Freddo. Freddo intenso. E una sensazione di panico, come
se l’umidità altro non fosse che una conseguenza delle sue paure che si
manifestano sotto forma di vapore. E la stanza si presenta scura e stretta, un
piccolo cilindro dalle pareti di pietra e il pavimento ricoperto da uno strato
di acqua e, più sotto ancora, di melma fangosa dall’odore nauseante e dalla
consistenza insolita, come fossero pezzi di carne maciullata e tritata per
bene, poi spalmata sul pavimento di marmo e lasciata a riposare nell’acqua per
qualche giorno, avvolta dalle tenebre per diventare più saporita, carne umana
per cena, mio caro Johnny, ti va bene un piatto di interiora? Sono ancora
calde, tenute in ammollo per più di settantadue ore, cotte e salate al punto
giusto. Allora, che ne dici, ti fanno gola? E ovviamente il piccolo cannibale
interrogato avrebbe detto di sì, senza in realtà sapere di che cosa si
trattasse, che cosa fosse la sostanza gelatinosa infilzata dai rebbi della
forchetta che stava per essere introdotta silenziosamente nella sua bocca
spalancata. E tuttavia l’avrebbe gustata sorridendo, e si sarebbe detto che era
proprio buona, che ne voleva ancora, e in men che non si dica si sarebbe
ritrovato a far rosolare sul fuoco persone
vive, in carne ed ossa, che lo avrebbero supplicato di essere risparmiate,
e in ogni caso lui avrebbe risposto “no, perché la carne è buona e nutriente” e
avrebbe continuato nel suo lavoro di sadico cuoco delle tenebre, senza
interrompere il flusso dei macabri pensieri. Apri la boccuccia, piccolo Johnny, e mangia la pappa.
venerdì 30 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
Il 400° Post
Ebbene sì, mio Caro Lettore: quello che ho pubblicato stamattina, ossia il Capitolo 9 del romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno", è stato il 400° post del blog "Scrivere Sotto la Luna".
Per festeggiare un numero tanto importante ho deciso di pubblicare, in questo 401° post, le nuove copertine per i progetti più importanti di "Scrivere Sotto la Luna", che pian piano inserirò anche nelle rispettive pagine.
Eccole qui, mio Carissimo Lettore:
Per festeggiare un numero tanto importante ho deciso di pubblicare, in questo 401° post, le nuove copertine per i progetti più importanti di "Scrivere Sotto la Luna", che pian piano inserirò anche nelle rispettive pagine.
Eccole qui, mio Carissimo Lettore:
Solo andata, no ritorno - 9
Roberto
impiegò un paio di minuti ad assimilare la nuova drammatica informazione, ma
alla fine si riprese e annuì in silenzio, per indicare al controllore che aveva
capito.
«Ehi,
venite a vedere!» li chiamò Francesca.
Il
ragazzo scattò verso di lei e la raggiunse, seguito dall’uomo. Aveva paura che
si fosse fatta male, ma invece non era così. Stava semplicemente guardando giù,
oltre il parapetto che delimitava il tetto piano e quadrangolare della
stazione. Lì erano un po’ in pendenza, perché sul cemento armato c’erano i fori
di una grondaia. Un sistema come un altro per evitare che l’acqua si
accumulasse, col rischio di pesare eccessivamente sulla struttura e filtrare
attraverso i muri. A giudicare dalle infiltrazioni sul soffitto che avevano
visto al pianterreno, non doveva essere molto efficace.
Roberto
seguì lo sguardo della sua ragazza e si ritrovò a fissare il modesto parcheggio
della stazione, quello che avevano intravisto dalla porta giù da basso, dal
quale partiva la stradicciola che portava verso i paesi più vicini.
C’erano
delle automobili parcheggiate. Le contò in fretta: erano tredici. Tredici auto
ferme, spente, tutte diligentemente inquadrate tra le righe scolorite che segnavano
i posteggi. Non registrò alcun movimento. Ma i veicoli c’erano. Erano lì,
giusto? Allora, per forza di cose, dovevano esserci anche i conducenti da
qualche parte. O, perlomeno, prima o poi sarebbero arrivati a riprendere le
macchine.
«Devono
averle lasciate qui per prendere il treno. E di solito non si lascia l’auto nel
parcheggio della stazione per una settimana: è gente che tornerà in giornata»
ipotizzò il controllore, mostrandosi abbastanza sicuro di ciò che sosteneva.
mercoledì 28 agosto 2013
Accordi nel Buio
"Accordi nel Buio" è un racconto che ho scritto quasi di getto, anche se la sua stesura è piuttosto travagliata. La prima pagina risale a un martedì sera nel novembre del 2009, dopodiché la storia è stata accantonata per un po' in qualità di racconto incompleto. L'ho ripresa in mano nel luglio del 2010, decidendo di concludere la prima stesura in un paio di sere. Ancora una volta, il racconto è finito nel dimenticatoio, finché nel marzo del 2011, frugando nel mio cassetto, l'ho riletto ancora una volta e ho deciso di sistemarlo apportando alcune decisive modifiche. Questa, finalmente, è la versione definitiva di "Accordi nel Buio", divisa in 4 parti per renderne più pratica la lettura. Buon viaggio, mio Caro Lettore!
martedì 27 agosto 2013
In Attesa di Nuove Storie
Buongiorno, mio Carissimo Lettore!
Oggi è martedì, e siamo di nuovo qui su "Scrivere Sotto la Luna" in attesa di nuove storie.
Mi dispiace di non essermi fatto sentire ieri, ma sono stato via durante il fine settimana e ho prolungato la vacanza di un giorno, purtroppo senza avere a disposizione una connessione internet.
Spero che il racconto "Accordi nel Buio" ti sia piaciuto, così come "Sospiro", l'"Orrore Breve" dello scorso venerdì. Ho qualche nuovo progetto in cantiere, e altri racconti che mi piacerebbe farti leggere, nei prossimi tempi...
