltre, il testo "Una Passeggiata nella Paura" è stato spostato nella nuova sezione "Storie Già Scritte".
Dunque, che cosa ti posso raccontare di questo capitolo? Finora le cose stanno andando relativamente bene per Billy e Stephanie, la giovane coppia che dopo l'apocalisse è scappata dalla città e si è rifugiata in una tranquilla casetta di montagna. Ma la morte è in agguato dietro ogni albero del bosco che li circonda, e Rick Grimes, il protagonista della serie televisiva di passaggio (gli appassionati si saranno ormai resi conto che la storia è ambientata all'interno del primo episodio della prima stagione di "The Walking Dead", durante il suo viaggio verso Atlanta), è ancora troppo scosso per via della tremenda realtà nella quale si è risvegliato dal coma.
Che altro posso dire? Se avevi voglia di vedere un bel po' di zombie, Carissimo Lettore, questo Capitolo inizierà a soddisfare la tua fame: i morti che camminano incominciano a farsi numerosi, e a poco a poco saranno sempre di più, sempre di più, in una corsa spietata verso un finale sconvolgente.
Ancora una volta, ti auguro di fare un buon viaggio. Solo, mi sento in dovere di avvertirti: non ti fermare e non scendere dall'auto, non provare ad abbassare i finestrini. I morti che camminano hanno ormai preso tutta quanta la strada.

venerdì 6 gennaio 2012

Ricordi che Camminano

Quanto distanti sono i ricordi, Lettore? Certe volte, quando meno te lo aspetti, riemergono dal passato come vapori nella nebbia, inconsistenti, impalpabili, spesso irraggiungibili. I ricordi remoti sono quelli che più volentieri si ripresentano. Sembra assurdo il modo in cui compaiono, alla stregua di cadaveri che si rialzano da tombe che sappiamo essere chiuse ormai da secoli. Eppure eccoli lì, di nuovo in piedi. Camminano ancora una volta per parlarci da lontano.
Che cosa sono i ricordi, Lettore? Forse una delle cose più preziose che possediamo. Nonostante questo, però, alle volte facciamo di tutto per seppellirli più in profondità, per soffocarli o nasconderli, per dimenticarli. Perché alle volte non c'è niente di più doloroso che ricordare. E il ricordo, dentro di sé, conserva una memoria che è immancabilmente spietata.
Ricordi piacevoli e ricordi che fanno male. Ma, dopotutto, che differenza fa?

Visione Sfocata

Oggi ti voglio lasciare una "Visione" sfocata, Lettore, per farti capire come certe volte appaia tutto quanto vago e indefinito, quando si scrive. Lungi da me i richiami al buon Leopardi, senz'altro abile poeta, ma poco propenso a raccontare delle storie come invece preferisco fare io!
Un pensiero per te, Lettore. Che spero ti aiuti a riflettere su qualcosa di nuovo. In compagnia di "Ricordi che Camminano".

giovedì 5 gennaio 2012

Fiume di Sogni

Ci sono talmente tanti sogni per cui vale la pena chiudere gli occhi la sera... Non è vero Lettore?
Un fiume di sogni, esuberante e travolgente. Peccato che non sia possibile inscatolarli tutti quanti, quei molteplici sogni. Sfuggono, sbiadiscono, sgusciano via, terrorizzati dalla luce del giorno, impauriti dalla presenza dei raggi del sole che vengono a spodestare la notte e a dettare nuove leggi all'esistenza. Non possono sopravvivere in questo mondo, non troppo a lungo. Secondo me, però, vanno a rifugiarsi da qualche altra parte. In un luogo sperduto e dimenticato, irraggiungibile, dal quale ritornano per compiere le loro improvvise sortite notturne.
Sono richiamati dai nostri respiri, e dai battiti dei nostri cuori. E per quanto intensamente desideriamo afferrarli, continuano a scappare via assieme alle tenebre, dissolvendosi come vecchie fotografie che a poco a poco si trasformano in macchie indistinte di gradazioni di grigio.
Dove finiranno i nostri sogni?

