giovedì 3 maggio 2012

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo X

«Stephanie!» latrò Billy, scattando in avanti prima che Rick potesse afferrarlo per la manica.
«Maledizione!» sibilò l’ex vicesceriffo, frugandosi nelle tasche alla ricerca delle chiavi della macchina. Riuscì a recuperare il mazzo e ad aprire la portiera abbastanza in fretta, ma ormai Billy era già dentro e l’oscurità al di là della porta lo aveva inghiottito senza produrre alcun rumore.
Stavano calando le tenebre e il silenzio aveva già fasciato i boschi attorno alla casa. Gli animali si zittivano, andavano a rintanarsi. Il vento soffiava più debole, agitando a malapena i rami degli alberi, giusto quel poco che bastava a farli apparire come orride mani protese nell’oscurità.
Il silenzio era veloce ad avvolgere la montagna, ragionò Rick dentro di sé mentre teneva sotto controllo il respiro e i battiti del cuore estraendo le munizioni per la pistola. Prelevò dal borsone anche un fucile per Billy, chiedendosi se in quel momento il ragazzo fosse ancora vivo. Poi richiuse la portiera facendo piano, quasi che sbattendola rischiasse di svegliare un intero quartiere addormentato nel cuore della notte.
Uno scricchiolio soffuso spezzò l’atmosfera irreale che si era creata. Allo stesso modo in cui aveva presumibilmente appena spezzato un ramoscello secco. Proveniva dal fitto bosco vicino alla strada, e Rick decise di ignorarlo perché doveva innanzitutto seguire Billy dentro casa e accertarsi che non combinasse qualche cazzata. Posto, ovviamente, che non l’avesse già fatto mentre lui si attardava con il borsone delle armi.
Era probabile che la situazione si fosse messa male in casa, nelle ultime ore. Molto male, e questo poteva voler dire una sola cosa. Ma Rick ancora non se la sentiva di accettarla.
Con circospezione si avvicinò al portico buio, muovendosi cautamente sul pietrisco del cortile per non coprire altri eventuali rumori con i propri passi.
Dall’interno oscuro dell’abitazione non proveniva alcun rumore. Niente singhiozzi, niente parole. Niente suoni di masticazione. Come se quella porta si fosse di colpo trasformata in un portale magico e avesse fatto precipitare Billy in una realtà parallela in cui Stephanie stava bene e il mondo era ancora tutto quanto intero.
Altri scricchiolii nelle tenebre. Passi scomposti, che si trascinavano nei boschi con incredibile fatica. La voracità di quegli esseri – non-esseri, si corresse Rick – era a dir poco insaziabile. Avevano continuato a seguirli, anche da lontano. Probabilmente si affidavano alle tracce del loro odore. Odore di vita che avevano lasciato dietro di sé, e che gli zombie a caccia avevano pazientemente tallonato fino alla casa di montagna con la porta spalancata.
Con gli ultimi residui di speranza che pian piano si sgretolavano nel suo cuore palpitante, Rick Grimes dedicò un ultimo pensiero fugace a sua moglie e a suo figlio, augurandosi che fossero ancora vivi, che stessero bene e che, ovunque fossero, si trovassero al sicuro. Forse c’era qualcuno che provvedeva a loro, pensò mentre varcava la soglia buia dell’edificio. Magari qualcuno li stava proteggendo proprio come lui in quel momento era mosso dalla volontà di proteggere Billy e Stephanie. Sperò ardentemente che fosse così, e voltandosi per un’ultima occhiata in direzione del bosco vide un fiume di morti viventi che sfociava nella radura e si affrettava verso la casa silenziosa.
Entrò e chiuse la porta dietro di sé, rendendo assoluta l’oscurità all’interno.
Per qualche istante, l’unica cosa che udì fu il proprio respiro lievemente affannato. Anche il cuore sembrava battergli dentro il cervello, ma più che udirlo lo avvertiva. E avvertiva un’altra cosa, assieme al battito del cuore: un sottofondo di terrore che gli anneriva i pensieri e cresceva rapidamente dentro di lui, avvolgendolo al pari di quel buio totale che non gli permetteva di scorgere nulla.
Con calma dominò la respirazione e controllò il battito cardiaco, imponendosi ancora una volta di riprendere piena padronanza di sé, come gli avevano insegnato a fare negli anni di addestramento. Separò finalmente le dita dal contatto freddo della maniglia della porta e spianò la pistola, reggendo saldamente il fucile per Billy nell’altra mano. Doveva innanzitutto ricordarsi la distribuzione delle stanze e poi mettersi a cercare il ragazzo, tentando di capire dove si fosse cacciato.