Questo giovedì tocca al Capitolo 9 del romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno". La situazione si sta facendo ad ogni pagina più intricata. Che fine ha fatto il macchinista? Perché il treno si è fermato proprio lì, in quella piccola stazione sperduta, e che fine hanno fatto tutte le persone che la occupavano prima dell'arrivo del treno da Padova?
Domani pubblicherò un post in cui saranno raccolti i link alle 4 parti di "Accordi nel Buio", in modo da rendere più comoda la lettura dell'intero racconto anche per il futuro.
Venerdì, infine, un nuovo "Orrore Breve" andrà ad aggiungersi agli altri su "Scrivere Sotto la Luna", un posto dal quale non desidererai uscire mai più.
Ti auguro dunque una buona giornata, Lettore: non mancare di venire a trovarmi anche nei prossimi giorni, quando tutte queste novità ti staranno aspettando!
Oggi è martedì, e siamo di nuovo qui su "Scrivere Sotto la Luna" in attesa di nuove storie.
Mi dispiace di non essermi fatto sentire ieri, ma sono stato via durante il fine settimana e ho prolungato la vacanza di un giorno, purtroppo senza avere a disposizione una connessione internet.
Spero che il racconto "Accordi nel Buio" ti sia piaciuto, così come "Sospiro", l'"Orrore Breve" dello scorso venerdì. Ho qualche nuovo progetto in cantiere, e altri racconti che mi piacerebbe farti leggere, nei prossimi tempi...
Questo giovedì tocca al Capitolo 9 del romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno". La situazione si sta facendo ad ogni pagina più intricata. Che fine ha fatto il macchinista? Perché il treno si è fermato proprio lì, in quella piccola stazione sperduta, e che fine hanno fatto tutte le persone che la occupavano prima dell'arrivo del treno da Padova?
Domani pubblicherò un post in cui saranno raccolti i link alle 4 parti di "Accordi nel Buio", in modo da rendere più comoda la lettura dell'intero racconto anche per il futuro.
Venerdì, infine, un nuovo "Orrore Breve" andrà ad aggiungersi agli altri su "Scrivere Sotto la Luna", un posto dal quale non desidererai uscire mai più.
Ti auguro dunque una buona giornata, Lettore: non mancare di venire a trovarmi anche nei prossimi giorni, quando tutte queste novità ti staranno aspettando!
venerdì 23 agosto 2013
Sospiro
Uscì
nelle tenebre, richiudendo la porta di casa alle proprie spalle. Subito fu
colpito da una sferzata di aria pungente. Era ancora buio, ma il sole stava
iniziando faticosamente a sorgere, comparendo sulla linea dell’orizzonte e
indorando languidamente il cielo scuro, spruzzando di un leggero rosso le
nuvole che veleggiavano a est, lungo le vie che il vento aveva loro creato.
Pigramente, i primi raggi dell’alba stavano tentando di scaldare la città
ancora in parte addormentata, scagliandosi abbastanza svogliatamente contro
l’oscurità predominante. Le sagome degli edifici si stagliavano indistinte
nelle ombre della notte appena trascorsa, che non sembrava essere ancora pronta
a cedere il mondo alla luce.
Si
incamminò con calma lungo il marciapiede deserto, l’aria sottile e pungente che
gli carezzava il volto senza troppa delicatezza e gli scompigliava i capelli
con le proprie dita invisibili, profumo di prima mattina. Il caffè gli aveva
lasciato un piacevole sapore sulle labbra e un gradevole tepore nello stomaco.
Stava bene. Addirittura, quasi gli sembrava strano di sentirsi tanto bene. A
quell’ora, di solito, era sempre stanco e debole, gli occhi ancora offuscati
dal sonno, la mente assopita, in attesa di doversi risvegliare del tutto
all’arrivo a scuola. Solitamente, non aveva proprio voglia di mettersi in piedi
e uscire nell’aria gelida e affilata. Quel giorno, però, sembrava diverso, e
per lui era impossibile fornire un perché a questo sereno stato d’animo.
Semplicemente, si sentiva bene.
Raggiunse
la fermata dell’autobus senza troppa fretta, dove già altri ragazzi attendevano
in piedi, sagome indefinite nel rosseggiante chiaroscuro dell’alba appena
cominciata.
giovedì 22 agosto 2013
Solo andata, no ritorno - 8
«Dove
state andando con questo treno, ragazzi?» s’informò il controllore mentre
salivano la strettissima scalinata interna nascosta dietro la biglietteria.
«Firenze»
rispose prontamente Roberto, notando che Francesca non aveva per niente voglia
di parlare.
«A
trovare alcuni amici o per farvi un giro da soli?»
«Da
soli. Diciamo che l’idea è quella di risolvere alcune questioni in sospeso»
spiegò Roberto con una certa cautela, evitando di lasciare che il problema vero
e proprio trasparisse attraverso le sue parole o il tono di voce.
«Hm
hm» mugugnò il controllore, per far intendere che aveva capito. «Be’, spero che
questa sosta imprevista sia breve. Quanto rimarrete a Firenze?»
«Tre
giorni.»
«Cerchiamo
di non farvi perdere il primo, allora» concluse, e aprì la porticina in cima
alle scale, rivelando di nuovo il cielo livido.
mercoledì 21 agosto 2013
Accordi nel Buio - 4
Gli accordi della chitarra elettrica si fecero più rapidi
e potenti, come se un paio di mani ben più abili si fossero posate sulle corde
per farle vibrare con maggiore foga. Era giunta l’ora, considerò dentro di sé,
e si mise tranquillo ad attendere ciò che sarebbe avvenuto di lì a qualche
istante. L’unica certezza che aveva riguardo ciò che sarebbe successo era che a
lui non sarebbe capitato nulla di brutto, perché la musica lo avrebbe protetto.
La musica lo proteggeva sempre.
