sabato 22 ottobre 2011

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo I

 «Billy, vieni a darmi una mano?» chiamò Stephanie dalla cucina.
Il ragazzo la raggiunse e si fermò a guardarla dalla soglia. Gli dava la schiena ed era affaccendata attorno ai fornelli.
«Stai usando ancora il gas, Steff?» domandò Billy in tono arrendevole.
«Solo per qualche secondo, tranquillo. Dovevo scaldare l’olio» spiegò Stephanie sulla difensiva, voltandosi e rivolgendogli un sorriso nervoso e fugace.
Billy sospirò. Ne avevano soltanto due bombole, in garage, e quella collegata al fornello era ormai pressoché esaurita. Ma se Steff ne aveva bisogno andava bene. Dopotutto, c’era sempre la stufa per quando il gas fosse finito. E di legna non ne mancava, lì attorno.
«Hai finito con quella pianta?» s’informò Stephanie quasi con noncuranza. La tensione, però, trapelava dall’espressione del suo viso, e questo era sufficiente a farla apparire preoccupata. In fin dei conti, avevano due casette e un intero garage da riempire di legna prima che le temperature diventassero troppo rigide e la neve avvolgesse nel suo fatale abbraccio la montagna.
«Tagliata, spostata e accatastata. Domattina tirerò giù un altro paio di alberi dal bosco qui sopra» confermò Billy.
Avevano deciso di non toccare le piante ai lati dell’abitazione, perché fungevano sia da protezione che da eventuale scorta nell’eventualità in cui il deposito fosse stato completamente svuotato nel corso dell’inverno. Di solito lì, quando nevicava, le strade rimanevano impraticabili anche per dei mesi interi. E non doveva essere granché simpatico rimanere chiusi in casa con una decina di gradi sotto lo zero e non potersi accendere un fuoco.
«Bene» commentò brevemente Stephanie, spegnendo il gas e trasferendo la pentola che aveva tra le mani sul ripiano d’acciaio della stufa.
Il silenzio li separò per qualche attimo, ma Billy fu rapido nel riprendere la parola. «Ho seppellito lo zombie. Ho scavato la fossa in mezzo al bosco, a quasi un chilometro da qui, e l’ho riempita per bene» spiegò sottovoce, quasi che fosse un segreto inconfessabile per il quale provare vergogna.
«E se lo sparo ne ha attirati altri?» volle sapere Stephanie, irrequieta.
Billy la guardò in viso. I suoi occhi chiari, tremolanti, mostravano senza veli il suo stato d’animo. Era impaurita. Terrorizzata, per dirla tutta. E la parte peggiore era che la capiva e che, in un certo senso, si sentiva proprio come lei in quel momento.
«Credo sia improbabile…»
«Dicevi anche che era improbabile che qualcuno di loro arrivasse fin quassù, eppure…» lo interruppe Stephanie, sull’orlo del pianto.
L’esperienza di quella mattina l’aveva traumatizzata. E, d’altro canto, come biasimarla? Con quello che aveva passato, prima che Billy la portasse lì, c’era da stupirsi che conservasse ancora un minimo di autocontrollo, per non dire di sanità mentale…
«Senti amore, è stata la prima volta che uno di loro è giunto fin qui. Nessun morto era mai venuto in queste zone da quando è cominciata…» tentò di rassicurarla Billy, ma era lampante come le sue parole non stessero affatto facendo presa sull’animo inquieto di Stephanie.
«Basta una sola controprova per smontare un’intera legge, Billy. Se quello di stamattina ce l’ha fatta significa che altri, presto o tardi, riusciranno ad arrivare. Hanno fame, e sono sicura che anche per loro, laggiù in città, il cibo inizia a scarseggiare…» sibilò la giovane, visibilmente scossa.
I suoi occhi erano fermi, adesso. Fermi e freddi. Colmi di paura, oltre che di lacrime in procinto di annegarli.
Billy restò in silenzio a fissarla, come ibernato dall’ultima affermazione.
«Che cosa dovremmo fare, allora?» chiese dopo un tempo che gli parve scandito da un’intera eternità. Il suo tono di voce, stavolta, fuoriuscì dalle sue labbra compatto e preconfezionato, alla stregua di un surgelato pronto per essere riscaldato al microonde e servito in tavola.
«Non lo so. So solo che non possiamo più rischiare. Da oggi in poi le finestre rimangono chiuse, e quando esci per la legna ti porti dietro il fucile e chiudi la porta di casa a chiave» illustrò sinteticamente Stephanie, e Billy annuì.
«E poi,» riprese la ragazza, «qualche settimana ancora e nevicherà. Non credo si avventureranno lungo i boschi e le strade di montagna durante l’inverno. Non ce la farebbero.»
Billy non era troppo d’accordo su questo punto. Ricordati che sono già morti, Steff, avrebbe avuto voglia di replicare. Ma era meglio non mettere troppa carne sul fuoco, per ora. Stephanie era abbastanza scioccata, per cui non c’era bisogno di aggiungere ulteriori ansie a quelle che già la angustiavano.
Stephanie si girò di nuovo a guardarlo negli occhi e stavolta Billy lesse nel suo volto un’espressione strana, che non aveva mai intravisto prima di allora. Sussurrò: «L’unica cosa che mi preoccupa è: noi ce la faremo?»
Il silenzio se li portò via di nuovo tutt’e due, immergendo in una zuppa di riflessioni le ultime parole rimaste in sospeso nella cucina riscaldata dalla stufa a legna. C’era solo lo scoppiettio sommesso del fuoco ad annullare quel senso di irrealtà, e tutto sommato era meglio così: almeno in questo modo avevano la costante consapevolezza di essere ancora vivi.

THE WALKING DEAD
AMORE E MORTE
SCRITTO DA DAVIDE DE BONI
ISPIRATO ALLA SERIE DI FRANK DARABONT E ROBERT KIRKMAN

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