Ma non fu necessario, perché finalmente percepì un singhiozzo scaturire nell’aria alla sua sinistra e improvvisamente intravide un lumicino lontano spostarsi all’interno di quella che, se la memoria non lo ingannava, doveva essere la cucina.
Si mosse cautamente in quella direzione, bisbigliando: «Billy?»
Il lumicino era la fiammella accesa all’estremità di un fiammifero ormai consumato. Il giovane la accostò alla miccia di un paio di candele poste accanto alla stufa e i mobili della cucina assunsero immediatamente le sembianze di animali accucciati pigramente lungo le pareti, addormentati.
Il volto cupo di Billy fu tratteggiato dal chiarore soffuso del fuoco che ne rivelò i lineamenti duri e contratti, e Rick quasi si spaventò nel vederlo punteggiato di minuscole goccioline di sangue fresco.
Billy era ancora vivo, ma il cadavere riverso a terra ai piedi del caminetto non lo era decisamente più da un bel pezzo. Lo zombie era stato ammazzato da un colpo di pistola preciso, piazzato al centro della fronte con incredibile fulmineità.
Rick spostò lo sguardo un po’ più in là e gli occhi gli caddero sull’espressione sofferente di Stephanie, che si agitava sul pavimento con la schiena appoggiata alla parete.
Billy le si avvicinò di corsa, ignorando completamente Rick, e le sussurrò che sarebbe andato tutto bene. Era stata morsa alla spalla, e dalla ferita sgorgava una quantità di sangue a dir poco scioccante. La macchia scura sulle piastrelle della cucina si allargava a vista d’occhio, diramandosi lungo le fughe e scorrendo velocemente per ogni dove.
«Sta’ tranquilla, va bene? Non lasciarti andare, resisti. Puoi uscirne…» stava pigolando Billy, con il viso stravolto dalle lacrime e il petto squassato dai singhiozzi.
Stephanie stava morendo, e accanto a loro Rick si limitò a chiudere la porta della cucina e a stare in disparte, zitto, mentre vedeva nella propria mente il volto di Lori invaso dalla paura e dal sangue.
«Credo che non ci sia niente da fare, amore» commentò tristemente Stephanie, dando prova di incredibile lucidità e producendo un tragico sorriso amaro.
«No, non dire così…» protestò Billy, incapace di accettare le macerie della realtà che gli crollavano addosso.
«Mi… dispiace…» gloglottò Stephanie facendosi uscire un rivolo di sangue dalle labbra, e i suoi occhi si serrarono come saracinesche di negozi in fallimento mentre Billy stringeva a sé il suo corpo che lentamente si raffreddava.
Nessun addio. Nessun ti amo. Non ce ne fu bisogno, perché già i loro occhi si dissero tutto questo e molto altro in quell’ultimissimo istante di contatto. Si spense così, semplicemente, accanto al ragazzo che tanto la amava e che altrettanto aveva amato.
Rick abbassò il capo. Fuori, nel frattempo, si era sicuramente scatenato l’inferno. Ma lì dentro non c’era spazio per il terrore, e non ce ne sarebbe stato almeno per qualche momento ancora. Adesso era tempo di abbandonarsi al lutto e al cordoglio, e così l’ex vicesceriffo rimase a osservare l’abbraccio finale dei due giovani innamorati e le lacrime affiorarono anche nei suoi occhi.
Ebbe così tempo per registrare il fatto che il primo cassetto accanto al frigorifero era aperto, e che la pistola che avevano lasciato lì dentro prima di partire si trovava ora nella mano contratta di Stephanie. Era stata lei ad ammazzare lo zombie, dopo che l’aveva morsa. Perciò Billy era entrato in casa e l’aveva trovata in fin di vita. Quasi che lo avesse aspettato per morire, pensò tetramente Rick. Quasi che avesse atteso di poterlo vedere in viso un’ultima volta prima di essere costretta a dirgli definitivamente addio.
I morti sfondarono la porta d’ingresso dell’abitazione con estrema facilità. Rick li avvertì sciamare all’interno della casa e occupare il salone, il corridoio, le camere, addossandosi alle pareti e premendo contro la soglia della cucina per abbattere anche quei pochi centimetri di legno che li separavano dall’attraente odore di carne viva.
«Billy! Billy!» chiamò, sebbene non avesse assolutamente voglia di riscuotere il giovane dal proprio dolore immenso. Era necessario riportare il ragazzo nella realtà, se non voleva condannarlo a una sorte ben peggiore di quella toccata alla sua amata.
Billy tirò su gli occhi umidi e rispose con uno sguardo terribilmente malinconico. Rick gli passò il fucile e il ragazzo lo accolse in silenzio, afferrandolo con forza e preparandosi ad adoperarlo.