Un botto sordo scosse la terra, fuggendo via all’istante,
e le luci dei lampioni si spensero. Per qualche secondo, tutto rimase
perfettamente immobile, l’aria assente, le stelle più distanti, la luna nera, e
gli accordi nel buio prodotti dalla chitarra elettrica furono l’unico rumore
che percepì. Poi, subito dopo, il caos si riversò nei suoi occhi come in un
unico balzo.
Un’enorme crepa scura si diramò rapidamente nell’asfalto
come un fulmine giù dalle nuvole di un temporale, e gli edifici attorno
cominciarono a sprofondare sotto il livello della strada, risucchiati dalla
terra. Un polverone immenso avvolse il quartiere stringendolo nel proprio
pugno, e gli allarmi antifurto delle auto parcheggiate a lato dei marciapiedi
iniziarono ad intonare un coro di acute voci stridenti. Il cavalcavia che aveva
di fronte, retto da grosse travi di acciaio incrociate, si accartocciò come una
scatola di cartone vuota pressata tra i grossi palmi callosi del magazziniere
di un supermercato, e le macchine che vi stavano passando sopra in quel momento
si slanciarono senza un minimo di indugio verso il nulla più assoluto, le luci
dei fari che si spegnevano di botto al contatto dei musi con l’asfalto
dissestato.
martedì 20 agosto 2013
Piano d'Opera
Siamo quasi giunti al termine del racconto "Accordi nel Buio", mio Carissimo Lettore: domani uscirà l'ultima parte, quindi preparati a scoprire quali sorprese ha in serbo per noi la musica, questa volta...
Il romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno" si sta facendo a poco a poco più intrigante. Stiamo entrando nel vivo della storia, finalmente. Ma ancora non hai idea di che cosa sta per succedere. Il Capitolo 8, questo giovedì, comincerà a svelare un po' di più. Ma il meglio deve ancora venire. Presto capirai con maggiore chiarezza qual è la situazione, e allora ti renderai conto anche tu, esattamente come i miei personaggi, che non c'è alcuna via d'uscita.
Ti ricordo che tutti i capitoli di "Solo andata, no ritorno" sono reperibili attraverso il pratico link che si trova in cima ad ogni pagina del blog, all'interno del riquadro "I Progetti Imperdibili del Blog".
Venerdì, infine, pubblicherò un nuovo racconto per il ciclo "Orrori Brevi": la storia di questa settimana si intitola "Sospiro", e sono certo che ti piacerà.
A presto, mio Caro Lettore. Fai attenzione a come ti muovi, tra queste pagine: ci sono sorprese ovunque che aspettano soltanto di essere scovate...
Il romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno" si sta facendo a poco a poco più intrigante. Stiamo entrando nel vivo della storia, finalmente. Ma ancora non hai idea di che cosa sta per succedere. Il Capitolo 8, questo giovedì, comincerà a svelare un po' di più. Ma il meglio deve ancora venire. Presto capirai con maggiore chiarezza qual è la situazione, e allora ti renderai conto anche tu, esattamente come i miei personaggi, che non c'è alcuna via d'uscita.
Ti ricordo che tutti i capitoli di "Solo andata, no ritorno" sono reperibili attraverso il pratico link che si trova in cima ad ogni pagina del blog, all'interno del riquadro "I Progetti Imperdibili del Blog".
Venerdì, infine, pubblicherò un nuovo racconto per il ciclo "Orrori Brevi": la storia di questa settimana si intitola "Sospiro", e sono certo che ti piacerà.
A presto, mio Caro Lettore. Fai attenzione a come ti muovi, tra queste pagine: ci sono sorprese ovunque che aspettano soltanto di essere scovate...
lunedì 19 agosto 2013
Accordi nel Buio - 3
Si ridestò, affiorando adagio dall’immobile superficie del
lago dei pensieri, e si ritrovò in quel marciapiede dov’era stato fino ad un
attimo prima, con quella chitarra elettrica che ancora gli sconquassava la testa
suonando accordi intensi e inebrianti. Un’auto gli passò lenta accanto, ma non
si fermò. I suoi fari facevano luccicare a malapena l’asfalto asciutto, e le
stelle continuavano a non fiatare, sospese nel vuoto come occhi bramosi di
udire il seguito della sua storia. Sospirò e continuò a ricordare, mentre
un’eco recondita farfugliava senza tregua: Venticinque
anni. Venticinque, maledizione.
Obbligò il dolore a gocciolare aspro all’interno delle sue
labbra, così da poterlo assimilare con più calma e riuscire a sopportarlo. Sì,
la musica era scomparsa dalla sua testa quando aveva compiuto sedici anni, e
tutto era ritornato alla piatta normalità di sempre. I campionati di baseball
erano andati avanti, succedendosi uno dopo l’altro. Le stagioni erano scivolate
via, gli anni di scuola erano stati snocciolati rapidamente, e lui aveva fatto
le sue esperienze, con l’alcol, con le macchine, con le ragazze, con le grandi
e piccole delusioni che la vita riserva sempre a ciascuno di noi.
Venticinque anni…
Venticinque anni prima si era sposato con Betty Loghan,
una ragazza pompon che aveva conosciuto durante l’ultimo anno di liceo, periodo
in cui giocava nella squadra di football per accaparrarsi un po’ di crediti
scolastici in vista della fine dell’arco di studi. L’incontro era avvenuto così
come quelle cose capitano sempre: lui, durante un allenamento, l’aveva vista
saltellare a bordo campo, le trecce lunghe e bionde che svolazzavano
all’unisono con la gonnellina colorata troppo corta, che lasciava intravedere
rapidi scorci delle mutandine. Si era subito informato su chi fosse, e il primo
sabato sera in cui l’aveva incontrata ad una festa si era fatto avanti e
l’aveva invitata ad uscire.
venerdì 16 agosto 2013
Aspettiamo la Guerra
Potremmo semplicemente restarcene qui per sempre. In
fondo, chi ci impedisce di farlo? Siamo venuti qui per rimanerci, e nessuno
potrà cacciarci, né con la forza, né cercando di inculcarci la sua convinzione.