Nuove Sezioni

Da oggi, Lettore, apro su "Scrivere Sotto la Luna" due nuove sezioni molto importanti.
La prima sezione si chiama "Storie Già Scritte", e conterrà i testi riguardanti le storie che più amo e che fanno parte del mio bagaglio di esperienze e di ispirazione. Due di esse, ad esempio, sono quelle delle serie televisive "Lost" e "The Walking Dead", di cui ti ho già parlato. A poco a poco, poi, ne aggiungerò altre, svelandoti quali sono le storie che si sono insinuate nella mia fantasia e che hanno inevitabilmente influenzato il mio stile e il mio modo di raccontare.
L'altra, invece, è la sezione "Visioni", nella quale pubblicherò pensieri raccolti qua e là su varie immagini e metafore, troppo brevi per entrare nella categoria "Pause di Riflessione" ma allo stesso tempo troppo importanti per essere lasciati da parte e perduti nel rapido scorrere e defluire delle parole che si avvicendano nel blog.
E proprio adesso inauguro la sezione "Visioni" con il primo pensiero fugace: "Fiume di Sogni". Buon viaggio, Lettore, tra queste immagini sinuose!

mercoledì 4 gennaio 2012

La mia anima si nutre di parole

Che cosa sono le parole, se non il nutrimento della nostra anima? E che cosa può rappresentare un libro per una mente curiosa di sfogliarne le pagine e di penetrarne i segreti?
In un’epoca in cui la televisione e il computer, a capo della schiera delle nuove tecnologie, assorbono quasi completamente ogni istante di vita, lasciando l’anima sempre più arida e desolata, il piacere di un buon libro non smette mai di sorprendere. L’aroma della carta stampata, l’amichevole odore di polvere legato alle copertine che ammiccano dagli scaffali di librerie e biblioteche, l’incredibile avvicendarsi di emozioni e sensazioni che tengono per mano il lettore e lo guidano attraverso le righe di un romanzo capace di evocare ricordi vecchi e nuovi: tutto questo è assolutamente impagabile.
Leggere un libro è compiere un viaggio, seguire un percorso piacevole e impalpabile dal divano o dal letto di casa, staccarsi per un istante dal mondo che si conosce e diventare un’altra persona, in un altro luogo, in un altro tempo, vivere un’esistenza inesplorata che a poco a poco si fa reale.

martedì 3 gennaio 2012

Anticipazioni sull'Episodio 18

La stesura dell'Episodio 18 è terminata, Lettore, e ora mi appresto a darti qualche indizio su ciò che ti attenderà la settimana prossima nella lettura del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon".
In questi giorni mi sto chiedendo come fare a pubblicare il mio primo romanzo. Ho visitato siti di case editrici, di agenzie letterarie e di altri scrittori esordienti, ma non sono ancora sicuro di sentirmi del tutto pronto. Il romanzo è lì che mi guarda, completo, revisionato e deciso a far sentire la propria voce. Ma la mia insicurezza continua a bloccarlo. Vorrei il meglio per lui, capisci? Vorrei riuscire a pubblicarlo con una buona casa editrice, procurarmi un contratto editoriale degno di questo nome e osservare finalmente la copertina del mio libro in bella mostra dietro le vetrine...
Non lo faccio per i soldi, certo che no. Lo faccio perché amo scrivere e perché voglio che ciò che scrivo possa raggiungere il pubblico ed essere letto. Naturalmente, i soldi ricavati servirebbero a continuare a scrivere: in tempi come questi, chi sopravvive senza trovarsi un lavoro? Sarebbe il mestiere adatto a me, e trasformare in un lavoro la mia passione potrebbe permettermi di continuare a coltivarla senza più paletti e senza limitazioni.
Ci vuole una massiccia dose di fortuna, lo so, ma anche tanta, tanta pazienza. Speriamo...
Ad ogni modo, dopo questa breve parentesi ecco le Anticipazioni sull'Episodio 18:

lunedì 2 gennaio 2012

Le Anime di Eglon - Episodio 17 - Il Giorno Dopo

Il comandante Smith ammirava la visione cupa e densa di orrore della città di Eglon, sdraiata languidamente sotto un cielo rannuvolato in mezzo alla splendida e feroce campagna dell’Arkansas. Il silenzio era tremendamente sterile. Eppure così pieno… Le luci degli edifici si riflettevano sulle acque placide del fiume che scorreva accanto al centro abitato. La notte, in quell’insieme, dava quasi un’impressione di tregua. Ma Smith sapeva che la città stava soffrendo, ed era consapevole della propria terribile impotenza.
Sospirò, le mani affondate nelle tasche e l’espressione assorta. Stava in piedi, da solo, sulla sommità di una collinetta ai margini dell’accampamento militare. Da lì si scorgevano bene le barricate erette attorno ad Eglon e, di quando in quando, si poteva persino intuire qualche figura al di là delle finestre illuminate più vicine.
Sapere che quello che stava succedendo là dentro era fuori dal suo controllo lo faceva stare incredibilmente male. Non era facile digerire tutto questo. Non per un uomo che aveva votato la vita alla pace e alla giustizia, come lui. Eppure c’era qualcosa di marcio anche al di fuori di quelle barriere apparentemente sottili e inconsistenti. Sì, qualcosa che non gli piaceva. Non era sicuro di comprendere pienamente di che cosa si trattasse, ma ad ogni modo si sentiva certo di queste sue percezioni.
Qualcosa non quadrava. Questo, ormai, era lampante. Li stavano incastrando senza nemmeno lasciare loro il tempo di rendersene conto. Non era passata neppure una settimana e la battaglia era già in un certo senso perduta. Era come se giocassero d’anticipo su ogni loro mossa, come se… come se conoscessero i loro propositi e si affrettassero ad ostacolarli prima che fossero messi in atto.
Gli attacchi della scorsa notte avevano danneggiato alcuni edifici e raso al suolo diverse abitazioni. Il comandante Smith non osava nemmeno chiedersi quanti civili potessero essere morti. La domanda che gli martellava la testa restava una sola: chi era stato ad attaccare?
Da dove venivano quegli elicotteri, chi li aveva mandati a bombardare Eglon e perché accidenti lo aveva fatto? Questi interrogativi scaturivano immediatamente dal primo e seguitavano a tormentarlo, quasi che fosse stato loro affidato il compito di torturarlo per strappargli importanti informazioni che in realtà non possedeva affatto. E intanto dall’alto non arrivavano ordini perché il Dipartimento della Difesa era in alto mare e non sapeva che pesci pigliare. Il Presidente era teso, la situazione mediatica rischiava di esplodere da un momento all’altro. L’opinione pubblica mondiale si chiedeva come mai l’Esercito degli Stati Uniti avesse aperto il fuoco sulla città di Eglon, condannando a morte Dio solo sapeva quante decine di innocenti. L’assalto non era stato approvato, e questo significava che qualcuno aveva disobbedito agli ordini. Stando così le cose, lui era l’imputato numero uno. E se la verità non fosse venuta a galla se la sarebbero presa solo ed esclusivamente con lui per quello che era successo la scorsa notte.
«Comandante!» lo richiamò alla realtà uno dei suoi sottoposti. Il comandante Smith si voltò di scatto, colto di sorpresa, e gli scoccò un’occhiata interrogativa.
«Comandante, deve venire immediatamente!» esclamò il militare con fare concitato, tradendo una certa agitazione.
«Che cosa c’è?» domandò, avvertendo il battito cardiaco farsi più accelerato.
«Il vicecomandante Gray è tornato.»

Nuovo Anno

Nuovo anno, Lettore, significa nuovo inizio.
Da oggi si ricomincia con "Le Anime di Eglon", riprendendo il filo della Prima Stagione dopo la breve pausa con l'Episodio 17. E che cosa ci aspetta in città dopo questo fugace periodo di assenza, Lettore?
Preparati. Perché c'è davvero poco di scontato, adesso. E tutto il terrore si scatenerà in una fiammata quando le bombe avranno smesso di fioccare.