«Sono usciti dal bosco, hanno circondato la casa. Sono in troppi per sperare di fuggire, stavolta, e temo che l’abitazione sia invasa» tartagliò brevemente l’ex poliziotto, spianando la pistola verso la porta chiusa della cucina che tremava sotto i colpi incessanti dei mostri affamati.
«C’è la finestra» sentenziò la voce fievole di Billy, ancora spezzettata dalle lacrime che non avevano smesso di scorrere sulle sue guance. Il corpo di Stephanie era ancora tiepido sul pavimento sotto di loro, e le candele accanto alla stufa emanavano una luce saltellante che faceva scintillare il suo sangue versato.
«Pensi che si possa raggiungere la mia auto attraverso la finestra?» barbugliò Rick, dubbioso.
«Sì, se io li distraggo a sufficienza. Staranno cercando tutti quanti di entrare in casa dalla porta principale, e quando ce ne saranno abbastanza da sfondare anche quella della cucina non rimarrà altra via di scampo. Apri il balcone, calati fuori sul cortile e corri verso la macchina. Poi parti e non ti voltare indietro» ordinò Billy, prelevando un paio di proiettili dal fucile e consegnandolo nuovamente a Rick. Raccolse il proprio da terra e lo ricaricò con le cartucce nuove.
Rick capì immediatamente che cosa voleva fare e decise che non lo avrebbe fermato. Dirgli di desistere dalla sua scelta sarebbe stato del tutto inutile e avrebbe solo fatto perdere loro altro tempo prezioso. Lo sguardo di Billy era risoluto, la sua espressione dura e irremovibile. Billy voleva morire con la sua Stephanie, e questo non si poteva più evitare.
«Sei sicuro di non voler venire via con me? Atlanta potrebbe rivelarci molte sorprese. Potrebbero esserci altre persone, laggiù. Altri sopravvissuti» biascicò Rick, con la voce impastata.
«No, Rick. Atlanta non è il mio posto. Questa era casa mia. È casa mia, e non voglio andarmene. Ero convinto che qui io e Stephanie saremmo stati bene. Che avremmo vissuto ancora a lungo, alla faccia dell’apocalisse e dell’umanità intera. E invece mi illudevo…» farfugliò gettando un’occhiata amorevole al viso calmo della sua ragazza morta. «Ti auguro di ritrovare la tua famiglia ad Atlanta, Rick. Spero per te che siano ancora vivi, e che ti stiano aspettando.»
Quelle ultime parole erano un segnale. Un segnale che gli diceva di andarsene, di correre via e di non rimpiangere ciò che era stato fatto. Così Rick si avvicinò alla finestra e l’aprì, spinse i balconi e si lasciò accarezzare la faccia dall’aria fredda della notte.
La porta della cucina esplose letteralmente verso l’interno e gli zombie si riversarono nella stanzetta semibuia, grattando, mugugnando, soffiando e gridando.
Rick scavalcò rapidamente l’apertura della finestra e atterrò illeso sul ghiaino del cortile, voltandosi un’ultima volta per guardare Billy che puntava il fucile verso l’orda di morti e premeva il grilletto.
Vide Stephanie in piedi, alle spalle del ragazzo, con le braccia già protese verso di lui. Udì il rimbombo del secondo sparo e poi vide la ragazza morta abbracciare Billy e affondargli i denti nel collo, facendone sgorgare un fiotto di sangue cremisi che schizzò sui mobili di legno.
Il bosco, da tutti i lati, continuava a traboccare di cadaveri ambulanti che sciamavano in direzione della casa avvolta dalle tenebre. Dagli alberi seguitavano a uscire frotte di morti che sospirando si radunavano verso le mura scrostate dell’abitazione, invadendo i prati e conquistando il portico brulicante.
Rick si precipitò verso l’automobile e scansò all’ultimo istante uno zombie che lo stava per acciuffare. Aprì la portiera dalla parte del passeggero e si tuffò all’interno, bloccando gli sportelli e guadagnando il sedile del guidatore.
Si volse a guardare la casa di Billy e Stephanie, con la porta e la finestra aperte attraverso le quali l’infinità di zombie vomitati dai boschi si intrufolava dentro. Infine mise in moto e partì, ripercorrendo la stradicciola dissestata che scendeva verso valle e lasciandosi alle spalle la moltitudine di morti che aveva ormai preso pieno possesso della montagna.

THE WALKING DEAD
AMORE E MORTE
SCRITTO DA DAVIDE DE BONI
ISPIRATO ALLA SERIE DI FRANK DARABONT E ROBERT KIRKMAN

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