Siamo qui, come radici di alberi mossi dal vento, le teste imbiancate
dall’inverno della vita, un sospiro che si prolunga all’infinito e che nessuno
è in grado di spegnere: sarà lui ad esaurirsi da solo, quando giungerà il
momento.
Siamo soltanto un gruppo di vecchi. La gente che passa per
la strada ci guarda con diffidenza, pensando, con ogni probabilità, che non si
ridurrà mai come noi, capelli canuti, sguardo consumato, volto scarabocchiato
di rughe che creano solchi profondi come le trincee di una guerra per la conquista
di un avamposto. Una guerra nella quale noi
abbiamo imbracciato i fucili, mentre le persone che ci osservano quasi con
disgusto, scostandosi per cederci malvolentieri il passo, erano ancora attaccate
ai seni delle loro madri a poppare latte tiepido e a frignare. Una guerra che
abbiamo combattuto per loro con le nostre
vite, versando il nostro sangue
sulla terra come un fiume di monete d’oro sonanti da scambiare per l’esistenza
di un ideale, più che di uno Stato.
Quante notti insonni è costata a ciascuno di noi, da
quando siamo ritornati, l’immagine di quel sangue così vermiglio, così
luccicante sotto i sorrisi sbilenchi e pallidi della luna, che veniva assorbito
dalla terra come dalle labbra di un vampiro intento a succhiare con avidità? La
terra si imbeveva di sangue al punto da non poterne più sopportare, eppure esso
continuava a riversarsi dalle vene aperte dei nostri amici. I nostri fratelli.
giovedì 15 agosto 2013
Solo andata, no ritorno - 7
Ci
volle quasi un minuto intero di silenzio per metabolizzare ciò che Nicola aveva
detto. Non erano notizie facili da digerire. Ma una spiegazione doveva esserci
senz’altro. Magari si stavano preoccupando per niente, ragionò Roberto. Poteva
anche darsi che dentro alla stazione ci fosse un cartello grande come una casa
con su scritto CABINE TELEFONICHE NON
FUNZIONANTI e che il vecchio signor Nicola non l’avesse visto. C’era
anche da tenere in considerazione l’eventualità che avesse avuto la sfortuna di
beccare proprio le uniche tre cabine guaste.
«D’accordo.
Niente paura» intervenne il controllore, inghiottendo a vuoto. «Può succedere,
non possiamo basarci soltanto sulle cabine. Chissà da quanto tempo non vengono
utilizzate. In ogni stazione c’è una biglietteria. Questa non fa eccezione. Hai
visto nessuno, là dentro?»
«Nessuno»
mormorò Nicola, scuotendo il capo imbiancato di polvere della vecchiaia.
«Il
nostro uomo potrebbe essersi andato a fare un caffè. Adesso scendo con il
signor Nicola e andiamo assieme a dare un’occhiata. Nelle biglietterie ci sono
sempre uno o due telefoni fissi che si utilizzano per contattare le sedi o le
altre stazioni in caso di necessità. Useremo quelli, sono decisamente più
affidabili delle cabine pubbliche.»
«Cercate
di farvi mandare un treno in fretta, o perlomeno un autobus!» gridò qualcuno.
«Faremo
il possibile, non vi preoccupate. Non siamo stati molto fortunati, a fermarci
in un posto del genere. Voglio chiedere a qualcuno di voi di venire con me, per
piacere. Con un cellulare. Mentre noi rintracciamo il telefono della
biglietteria, ci serve qualcuno che cerchi una zona qua attorno in cui ci sia
campo. Una lieve altura, o il tetto della stazione stessa.»
Roberto
lanciò un’occhiata d’intesa a Francesca e alzò la mano. «Veniamo noi!» Voleva
vederci chiaro, in quella faccenda, e forse l’unico modo per sapere che cosa
nascondesse il controllore era uscire da quel vagone affollato e parlarci a
quattr’occhi.
mercoledì 14 agosto 2013
Accordi nel Buio - 2
Lì davanti c’era un cavalcavia che passava sopra la
strada, un ponte sostenuto da grosse travi d’acciaio intrecciate che gli davano
in complesso un’immagine di ordine e di equilibrio. Pensò che, in fondo,
l’universo era dettato da leggi ordinate che conferivano equilibrio ad ogni
ente ed evento, e quel viadotto rifletteva perfettamente lo schema che regolava
il cosmo. Ma l’unica cosa che usciva da questo rigido modello, da questo saldo
scheletro che teneva in piedi tutto quanto, era la mente umana. La capacità
dell’uomo di pensare, di provare sentimenti ed emozioni, di desiderare,
rappresentava il solo punto di colore nell’omogeneità trasparente di
quell’immensa forza regolatrice che governava su tutto.
Aveva voglia di fuggire, ma non poteva muoversi. Era lì
che la musica lo aveva portato, e non aveva intenzione di disobbedire per la
prima volta in tutta la sua esistenza agli accordi che lo guidavano facendolo
brancolare nel buio. Una chitarra elettrica era uno strumento energico e
potente. Quando suonava, dava l’impressione di incendiare l’aria attorno a sé.
Doveva essere proprio quello il rumore sfrigolante che producevano i fulmini a
contatto con l’atmosfera, quello di una chitarra elettrica, e per questo
presagiva un evento che avrebbe oscurato tutti quelli già vissuti con la
propria immensa ombra tetra.
Da quando sua moglie l’aveva lasciato, dopo venticinque
lunghi anni di matrimonio votati a lavorare duramente per lei, per la casa che
avevano comprato, per la famiglia che avevano costruito – ormai i figli erano
abbastanza grandi da camminare con le proprie gambe per le affollate strade del
mondo – non si sentiva più se stesso. Aveva trascorso le ultime serate da solo,
stravaccato sul divano del salotto sopra il quale tante volte lui e sua moglie
avevano fatto l’amore, con una confezione da sei lattine di Heineken fredda come il polo nord nel
ripiano del frigorifero e il telecomando universale Sony piazzato a portata di mano tra i cuscini, a rimuginare sul
proprio passato e sui propri errori, mentre davanti ai suoi occhi acquosi e
spenti, nei quali non vibrava nemmeno uno smorzato accenno della vitalità che
li aveva sempre contraddistinti, scorrevano le mediocrità dei quiz show, dei
telefilm e dei notiziari, bombardandolo di immagini e suoni che non percepiva
nemmeno con un singolo brandello del proprio cervello.
martedì 13 agosto 2013
Riepilogo
Di nuovo buongiorno, mio Carissimo Lettore. Oggi vorrei fare assieme a te un rapido riepilogo di quello che è accaduto finora ai nostri personaggi di "Solo andata, no ritorno", tanto per essere pronti all'uscita del Capitolo 7 del romanzo a puntate, prevista per questo giovedì.
Roberto e Francesca sono una giovane coppia partita in treno dalla stazione di Padova (e prima ancora da quella di Vicenza) e diretta a Firenze. Non si tratta di un viaggio di piacere: si stanno allontanando da casa perché devono risolvere alcune questioni - per noi ancora oscure - e hanno bisogno di stare un po' da soli per poterne discutere. Mentre attraversano alcune gallerie, Roberto ha un incubo e sogna un vecchio mettere la testa all'interno del loro scompartimento e ritirarsi quasi subito. Dopo l'ennesima galleria, il treno si ferma in una piccola stazione e non riparte. Uscito in corridoio alla ricerca di informazioni, Roberto incontra lo stesso vecchio che ha visto nel suo incubo. Un controllore del treno raduna i passeggeri nel primo vagone e cerca di rassicurarli, mandando un ex dipendente di Trenitalia in pensione, il signor Nicola, nella stazione per fare un colpo di telefono a Padova e avvisare del guasto. Il signor Nicola, dopo essere ritornato, comunica una sconcertante notizia: la stazione è vuota, e nessuno risponde al telefono, né a Padova, né da altre parti.
Dunque, Caro Lettore, il prossimo capitolo del romanzo a puntate uscirà giovedì, come promesso. Venerdì, invece, pubblicherò una nuova storia per il ciclo "Orrori Brevi", intitolata "Aspettiamo la Guerra". Domani, infine, uscirà come da programma la seconda parte del racconto inedito "Accordi nel Buio".
Ti auguro una buona giornata, Lettore, e, come sempre, un buon viaggio tra le stanze e i corridoi di "Scrivere Sotto la Luna"!
Roberto e Francesca sono una giovane coppia partita in treno dalla stazione di Padova (e prima ancora da quella di Vicenza) e diretta a Firenze. Non si tratta di un viaggio di piacere: si stanno allontanando da casa perché devono risolvere alcune questioni - per noi ancora oscure - e hanno bisogno di stare un po' da soli per poterne discutere. Mentre attraversano alcune gallerie, Roberto ha un incubo e sogna un vecchio mettere la testa all'interno del loro scompartimento e ritirarsi quasi subito. Dopo l'ennesima galleria, il treno si ferma in una piccola stazione e non riparte. Uscito in corridoio alla ricerca di informazioni, Roberto incontra lo stesso vecchio che ha visto nel suo incubo. Un controllore del treno raduna i passeggeri nel primo vagone e cerca di rassicurarli, mandando un ex dipendente di Trenitalia in pensione, il signor Nicola, nella stazione per fare un colpo di telefono a Padova e avvisare del guasto. Il signor Nicola, dopo essere ritornato, comunica una sconcertante notizia: la stazione è vuota, e nessuno risponde al telefono, né a Padova, né da altre parti.
Dunque, Caro Lettore, il prossimo capitolo del romanzo a puntate uscirà giovedì, come promesso. Venerdì, invece, pubblicherò una nuova storia per il ciclo "Orrori Brevi", intitolata "Aspettiamo la Guerra". Domani, infine, uscirà come da programma la seconda parte del racconto inedito "Accordi nel Buio".
Ti auguro una buona giornata, Lettore, e, come sempre, un buon viaggio tra le stanze e i corridoi di "Scrivere Sotto la Luna"!
lunedì 12 agosto 2013
Accordi nel Buio - 1
La notte scura risplendeva delle mille luci della città.
Era una visione mozzafiato, un panorama da far perdere la testa. Torreggianti e
imponenti edifici si innalzavano come offerte votive dedicate al cielo e alle
stelle, accolti con un pallido sogghigno dalla luna piena che sorvegliava e
presiedeva dal suo lontano trono posizionato al centro del firmamento.
L’uomo vestito di un abito bianco candido percorreva il
marciapiede facendo risuonare dei propri passi l’immobile silenzio della notte.
Sorrideva, ma non perché fosse contento. Sorrideva, ma dentro percepiva una
profonda tristezza. Sorrideva, sorrideva e camminava senza parlare, senza
vedere ciò che aveva davanti, senza udire il rumore ritmico dei propri passi
sull’asfalto, senza percepire il terreno solido che aveva sotto di sé. Gli
pareva di muoversi nel nulla, in una totale assenza di spazio o gravità, al di
fuori di ogni regola naturale esistente. Lui poteva tutto, era libero di fare
ciò che gli pareva. Allo stesso tempo, però, era vincolato, non poteva agire
secondo la propria volontà, avvertiva di essere manovrato da qualcosa che stava
al di sopra di lui, come un’inanimata marionetta mossa da fili invisibili, un
semplice pezzo di legno intagliato e colorato che veniva reso vivo dai giochi
delle dita di una mano.
Il battito d’ali di
una farfalla e il mondo viene sconvolto. Così ruotano i freddi ingranaggi
dell’esistenza divorati dalla ruggine.
Gli sembrava di aver letto questa frase da qualche parte,
in un libro di filosofia o qualcosa del genere. O magari l’aveva sentita
altrove? Poteva anche trattarsi di una citazione. Non ne era sicuro, perciò
preferiva non ipotizzarne la provenienza troppo alla leggera. In ogni caso, la
trovava quanto mai veritiera. Esprimeva non soltanto la sua condizione
personale, ma quella dell’intera umanità pensante.
Avvertiva degli accordi nel buio. Accordi di una chitarra
elettrica, una mano che correva veloce sulle corde e spandeva un’armonia antica
come il mondo, che appagava la sua mente per tutti gli sforzi che aveva dovuto
affrontare fino ad allora. Chiuse gli occhi e ascoltò in silenzio, fermo in
mezzo al marciapiede. Lo sapeva che quella musica non era nell’aria. Quegli
accordi si trovavano solo dentro di lui. Nelle tenebre della sua mente.
Osservò le stelle. Distingueva, tra quei mille occhi che
lo guardavano luccicando dal profondo dello spazio, le principali
costellazioni. Le aveva studiate per conto proprio, perché i segreti
dell’universo lo avevano sempre affascinato. Sapeva che quella sera non si
sarebbe verificato niente di particolare nella volta celeste, ma voleva
starsene lì a guardare le stelle ugualmente. Peccato soltanto per tutte le luci
della città che impedivano di scorgere bene l’intima immensità di quella cupola
scura e punteggiata di astri che sovrastava il mondo – ma, dopotutto, anche
quelle luci gli piacevano.
Lunedì
Lunedì, mio Caro Lettore. Comincia una nuova settimana, piena di impegni e di cose alle quali pensare, di programmi per oggi e per i prossimi giorni, di sogni e di desideri ancora da realizzare.
Ci ritroviamo di nuovo qui, noi due, a raccontarci altre storie. Oggi ne ho in mente una che ti potrebbe piacere, o almeno spero. L'ho divisa in 4 parti, così la possiamo gustare assieme con più calma. La prima parte sarà pubblicata già questo pomeriggio, poi la seconda mercoledì, la terza lunedì prossimo e la quarta ed ultima parte mercoledì 21 agosto.
Il lunedì e il mercoledì, perciò, per due settimane saranno destinati all'uscita del mio racconto inedito "Accordi nel Buio", che ho scritto nel luglio del 2010 tra una domenica e un martedì sera.
Ci sentiamo di nuovo questo pomeriggio, dunque, mio Carissimo Lettore: ti racconterò la prima parte di "Accordi nel Buio"!
Ci ritroviamo di nuovo qui, noi due, a raccontarci altre storie. Oggi ne ho in mente una che ti potrebbe piacere, o almeno spero. L'ho divisa in 4 parti, così la possiamo gustare assieme con più calma. La prima parte sarà pubblicata già questo pomeriggio, poi la seconda mercoledì, la terza lunedì prossimo e la quarta ed ultima parte mercoledì 21 agosto.
Il lunedì e il mercoledì, perciò, per due settimane saranno destinati all'uscita del mio racconto inedito "Accordi nel Buio", che ho scritto nel luglio del 2010 tra una domenica e un martedì sera.
Ci sentiamo di nuovo questo pomeriggio, dunque, mio Carissimo Lettore: ti racconterò la prima parte di "Accordi nel Buio"!
venerdì 9 agosto 2013
La Barca del Destino
Chi può dire di che cosa siamo fatti esattamente? Un
corpo, un cuore che pompa, un complesso circuito elettrico che si innerva in
tutto il macchinario a partire dal cervello e un elaborato sistema idraulico
controllato da valvole e tubi di diverso diametro. Siamo fatti d’acqua,
perlopiù, o almeno così ci dicono. E una buona parte di quest’acqua è mescolata
al nostro sangue.
Christopher ne era cosciente. Sapeva che la maggior parte
del nostro corpo è fatta d’acqua, e sapeva anche che una notevole parte di questa
si trova nel sangue, e scorre avanti e indietro per i tubi che ci attraversano
portando energia ad ogni singolo componente del macchinario, tanto al più
indispensabile quanto al più insignificante.
Dopotutto, Christopher lo aveva visto. Aveva visto gli
occhi annacquati dei suoi famigliari spegnersi come fiammelle troppo deboli per
resistere al vento di un temporale, mentre le loro tubature oramai danneggiate
riversavano la propria acqua vermiglia sul pavimento della camera da letto.
Sua moglie. Suo figlio. La follia di un uomo,
inarrestabile, che gli aveva strappato il cuore dal petto con un coltello preso
dal primo cassetto della cucina, e poi aveva deciso di giocarci una partita a
ping-pong adoperandolo come una pallina di gomma. E Christopher, di fronte a
tutto questo, era rimasto impotente. Legato al letto, con i polsi stretti e le
caviglie frantumate, lo aveva obbligato a guardare, a contare ogni goccia che
fluiva dai corpi esanimi della sua famiglia, ad ascoltare i loro ultimi
respiri, gli ultimi battiti dei loro cuori affaticati, che ancora adesso echeggiavano
nella sua testa e tormentavano i suoi incubi.
Ritornano gli Orrori Brevi
Buondì, mio Carissimo Lettore. Allora, cosa ne pensi del nuovo capitolo di "Solo andata, no ritorno"?
Il romanzo a puntate continuerà da questa settimana in poi ad essere pubblicato regolarmente nel blog, un capitolo ogni giovedì. Oggi, invece, riprendiamo in mano un altro ciclo di pubblicazioni: quello di "Orrori Brevi", la serie di corte storie horror (ma non solo) del venerdì, che ricomincerà ad uscire su "Scrivere Sotto la Luna" proprio a partire da questo pomeriggio.
Il nuovo Orrore Breve si intitola "La Barca del Destino". Ci rivediamo tra qualche ora con questa nuova storia, Caro Lettore!
Il romanzo a puntate continuerà da questa settimana in poi ad essere pubblicato regolarmente nel blog, un capitolo ogni giovedì. Oggi, invece, riprendiamo in mano un altro ciclo di pubblicazioni: quello di "Orrori Brevi", la serie di corte storie horror (ma non solo) del venerdì, che ricomincerà ad uscire su "Scrivere Sotto la Luna" proprio a partire da questo pomeriggio.
Il nuovo Orrore Breve si intitola "La Barca del Destino". Ci rivediamo tra qualche ora con questa nuova storia, Caro Lettore!
giovedì 8 agosto 2013
Solo andata, no ritorno - 6
Dal
finestrino Roberto osservò il signor Nicola mentre scendeva attraverso la porta
scorrevole del primo vagone, aperta manualmente dal controllore. I suoi
movimenti erano impacciati. I movimenti di un vecchio ormai in pensione da una
vita e mezza, pensò. Ma c’era dell’altro. Pareva che esitasse. Era come se in
un certo senso avesse timore di ciò che avrebbe potuto trovare dentro quella
stazione silenziosa.
«Pensa
che ci metteranno molto a mandarci un treno sostitutivo? Perché io ho un
appuntamento importante a Firenze questa sera, e da qui non posso chiamare per
avvisare del ritardo…» disse un uomo verso il fondo del vagone, rivolgendosi al
controllore.
«Per
ora non posso dirle niente con sicurezza, mi dispiace» rispose quest’ultimo,
tornando a guardare fuori con aria assente.
«Be’,
spero almeno che fra poco ci permettiate di uscire. Comincia a fare caldo qua
dentro, e siamo piuttosto stretti» borbottò un altro, più vicino a Roberto e
Francesca.
«Magari
quando ci lasciano uscire possiamo vedere se qui attorno c’è una zona in cui i
telefonini prendono. Mi sembra così strano che non ci sia segnale da queste
parti!» esclamò un’altra voce, questa volta di una donna.
Il
controllore non aprì bocca. Fissava l’esterno, come sovrappensiero. Seguiva la
camminata incerta di Nicola, che si dirigeva cautamente verso la porta
spalancata della stazione. Lo guardava come se quel vecchio potesse essere la
loro unica speranza. Era davvero così tremenda la situazione? Roberto
continuava a domandarselo, ma non riusciva a intravedere nulla, in mezzo ai
propri pensieri, che potesse avere le vaghe sembianze di una risposta sensata.
mercoledì 7 agosto 2013
Nuovi Capitoli, Nuove Possibilità
Sono felice di incontrarti qui anche oggi, mio Carissimo Lettore. Eh già, perché voglio parlarti di alcune cose, e questo mi sembra un buon momento per farlo. "Scrivere Sotto la Luna" ha dovuto subire un lungo periodo di silenzio nel quale le sue storie - e con sue intendo naturalmente mie e tue, Caro Lettore, perché siamo noi a viverle, dico bene? - sono state purtroppo lasciate in sospeso. Adesso, piano piano, è tempo di ricominciare a raccontare.
Dal momento che l'attesa è stata piuttosto lunga, pensavo di pubblicare già domani il Capitolo 6 del romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno". Dopodiché, il resto del romanzo a puntate sarà pubblicato regolarmente tutti i giovedì, salvo imprevisti. Per quanto riguarda la Seconda Stagione del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", invece, avrò bisogno di un po' più di tempo per riprendere in mano la storia e restituirle il respiro, perciò ti chiedo di pazientare qualche giorno, finché non sarò in grado di stabilire una data d'esordio precisa - e, stavolta, definitiva.
Ci sono parecchie altre idee in cantiere, in questo momento, delle quali sarai messo al corrente al più presto. Ma sì, già che stiamo chiacchierando, te ne anticipo una: sto cercando un modo per rendere disponibili le storie di "Scrivere Sotto la Luna" anche in versione cartacea, a prezzo di stampa, in modo tale da renderle più accessibili e fruibili per tutti, anche per coloro che non amano stare a leggere sul computer per ore. Ti aggiornerò appena sarò riuscito ad elaborare un buon sistema che possa aiutarci in questa direzione.
Per adesso, non mi resta che salutarti. A domani, mio Caro Lettore, con il Capitolo 6 di "Solo andata, no ritorno".
Dal momento che l'attesa è stata piuttosto lunga, pensavo di pubblicare già domani il Capitolo 6 del romanzo a puntate "Solo andata, no ritorno". Dopodiché, il resto del romanzo a puntate sarà pubblicato regolarmente tutti i giovedì, salvo imprevisti. Per quanto riguarda la Seconda Stagione del romanzo a puntate "Le Anime di Eglon", invece, avrò bisogno di un po' più di tempo per riprendere in mano la storia e restituirle il respiro, perciò ti chiedo di pazientare qualche giorno, finché non sarò in grado di stabilire una data d'esordio precisa - e, stavolta, definitiva.
Ci sono parecchie altre idee in cantiere, in questo momento, delle quali sarai messo al corrente al più presto. Ma sì, già che stiamo chiacchierando, te ne anticipo una: sto cercando un modo per rendere disponibili le storie di "Scrivere Sotto la Luna" anche in versione cartacea, a prezzo di stampa, in modo tale da renderle più accessibili e fruibili per tutti, anche per coloro che non amano stare a leggere sul computer per ore. Ti aggiornerò appena sarò riuscito ad elaborare un buon sistema che possa aiutarci in questa direzione.
Per adesso, non mi resta che salutarti. A domani, mio Caro Lettore, con il Capitolo 6 di "Solo andata, no ritorno".
martedì 6 agosto 2013
Scrivere Sotto la Luna RITORNA
Buongiorno, mio Caro Lettore. È da un bel po' che non ci si sente, non è vero? Sono molto dispiaciuto per questo lungo silenzio, che si protrae da dicembre. Purtroppo, in questi mesi molte cose sono cambiate, e c'è bisogno che ti spieghi cosa sta succedendo.
A settembre dell'anno scorso - non sono sicuro di avertelo ancora detto - ho deciso di affrontare il test di ammissione per iscrivermi a Medicina e Chirurgia all'Università di Padova. Da mesi pensavo a Lettere o a Filosofia, tanto per essere chiari, soprattutto per via della mia passione per la scrittura. Ho riflettuto a lungo prima di scegliere, soppesando le possibilità che queste diverse vie potevano offrirmi e prendendo in considerazione gli sbocchi sui quali in futuro, nei due casi, avrei potuto contare. Sono felice della strada che alla fine ho iniziato a percorrere, ma ogni decisione ha il suo prezzo, e ogni scelta elimina per forza di cose un'infinità di possibilità differenti.
Così, a ottobre ho cominciato a seguire i corsi di Medicina e Chirurgia, continuando a scrivere un po' la sera, ma ben consapevole di dover dedicare molto più tempo allo studio. Dopo aver annunciato la data di esordio della Seconda Stagione del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon", quindi, è arrivato il temuto blocco dello scrittore. Ho sempre sorriso con una vena di incredulità, quando leggevo di scrittori che per qualche strana ragione non erano più capaci di buttare giù nemmeno una riga. Ora mi rendo conto di quanto questo blocco sia reale e difficile da affrontare.
Mi sono trovato costretto a interrompere l'attività di scrittura su "Scrivere Sotto la Luna", il giorno successivo a quello fissato per l'esordio della Seconda Stagione de "Le Anime di Eglon", perché il blocco che mi aveva colpito mi avrebbe comunque impedito di andare avanti con la storia, e lo stesso vale per il Romanzo a Puntate "Solo andata, no ritorno". Ho deciso che avevo bisogno di prendermi una pausa, di concentrarmi sullo studio e di aspettare che il blocco dello scrittore si sciogliesse.
Negli ultimi otto mesi ho convissuto con la necessità di rimettermi a scrivere, senza esserne realmente capace. E poi, in questi giorni, finalmente uno spiraglio di luce: di fronte ad una pagina bianca sono riuscito a scrivere l'inizio di una nuova storia, e anche se si tratta ancora di pochi paragrafi sento, dentro di me, che il blocco se n'è andato. Adesso posso ricominciare a scrivere, sebbene il tempo da dedicare allo studio debba rimanere una priorità.
Così, oggi ho preso un'altra decisione molto importante: "Scrivere Sotto la Luna" deve tornare a respirare. Questo post segna il ritorno di "Scrivere Sotto la Luna" e delle sue storie, che a poco a poco riprenderanno vita in queste stanze e in questi corridoi. Non mi sento ancora sufficientemente pronto per azzardare una data precisa in cui tutto riprenderà a scorrere allo stesso ritmo di prima, ma per adesso posso assicurarti che succederà. Anzi, a dire il vero ho in mente anche qualche interessante novità per "Scrivere Sotto la Luna"...
A settembre dell'anno scorso - non sono sicuro di avertelo ancora detto - ho deciso di affrontare il test di ammissione per iscrivermi a Medicina e Chirurgia all'Università di Padova. Da mesi pensavo a Lettere o a Filosofia, tanto per essere chiari, soprattutto per via della mia passione per la scrittura. Ho riflettuto a lungo prima di scegliere, soppesando le possibilità che queste diverse vie potevano offrirmi e prendendo in considerazione gli sbocchi sui quali in futuro, nei due casi, avrei potuto contare. Sono felice della strada che alla fine ho iniziato a percorrere, ma ogni decisione ha il suo prezzo, e ogni scelta elimina per forza di cose un'infinità di possibilità differenti.
Così, a ottobre ho cominciato a seguire i corsi di Medicina e Chirurgia, continuando a scrivere un po' la sera, ma ben consapevole di dover dedicare molto più tempo allo studio. Dopo aver annunciato la data di esordio della Seconda Stagione del Romanzo a Puntate "Le Anime di Eglon", quindi, è arrivato il temuto blocco dello scrittore. Ho sempre sorriso con una vena di incredulità, quando leggevo di scrittori che per qualche strana ragione non erano più capaci di buttare giù nemmeno una riga. Ora mi rendo conto di quanto questo blocco sia reale e difficile da affrontare.
Mi sono trovato costretto a interrompere l'attività di scrittura su "Scrivere Sotto la Luna", il giorno successivo a quello fissato per l'esordio della Seconda Stagione de "Le Anime di Eglon", perché il blocco che mi aveva colpito mi avrebbe comunque impedito di andare avanti con la storia, e lo stesso vale per il Romanzo a Puntate "Solo andata, no ritorno". Ho deciso che avevo bisogno di prendermi una pausa, di concentrarmi sullo studio e di aspettare che il blocco dello scrittore si sciogliesse.
Negli ultimi otto mesi ho convissuto con la necessità di rimettermi a scrivere, senza esserne realmente capace. E poi, in questi giorni, finalmente uno spiraglio di luce: di fronte ad una pagina bianca sono riuscito a scrivere l'inizio di una nuova storia, e anche se si tratta ancora di pochi paragrafi sento, dentro di me, che il blocco se n'è andato. Adesso posso ricominciare a scrivere, sebbene il tempo da dedicare allo studio debba rimanere una priorità.
Così, oggi ho preso un'altra decisione molto importante: "Scrivere Sotto la Luna" deve tornare a respirare. Questo post segna il ritorno di "Scrivere Sotto la Luna" e delle sue storie, che a poco a poco riprenderanno vita in queste stanze e in questi corridoi. Non mi sento ancora sufficientemente pronto per azzardare una data precisa in cui tutto riprenderà a scorrere allo stesso ritmo di prima, ma per adesso posso assicurarti che succederà. Anzi, a dire il vero ho in mente anche qualche interessante novità per "Scrivere Sotto la Luna"...